Non amo particolarmente i Beauty Center, luoghi profumati e lussuosi adatti ad accogliere signore che hanno tempo da perdere e danaro da spendere, ricettacoli di squallidi pettegolezzi e di malignità tutte al femminile.
Il palazzo di S. Maria in Portico, a Roma, dimora dei Borgia, al confronto era un asilo d'infanzia.
Ma ne esiste uno che frequento volentieri, solo perché è dotato di un hammam, un bagno turco in formato ridotto che può ospitare al massimo dieci persone.
Queste strutture sono ancora molto rare, purtroppo, in Italia, dove più comunemente si ricorre alla sauna, finlandese o pseudotale.
Una delle prime interessanti scoperte che ho fatto ad Istànbul l'anno scorso è stato un antico hammam vicino a S. Sofia, in parte ristrutturato, che permette l'accesso agli stranieri.
Lì ho sperimentato per la prima volta le sensazioni che procura il vapore umido, puro e purificante, soffice, caldo, profumato e avvolgente come una carezza infinita, mentre il tempo si arresta e la mente vaga senza alcun pensiero al mondo, sommersa da una nuova forma di languoroso piacere.
Mi hanno subito affascinato i corpi nudi che fluttuavano nella densa nebbia, sdraiati o seduti, fantasmi che parlottavano tra loro, in una lingua dolce, che sapeva di Mille e una notte.
Poi c'erano le docce, o i bagni, caldi e freddi, e il massaggio, eseguito da mani esperte, dapprima quasi doloroso per il vigore con cui veniva praticato, poi infinitamente rilassante.
Massaggio profumato e prolungato, che ridava la mio corpo una nuova bellezza e vitalità : e quando arrivava il té aromatico e caldo, mi sentivo quasi bizantina fin nel midollo delle ossa.
Appunto, quasi.
Era come se la continua estenuante carezza del vapore profumato prima e l'energia vitale del massaggio dopo mi lasciassero a mezza strada dal vero piacere che intuivo avrei potuto trovare frequentando l'Hammam.
Forse troppo avevo letto sui misteriosi riti dell'eros che si consumavano in questi antichi santuari del corpo e dello spirito.
A questo proposito un giorno una massaggiatrice anziana ed esperta mi spiegò qual'era la vera sacra funzione dell'hammam: dar sollievo alla carne per liberare lo spirito.
E per me lo spirito si libera attraverso il piacere, l'orgasmo è energia cosmica, un fuggevole e rapidissimo contatto con la divinità che placa i sensi e libera l'anima.
Ma dovevo lasciare Istànbul e trovare un piccolo Hammam nella città dove abito, perché il mio pensiero si riflettesse nelle parole dell'anziana come in uno specchio.
Questo minuscolo bagno turco consiste in una saletta tutta piastrellata d'azzurro, a mosaici, anche sul soffitto: vuole ricordare la moschea blu della capitale Turca.
Lungo le pareti corrono panche bagnate dal calore umido sulle quali stanno seduti gli abituali frequentatori che in mezzo alle nebbie tengono salotto.
Io invece mi sdraio nuda sulle piastrelle azzurre non voglio asciugamani o altro, non parlo con nessuno (ormai i miei compagni devono pensare che sono muta ) e mi lascio avvolgere dal vapore, una vera nuvola di bellezza, lasciando che la pelle si pulisca in profondità per ritrovare elasticità e lucentezza.
Divento languida, i pensieri se ne vanno per conto loro mentre il sudore scorre dai pori aperti, ripulendomi delle tossine accumulate in quindici giorni di lavoro e vita frenetica.
Intorno a me, come a Istànbul, indovino figure irreali, che parlottano tra di loro, ma qui non ritrovo l'atmosfera da Mille e una notte, l'accento gutturale mal si adatta ai misteri d'oriente.
Trascorsa la mezz'ora mi trasferisco nel mio cubicolo dove smaltisco l'umidità e il calore avvolta da asciugamani morbidi prima di ristorami con una doccia calda seguita dal massaggio.
Non è proprio la procedura dell'hammam, ma funziona.
Poi, un giorno, è arrivata Stasija, la nuova massaggiatrice russa, assunta per affiancare Maddalena che da tempo - impasta - il mio corpo .
Appena ho saputo del suo arrivo, l'ho richiesta immediatamente; non sarà mai che io non provi le novità.
Ed ho fatto bene, perché è grazie a lei che ora so cosa vuol dire dar sollievo alla carne per liberare lo spirito.
Mi piace ricordare il nostro primo incontro e riviverlo mentre scrivo.
Sono sdraiata a pancia in sotto sul lettino da massaggio, nel mio cubicolo odoroso di incenso e spezie varie, con solo un piccolo telo copri-sedere, i capelli avvolti nel turbante dell'asciugamano.
Si apre la porta e il mio sguardo curioso incontra quello di due occhi azzurri tanto chiari da sembrare quasi bianchi, tondi, leggermente sporgenti.
Non è bella Stasija, fisico sciutto, capelli biondo-bianco raccolti dietro la nuca, viso appuntito, anonimo, età indefinibile tra i trenta e i quarant'anni, assomiglia ad una infermiera efficiente e distaccata nel suo camice bianco.
Ma quando sorride qualcosa si scioglie dentro di me, i denti sono splendidi, bianchi e forti, le labbra, rosate, sembrano fiori di geranio schiacciati .
Ci salutiamo, mi chiede che massaggio sono solita fare, se ho problemi fisici, le solite cose.
