I Fiori di Tiarè.
Vivo in una città che amo particolarmente, una città che mi ha dato i natali ed ha contribuito a darmi la possibilità di svolgere il mio lavoro di affermatissima imprenditrice e direttore unico di una grossa azienda di produzione. Una città che al tramonto, nella stagione più bella dell'anno regala colori di cobalto e rosa acceso, di giallo ed arancio dei Caraibi, le nuvole bianche simili a grossi fiori di Tiarè, gli stessi che le avevo regalato al nostro primo incontro a Tahiti, gli stessi che le ho messo fra i capelli dorati nel giorno del nostro primo bacio, in riva al mare ,in una spiaggia colore del Paradiso.
Cammino sospesa fra la stanchezza di un drink di troppo ed il desiderio di casa, di quiete, di comodità e di opulenza, e penso, mentre il vento solleva da terra ritagli di stoffa bianca e blù, testimone di feste di bimbi gioiosi, vestiti da giullari e re, nello scenario metropolitano stranamente trasformato in Medioevo, dove si uccidevano i draghi che constringevano le principesse alla prigionia nelle torri più alte.
Piano, con noncuranza, la testa fra le nuvole, decido di cambiar strada, forse un passo in più toglie la sensazione di stordimento, che non turba ma infastidisce, come un sassolino nella scarpa. Una luce, una musica ed i suoi occhi all'improvviso...
I suoi occhi puntati addosso a me, all'ingresso del locale Orientale. I suoi occhi nocciola mi guardano mentre fumano l'eterna ultima sigaretta di chi poi se ne va.
Nulla posso contro quello sguardo accurato al limite del lecito. Mi sento quegli occhi addosso, come una colla, come un avvertimento, come una sorta di imminente follia che si sarebbe compiuta, inesorabile e lucida, nelle luci ancora terse e vive di un'estate bella da morire.
Mi giro, nell'incertezza di un sorriso. Quegli occhi non mi mollano. Mi spogliano della mia sicurezza di donna forte ed amata. Un cenno e sono già lì, difronte a lei, e ci sto... qualsiasi cosa accada. Le luci all'interno del locale sono soffuse, assopite da pannelli dalle ombre che traspaiono disegni ed ologrammi dal significato che non conosco. Il profumo del Fior Di Loto che adoro mi inebria e mi stordisce ancor di più, mentre mi prende per mano e con i suoi occhi mi parla e mi desidera. Le sono vicinissima; il suo sorriso ora è incantevole... ha i colori della sua anima, di ocra e di ambra, di nocciola ed oro come i suoi occhi. Desiderio carnale, passione improvvisa, sconvolgente, meraviglia che davanti a me si spoglia dietro ad un bacio appena accennato; mi prende la mano, mi succhia le dita, mi libera i capelli e mi guarda: i suoi occhi colore della dolcezza mista a sesso senza limiti.
Oro e baci. Oro e carezze ovunque. Oro e gonne che scendono piano in un solo gesto. Oro e la lingua sul collo, sul seno... baci e oro nelle parole incomprensibili, perchè rotte da sospiri sempre più intensi. L'anima che gira e non resiste a richiami di sensualità estrema e disarmante. Mi prende, la prendo.. mi penetra, la penetro, in piedi fra pannelli di lacca rosso rubino e cremisi. Come puoi amarmi così meravigliosamente, così intensamente, così delicatamente, con mani esperte, con tutto l'oro che i tuoi occhi possiedono. I sospiri fortissimi dei nostri orgasmi in netto contrasto con l'armonia che sento dentro , armonia di seta, armonia di una collana di perle che mi mette al collo, mentre vinta e sudata, la bacio con tutta la forza che ho.
Donna bella e oro. Viscerale e oro. Che mi prende ancora e mi chiede il mio nome, che ora non ricordo più.
Che cosa possono le mie mani che la cercano ancora, che la toccano ancora, ora distese fra cuscini color glicine, dove nessuno mai aveva gridato e bagnato di piacere la stoffa di seta, con la passione che non ha ritegno e nessuna pietà. Bagliori di parole che non hanno nessun senso, nessun significato, che servono solo a ricordare che non è un sogno, pieghe di gesti e sguardi che non lasciano dubbi; la linea del cuore, fedele e sicura, in netto contrasto con il bacio profondo ed ingordo che non la stacca dalla mia bocca.
Non andare, non scappare, guardami, baciami, prendimi ancora...
La luce fuori è scura, l'aria trasparente è calda come il nostro piacere consumato in un'ora di fiamme che seducono e trasformano gli Angeli in Demoni.
Bella da far male. Passione che prende e immola un cuore dalle sfumature che mai prima d'ora avevano oltrepassato i confini del desiderio, unica compagnia in mezzo a molti silenzi, la mia fantasia... e tu non staccarti da me, non lasciarmi qui da sola, passione della mia voglia sopita, prendimi e dimmi che ti avrò ancora.
Questo era l'unico pensiero, come una droga, come un vizio assoluto e devoto, come un segnale del destino che per gioco o per passione si era preso cura di noi.
Un bacio lento, avvolgente e profondo, dato con tutta la sincerità che il momento dettava, ci stacca... gli occhi negli occhi, le mani nelle mani, le tempie che ancora scoppiano di piacere.
Occhi d'oro e ambra, che mi guardano e mi seducono ancora una volta, ancora con complicità ed incantevole arroganza.
Esco, la aspetto appena fuori dal locale, il profumo di Tiarè ancora nell'aria come quei giorni fatati di mare infinito. Mi raggiunge, mi abbraccia forte, e in un soffio mi sussurra che mi ama da morire.
La luce della sua sigaretta le illumina ancora quello sguardo che io conosco già. Per mano, insieme ci incamminiamo verso casa, sorridendo.
E' il giorno del mio compleanno. Il suo regalo è stata un'ora di pura poesia, un gioco di intesa perfetta per due anime che, come le nostre, sono simboli d'amore. Meraviglioso ed immenso amore, che ci vedrà unite.
Per sempre.
Thierry59