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Racconto n° 4396
Autore: Lalunaelestelle Altri racconti di Lalunaelestelle
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L'iniziazione

Avevo deciso di regalarmi un pomeriggio di coccole e relax, delusa oramai dall'ennesima esperienza con il maschietto di turno, era ora di pensare solo a me stessa, avevo oramai realizzato che rispetto agli adamo in circolazione ero in uno stadio più evoluto, nessuna presunzione ma pura costatazione dopo oltre 15 anni di vita da single. Ricordo che con un' amica parlando della scala evolutiva sulla terra al primo posto mettevamo sempre noi femmine, nessun campanilismo, al secondo gli animali e ahimè in terza posizione venivano...loro.
Premetto sono del parere che - lo stronzo - non ha sesso per cui, anche nell'altra metà della mela ci sono persone che rovinano la categoria, donne avide, senza scrupoli, opportuniste che usano i maschi a proprio uso e consumo ma dal momento che non ritengo di appartenere a a queste categorie, ho realizzato che negli anni, le donne dotate di intelligenza, curiosità, capacità, determinazione, voglia di rimettersi in gioco fanno degli step in avanti, mentre i maschi dei gran ruzzoloni all'indietro, specialmente se ergono a proprio dio, il loro cazzo, pensando che basti avere un membro alla Priamo per far felice una donna.
Quindi: distensione, pace, ozio, evasione, erano le parole d'ordine per spurgarmi - come si fa con alcune prelibatezze culinarie tipo vongole e lumache - dall'insoddisfazione e amarezza che avevo in corpo.
Ero un'amante dell'oriente ed avevo visitato molti di quei paesi, e proprio nei luoghi d'origine avevo imparato a conoscere gli hammam, il complesso termale in cui i mussulmani effettuano il rito sacro del lavaggio e della cura del corpo, un luogo senza tempo, dove il profumo di incensi ed il lento scorrere dell'acqua rievoca la quiete di un'evanescente fluttuare etereo.
Prenotai quindi l'appuntamento con il mio piacere, in un hammam che avevo frequentato tempo addietro; non badai a spese doveva essere la congiunzione spazio temporale con la mia trilogia di corpo, mente, anima.
Quando telefonai spiegai quali erano le mie esigenze, ma soprattutto chiesi se fosse stato possibile essere completamente in - beato solitudo - , specialmente quando, dopo tutti i trattamenti di rito, mi sarei rilassata nella stanza del the, volevo un viaggio dove il tempo si potesse fermare lasciandomi sulla pelle solo l'odore dell'olio profumato che accarezzava il mio corpo ed i miei sensi; chi mi rispose al telefono assecondò pienamente le mie esigenze e mi diede appuntamento per un venerdì nel tardo pomeriggio.
Arrivai, suonai il campanello e all'apertura della porta mi trovai una splendida ragazza con un dolcissimo sorriso che metteva in risalto una fila di denti bianchissimi e regolari, era alta quanto me ma con una corporatura più esile della mia, una zazzera di capelli ricci e neri che incorniciavano un viso ambrato veramente grazioso e due occhi di un verde scuro, messi in risalto, se mai fosse stato necessario, da una leggera linea di eyeliner. Indossava una semplice t-shirt bianca che faceva intravedere due seni ben proporzionati e sodi, aveva sicuramente una decina d'anni meno di me, ma mi diede subito del tu comunicandomi con una voce piacevolissima all'udito il suo nome, che pensai fra me e me sembrava essere stato scelto a suo uso e consumo, Ambra; la guardai con simpatia e naturalmente mi presentai anche se era superfluo visto che già aveva tutti i miei dati lasciati al momento della prenotazione. Mi spiegò brevemente quale sarebbe stato il percorso che avevo scelto e con un sorriso sornione mi disse che il mio relax come da mia richiesta sarebbe stato in perfetta e tranquilla solitudine, le sorrisi dicendogli che non pensasse male, che non ero una misantropa, ma che avevo fatto questa richiesta perchè non volevo che il mio momento catartico venisse disturbato da fastidiosi vocii, disse che capiva benissimo e che a parte le spiegazioni di rito sui trattamenti che andavo a compiere, non avrebbe proferito parola se non su mia richiesta, la guardai con estrema gratitudine e la ringraziai. Mi accompagnò allo spogliatoio dove mi consegnò un telo bianco con delle ciabattine infradito ed il perizoma usa e getta, dicendomi che stava a me la scelta o meno del suo uso quindi mi disse che mi avrebbe aspettato fuori e uscì dalla stanza.
