Dovevo uscire. Dovevo vestirmi ed uscire. Fuori dalle mie mura, dalle mie sicurezze, dalle mie priorità. Fuori. E in poco tempo. Avevo la smania di chi, con il tempo fa a pugni, come il Cappellaio Pazzo di Alice, come chi del tempo non sa che farsene, perchè lo teme, ma lo desidera. Lo adora.
Lingue di fuoco nella mia gola scendevano piano per accompagnare il pensiero di che cosa poteva accadere di lì a poco. Assenzio allo stato puro dentro di me. Un sorso, due , tre, una giacca nera, un paio di stivali neri, un cappello da uomo a racchiudere i miei lunghi capelli biondi. Fuori. Nel buio di una notte elettrica, tersa, dall'aria che punge e non da scampo. Ho accettato l'invito che mi sono fatta da sola e, soddisfatta, ora guido lungo la strada che mi porta lontano dalla consuetudine di sere languide e piene, fatte di candele e Musica, grande Musica che mi eleva e mi appaga, e mi calma l'anima. Fuori. Sono fuori. Ormai lontana, contenta, forse un po' incosciente. Assenzio. Assenzio è con me, lui mi vede e mi parla, verde nei suoi raggi e nelle sue note.
Rallento, e penso. Luci, voci ed un misto di inquietudine. Come quella volta. Quella prima volta di primavera, dove l'anima era felice e paga. Dove nulla e nessuno poteva parlare, se non d'amore. Fuori. Ma ora era arrivato il tempo di uccidere i pensieri e le voci che sentivo dentro. Pensieri e voci per chi deride,e ha deriso. Uccide ed ha ucciso un amore. Il mio. Ora basta perchè sono fuori e la mia anima non ha più catene. Ora basta perchè non ho più tempo. Non serve più il tempo, non ha più nessun significato. Ora, come non mai.
Quanto manca al Paradiso?
Quanto manca al pensiero pulito e terso come questa notte liquida, dove anche il più profondo dei dolori lascia il posto alle note di stupore e risate, e vita nuova, e lacrime di gioia... Eccomi. Scendo, entro e saluto la mia stessa immagine. E' bella, sensuale, emana luce intensa e sincera. Bacio e stringo a me i ricordi per quel luogo di cui non ricordavo nemmeno l'esistenza, bacio bocche di tutti... mi chiamano e mi salutano, ed io incredula stacco bigliettini di carta come fossero biglietti da visita di un'anima nuova. Libera. Finalmente. Due passi più in là, e sono al bar. Luci soffuse, rosse ed erotiche, lampi di color bianco latte ed argento, un tavolino a forma di pugno e una sedia a mò di mano aperta. Bevo perchè sono fuori. Mi dedico tutto l'oro del mondo e me lo prendo a sorsi ingordi, lascivi, pieni di sottintesi, per chi è già da un po' che mi osserva.
Buio.
Lampi improvvisi, languori di baci rubati con lo sguardo, avida, ladra, ossessiva, sola. Musica da sogno, e la mente va. Musica, sogni, immagini, voglie, desideri, sensazioni e brividi ovunque... Sono fuori e questo è ciò che conta. Un passo verso la zona due. La zona due è la zona proibita, dove la parola d'ordine è amami. Amami a tutti i costi, azzarda, allunga la mano e toccami. La zona due è la parte scura delle anime prave della notte di inizio autunno; qui si mescolano le voci miste a sospiri per piaceri proibiti e di ogni tipo. Piaceri clandestini, taglienti, fluttuanti, perversi, a volte cattivi.
Lingue incatenate le une con le altre, mani e bocche che cercano piaceri. Occhi neri e nascosti da maschere, un quadro di Frida Kalo sulla testa di tutti e un altare con tutt'attorno messi d'incenso come fumo di un camino.