Loda l'agilità del mio corpo, ma con fare distaccato, da professionista, solo lo sguardo...se i suoi occhi fossero bocche direi che una gran fame la divora.
Mentre parla si avvicina allo scaffale pieno di bottigliette rosa e verdi e mi fa colare tra le scapole un olio dal profumo denso, un insieme di essenze floreali, speziate.
-Maddalena non ha mai usato questo olio- mormoro io, già sopraffatta dal profumo intenso.
-Lo so, se è d'accordo lei sarà la prima cliente di questa città a provarlo, me lo porta un amico dalla Tunisia, credo sia perfetto per la sua pelle così scura e non troppo delicata, le mie mani la massaggeranno meglio, vedrà-
E sorride di nuovo, con quello sguardo strano, affamato di passione sempre illusa e delusa, tenendo le mani in alto, come un chirurgo prima dell'intervento.
Io chiudo gli occhi, preparandomi al suo tocco, quando l'asciugamano che mi avvolge i capelli umidi cade per terra.
Stasija lo raccoglie, poi immerge una mano nella mia chioma, che arricciolata scende oltre il lettino e mormora:
-Che bei capelli, forti, neri, hanno una loro vita, così ingarbugliati-
Mentre parla continua il movimento, lisciandoli, per ricoprirli con l'asciugamano ed io rabbrividisco: non può aver intuito che sono particolarmente eccitata da questo tipo di carezza.
Sospiro e il brivido dell'avventura mi scuote, dalla testa ai piedi, passando, come una lama attraverso il sesso che inizia a pulsare come un vero cuore.
Segno inequivocabile della corrente di desiderio che mi spinge, per motivi imperscrutabili, verso di lei.
Chiedo alla donna che cosa l'ha portata in Italia, le solite domande; lei comincia a raccontare, con una voce dolce, morbida, come se narrasse una favola e intanto le sue mani, bagnate di olio profumato, si mettono al lavoro su di me.
Dapprima mi colpisce col taglio della mano, brevi colpi, rapidi e decisi, poi inizia il massaggio vero e proprio, alternando alla forza la dolcezza, lavorando i muscoli della schiena, dei glutei, delle gambe ed io comincio a sentirmi distesa, tranquilla, in pace con me stessa e col mondo.
Quando attaccacon forza la parte alta delle cosce le sue mani scendono attraverso il solco delle natiche ad accarezzare per un attimo le grandi labbra facendo scorrere le dita sulla carne che brucia.
Ma potrebbe essere un caso, forse non l'ha fatto apposta, penso, anche se dentro di me so che è vero il contrario.
Quando Stasija mi dice di voltarmi la guardo e so che ora arriverà qualche cosa di insolito: Dalla Russia con amore, penso ...
Mi giro, completamente nuda, il piccolo telo a coprire il delta è solo ipocrisia.
Stasija si è voltata verso l'armadietto e mi mostra due attrezzi grandi come un pacchetto di sigarette:
-Vibromassaggiatori- dice e poi – sono ottimi per i seni e il ventre e le cosce, dove la pelle è più delicata, vuole provarli? A mani nude farò il resto-
-Certamente- rispondo incuriosita e intanto penso in quale vecchio libro erotico o pseudotale ho letto di una cosa simile.
Allora le palme vibranti della russa cominciano a percorrere lentamente la superficie del mio corpo nudo, affondando ovunque ci sia una piega o una cavità, scivolando con perizia nell'incavo del collo, sotto le ascelle, tra i seni.
Chiudo gli occhi, mentre un desiderio strano, lento e caldo, umido come le nebbie dell'hammam mi invade.
Smetto di parlare, si ode solo il leggero ronzio dei piccoli apparecchi.
Dopo aver percorso il ventre Stasija scende alla superficie interna delle cosce, là dove la pelle è più tenera, sensibile, pronta al piacere, dove adoro essere baciata.
Tremo in tutto il corpo, non posso trattenermi, le mie gambe si aprono leggermente, sollevo il pube ricciuto che chiede di essere accarezzato.
Ma le mani della massaggiatrice si allontanano, risalendo verso il ventre, poi s'arrampicano fino ai capezzoli, ora sfiorandoli, ora premendoli sulle punte, facendoli rientrare nello spessore dei seni.
Mi lamento piano inarcando le reni.
Allora Stasija libera una mano e con le dita delicatamente apre quella mie labbra che non vogliono altro che essere accarezzate mentre con l'altra, ancora appesantita dal vibromassaggiatore passa e ripassa sull'umido tessuto interno, sul clitoride che mi par di veder gonfio come un acino d'uva pieno di sole, scende giù, fino all'entrata del mio ventre, senza precauzioni di dolcezza, senza lasciarmi tregua.
L'orgasmo arriva, violento, e con lui anche il mio grido trattenuto di liberazione e di ringraziamento.
Stasija si china rapidamente e mi bacia, leggera, fermandosi un attimo ad annusarmi:
-Che buon odore- mormora con la sua voce cantilenante.
Poi riprende il massaggio con le mani come se niente fosse successo.
Ed io, grazie a lei, capisco finalmente l'antica funzione dell'hammam: dar sollievo alla carne per liberare lo spirito, attraverso il piacere.
Da questo primo incontro con Stasija sono passati mesi, a volte la trovo disponibile quando vado al centro, a volte no, ma solo con lei la mia anima riesce a volare attraverso le umide nebbie del piccolo bagno turco.
Morgause