Mi spogliai, indossai le bianche ciabattine mi avvolsi sotto le ascelle il telo candido e gettai il perizoma, uscii......
L'hammam era splendido, interamente coperto da maioliche raffinate e colorate che riproducevano motivi tipici dell'arte mediorientale, una atmosfera surreale tra vapori e giochi di luce e i suoni dell'acqua che scorreva, dove il tempo non sarebbe entrato a scandire i suoi attimi.
Ambra mi tolse il telo, mi prese per mano e mi fece sdraiare supina su una panca di marmo riscaldata e mi disse che mi avrebbe fatto delle abluzioni di acqua calda per allentare la tensione ed aprire i pori della pelle e lavare le impurità. Le sue mani esperte, cominciarono a fregare il mio corpo con un guanto di crine e del sapone nero di essauiria, avevo chiuso gli occhi e lasciai che lei facesse il suo percorso, aveva cominciato dalle spalle, allargandosi sulle braccia risaliva per tornare al petto, scendendo sul ventre ed il monte di venere, per poi allargarmi leggermente le gambe e continuare prima con una e poi con l'altra e poi rifacendo lo stesso identico percorso all'inverso, quando ritornò al punto da cui era partita avvicinò le sue labbra al mio orecchio e mi disse sottovoce di mettermi prona, aprii gli occhi e vidi la dolcezza del suo sorriso proprio sopra il mio viso, ricambiai il sorriso e mi girai a pancia in giù , il percorso fu lo stesso le spalle, le braccia, il dorso, i fianchi, i glutei e le gambe per poi risalire con quei movimenti circolari a volte dolcissimi a volte più incisivi e mentre si allungava sopra il mio corpo, sentivo il suo seno che sfiorava il mio, anzi mi sembrava quasi di sentire i suoi capezzoli turgidi che giocavano a solleticare la mia pelle e lasciavo fosse lei artefice di tutte le sensazioni che mi stavo regalando.
Quando questo primo trattamento ebbe fine, mi fece alzare mi riconsegnò il mio telo e mi portò, passando sotto un arco bizantino nel caldarium; mi spiegò che ci sarei rimasta per circa una trentina di minuti e che nessuno sarebbe venuto a disturbarmi, quindi potevo tranquillamente fare ciò che volevo, mi sarebbe venuta a chiamare lei al momento opportuno; aprì l'ingresso di quella stanza e mi salutò richiudendolo alle sue spalle.
La prima cosa che feci fu quella di scrollarmi da dosso il telo e togliermi le ciabatte, volevo vivere quei momenti nella massima libertà e così nuda cominciai a guardarmi attorno, la stanza era spaziosa, rivestita completamente di mosaico con dei muretti di marmo bianco come pareti e dove il calore ed il vapore creavano una leggera foschia che mi avvolgeva completamente, mentre il mio corpo passava dallo stato fisico a quello astrale, cullato da una leggera melodia
che mi trasportava in un universo magico, mi distesi su una di quelle pietre lattee e mi lasciai trasportare da quel nirvana che stava possedendo il mio corpo intriso di minuscole particelle di vapore e sudore e le mie mani presero ad accarezzarlo, solcando i miei seni, avvolgendoli, scendendo poi sul mio ventre e sul mio monte di venere andando oltre, forse nella mia evanescenza volevo rassicurarmi d'essere ancora viva, toccando il piacere più carnale del mio corpo.
Non mi resi conto del tempo che passava e fu solo la voce dolce di Ambra che mi riportò alla realtà.
Una realtà che scoprii poi, essere solo temporanea in quanto ciò che mi attendeva nemmeno dioniso poteva immaginarlo.