Fuori, sono al sicuro dall'infelicità. Ormai non è più affar mio, mentre qualcuno mi prende la mano e mi tira verso sé. Mi allontana dal buio di situazioni che non ricordavo, che non credevo, che non pensavo potassero ancora appartenermi. Chi sei? Dimmi chi sei... E cosa fai qui. Mi volto, appena un attimo e la luce illumina un volto che mi lascia senza fiato. Mi stringe la mano e mi spinge fuori dalla casba, dalla droga dei sensi a buon mercato. Lei, così elegante, bellissima, scintillante, rispettosa. Caduta nelle fiere di un'arena di altri tempi, che ora, come me non ci apparteneva più. Bella da far spavento. Bella da non credere ai propri occhi. Bella che al suo riguardo non potevano esistere eguali. Una Musica all'improvviso nei suoi occhi, uno sguardo difficile da dimenticare. Dolce, inatteso, timido, incredibilmente bambino. Abbasso lo sguardo, non riesco a sostenere tanta dolcezza, credo di non aver mai provato nulla di simile in vita mia.
Mi emoziono a tal punto che balbetto il mio nome. Una carezza scappa dalla sua mano. Solo una carezza, che per me era come un dono d'amore eterno. Dalla sua mano intravedo un anello grande, nero con un'iniziale, la A.
Poi, un vortice di parole e di incanto. Un oceano di sguardi e di sorrisi. Un turbamento insolito, diverso dagli altri. Difficile da credere chissà, magari da accettare. Era così sexy, ma seria, riservata, sicura di sé, sebbene affettuosa ed assolutamente incantevole. Occhi blu. Pelle ambra, capelli neri e lucidi e morbidi. Uno sguardo deciso, intenso, profondo. Anima profonda di chi dalla vita sa ciò che vuole, perchè dalla vita ha ricevuto tanto amaro. Lei, come me.
E la musica ci accompagna, ora dura, ora di un fascino da sogno. Beviamo. Io Assenzio, lei solo acqua mista ad una voglia di fare l'amore spaventosa ed inaspettata. La notte scorre.
La notte è mia amica ora. Ora mi guarda a mi dice di sì, complice e distratta dalla sua aria elettrica color cobalto. Scendiamo al piano di sotto. Per mano, come due bimbe in giardino di scuola. La Musica non smette di scandire ritmi di un ascolto soprannaturale, note di melodie che sembravano fatte apposta per noi. Mi fermo, mi giro, le prendo il viso fra le mani e la bacio senza dire una parola...la sento fra le mie labbra, felice di quel gesto che non esitava ormai più a chiedermi. E furono baci, lunghi ed intensi che lasciavano solo posto a sorrisi e abbracci, stretti da soffocare. Era bella, era davvero un'angelo. Che strano incontro. Deciso da un destino che fin prima si era preso gioco di me, di noi. Vita che amara, deride e schernisce anime grandi e gentili, incomprese perchè troppo semplici. Ed ero fuori, e solo Dio sapeva ora, la mia felicità.
Profonda donna dall'animo ricco e nobile, intriso di lacrime che per troppo tempo avevano turbato occhi senza colpe. Magica donna dai colori dell'alba, che possiede note e spartiti dettati dalla bontà e la capacità sublime di chi , con la vita non scherza mai.
Donna profonda, che mi ha accompagnato abbracciata e stretta a me, in gemiti di un piacere serio, maturo, consapevole. Ci siamo amate con naturalezza, con passione e sensualità; nei gesti lenti e misurati di chi con i sentimenti non scherza, non gioca, né ha mai giocato...
Donna profonda che ora dorme accanto a me in mille notti di Musica e poesia, testimone l'amore che ci vede vinte e strette una accanto all'altra.
Un pensiero, una fantasia che vola, su, sopra alle nuvole, sopra ai sospiri di piacere intenso, sopra alle lacrime che ora scendono ingenue, sincere e libere. E' per te il mio pensiero che vola e si ferma sulla tua bocca d'incanto, che canta note fatte su misura per il mio ascolto.
Sensuale.
Profonda.
Nell'anima d'oro dei tuoi occhi.
Thierry59