Nel mio costume adamitico venni portata nella vichy shower, una stanza dove l'elemento primo per eccellenza l'acqua, accarezza il corpo con un effetto pioggia scendendo da otto getti posti sul soffitto e quattro mani all'unisono avrebbero massaggiato, coccolato, vezzeggiato la mia carne in un edonistico piacere; quindi sdraiata sotto quella lussuria, Ambra e la sua collaboratrice cominciarono a far danzare il mio fisico: i palmi delle loro mani scivolavano sulla mia pelle creando uno sfioramento da brividi, che veniva alternato da una sequenza di colpi dati con tutta la mano creando una specie di percussione, pizzicavano, torcevano, premevano, oscillavano su e giù lungo tutto il corpo con un ritmo, una frequenza, una sequenza, un moto talmente costante tanto che sembrava fosse un'unica persona a realizzarlo, la dea Kalì , che si appropriava di ciò che le veniva offerto. Il massaggio continuò per quasi un'ora in un'armonia solenne mentre fluttuavo aerea al di sopra di tutto. Le quattro mani, presero poi direzioni diverse ponendosi completamente alle mie estremità e mentre una ragazza mi massaggiava i piedi utilizzando quasi esclusivamente i pollici con movimenti circolari, l'altra faceva colare sulla mia fronte dell'olio di mandorle tiepido ed iniziava a massaggiarmi il collo, la testa ed il viso.
Il mio corpo non esisteva più, io non esistevo più, esisteva solo la mia anima che vedevo volteggiare su vette irraggiungibili, con la forza, l'eleganza e la libertà che solo un' aquila nel suo cielo può avere.
Mi fece tornare terrena Ambra, che coprendomi con una leggero lenzuolo di lino mi disse che il trattamento era finito e che con calma, quando volevo, potevo alzarmi e passare nella sala del the, uscì e mi lasciò sola in quella stanza che per un tempo chimerico mi aveva completamente scisso.
Aspettai ancora qualche attimo, mi alzai, mi avvolsi nel lenzuolo di lino ed entrai nella sala del the.
Un gioco di luci ed ombre mi pervase, alle pareti erano appesi degli arazzi dalle cromie che andavano dal giallo all' arancione, dal rosso al marrone, il pavimento completamente ricoperto di tappeti, riconobbi dei kilim, dei khamset e dei nahim, c'erano un paio di divani e decine decine di cuscini, dai tessuti arabeggianti, dei narghilè e dei bassi tavolini di legno scuro dove decine di candele illuminavano l'ambiente, a terra un vassoio in ottone dove da una teiera si espandeva il profumo del the alla menta e dei pasticcini al miele e alle mandorle mentre l'odore dell'incenso aleggiava ovunque, era un ambiente talmente coinvolgente e rassicurante che mi riportò con la mente ai miei viaggi in oriente e la musica che avevo udito nel caldarium si espandeva nell'etere; mi sdraiai a terra fra la bellezza di quei tappeti e cuscini, mi versai il the ed assaggiai i dolcetti che mi erano stati serviti, deliziosi e gustosi. Accarezzavo la mia pelle, la sentivo liscia come fosse di porcellana, morbida e profumata, ero veramente soddisfatta di questo mio regalo, sorseggiavo e spiluccavo ciò che mi era stato offerto e cullandomi in quell'ebrezza che mi coinvolgeva mi distesi e mi assopii.
Fu la sua presenza che mi destò, Ambra era a pochi centimetri da me completamente nuda, la guardai basita ma ero talmente sopraffatta dallo stupore che non riuscivo a parlare, fu lei a rompere il silenzio con la sua voce dolce e delicata dicendomi semplicemente.....mi piaci lasciati andare e non te ne pentirai.
Centinaia di volte nella mia fantasia avevo pensato a come avrebbe potuto essere un rapporto saffico, quali reazioni si sarebbero impossessate di me, ma era solo fantasia ed ora quella fantasia stava divenendo realtà. Non ebbi modo di reagire, Ambra poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie senza dischiuderle, solo un lieve bacio, pudico, mentre quelle mani che avevano solcato il mio corpo così professionalmente fino a poco prima, ora diventavano lascive e sensuali, mi tolse il lenzuolo di lino che mi copriva e mentre le sue dita scendevano sul mio ventre, la sua bocca era sopra il mio capezzolo che lei cominciò a succhiare e mordere. I capezzoli sono sempre stati lo start del mio piacere, ma fino a quel momento solo bocche maschili ne avevano preso possesso, ma la scossa adrenalinica che sentii mentre Ambra se ne serviva, mi fece capire che il piacere che stavo provando era lo stesso se non addirittura amplificato, da una situazione completamente nuova, ciò che in quel momento succedeva nella mia testa era un'esplosione incontrollata di paura e stupore, un'antinomia di bene e male, piacere e pudore che mi pervadeva; ma come spesso mi accade erail piacere a prendere il sopravvento ed io amo il piacere.
Le sue dita intanto erano scese sul mio pube completamente imberbe, mi sentivo inerme, creta nelle sue mani da modellare a suo completo piacimento.
Prese uno dei tanti cuscini e me lo passò sotto le reni, lasciò il mio capezzolo che era sempre stato fra le sue labbra, divaricò le mie gambe è portò il suo viso alla sorgente del piacere, avevo i brividi, sentivo il mio corpo teso come una corda ma allo stesso tempo sentivo che dalla fonte del mio sesso cominciava a sgorgare la mia essenza e l'odore di sesso pervase entrambe.
Con le sue mani esperte aprì le mie grandi labbra, annusò ciò che ne usciva alzò la testa mi guardò e mi disse che avevo un profumo meraviglioso, mai nessun uomo aveva dato un aggettivo all'odore del mio sesso, ero indifesa e completamente in sua balia, abbassò la testa e sentii la sua lingua che iniziava ad esplorare e roteare tutt'attorno alle mie grandi labbra, non usava solo la lingua ma con i denti le pinzava, pizzicava, tirava, le sue mani cercavano di allargare la mia fica in modo tale che lei potesse entrarci, credo che se avesse potuto ci sarebbe completamente entrata: leccava, succhiava, mordicchiava, finchè la mia mandorla fu completamente schiusa, si fermò e ritornò verso il mio viso, il mio cuore martellava come un tamburo impazzito, si avvicinò alla mia bocca e mi disse:"senti quanto è buona la tua essenza" mi venne spontaneo aprire la bocca e lei cominciò a baciarmi, mi sentivo impacciata, ma fu solo un brevissimo momento e mi unii con tutta la mia voglia a quel bacio e mentre le mie mani avvolgevano il suo corpo per addossarlo al mio, le nostre lingue iniziarono a stilettare: il mio primo bacio ad una donna.
Anche i nostri corpi cominciarono a fremere al contatto, mentre le mani li accarezzavano, interruppe il bacio per ritornare da dove era partita, la mia mente si stava abituando a quelle nuove sensazioni piacevolissime, e divaricai il più possibile le mie gambe per donarle tutto ciò che voleva. La sua lingua continuò a leccare la mia figa fino ad allungarsi al suo interno, roteava, si insinuava, lambiva ovunque, finchè la mia mandorla non fu nella sua bocca, cominciò a solleticarla e succhiarla, a morderla e pomparla, mentre le sue dita s'infilavano nel mio interno. Inizialmente furono dolci, lievi come se chiedessero permesso ma quando capì che il mio piacere veniva amplificato dal loro entrare, cominciò a penetrare con più determinazione, roteandole all'interno ben sapendo cosa andare a cercare mentre il mio clitoride era sempre nella sua bocca.
Il cunnilingus è sempre stato uno dei miei grandi piaceri e non tutti i maschietti che avevo avuto erano stati all'altezza dell'operato, ma Ambra era meravigliosa, era semplicemente donna e come tale conosceva il piacere al femminile, la mia posizione che fino a quel momento era stata supina e passiva ebbe un sussulto e piegandomi in avanti presi la sua testa fra le mie mani e la spinsi, se ancora fosse stato possibile ancor di più dentro la mia fica finchè lei non si scostò e venendo verso di me mi baciò nuovamente, cominciai anch'io a trastullare i suoi capezzoli, tanto che ci ritrovammo entrambe a schiacciare i nostri bottoncini, mentre il bacio si prolungava e la voglia di assaggiare il suo di nettare mi assalì, oramai ero prigioniera della lussuria, e quando avvicinai la mia bocca alla sua figa, cominciai a leccare semplicemente come poteva piacere a me e la cosa funzionò, tanto che senza accorgerci ci ritrovammo in un sessantanove dove ciò che si poteva fare fu fatto: lingue che scorrevano dalla fica all'ano, dita che si insinuavano indifferentemente su uno o l'altro orifizio, delicatezza, fermezza, furore, passione, intensità, un caleidoscopio di emozioni e sensazioni.
Non so per quanto tempo sia durato quel delirio, ma nel momento stesso in cui avevo messo piede dentro quel posto il tempo era diventato spazio, e nello spazio il tempo non esiste.
Mi ritrovai sulla via del ritorno a notte inoltrata, ero confusa, ma talmente appagata e soddisfatta che niente aveva importanza, ebbi solo un momento di autoironia e mi venne alla mente una pubblicità di qualche anno prima che diceva "two is meglio che one...." ero diventata bigusto, e mi dissi che ora avevo raddoppiato la mia percentuale di probabilità di trovare piacere...






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