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Racconto n° 4421
Autore: Morgause Altri racconti di Morgause
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Salon Kitty
-Splendore, è arrivato. Ha cercato Margherita. Mi pare un timidone.Gli ho dato il tavolo proprio sotto la pedana, come volevi tu-
-Grazie, entra Marco, sono quasi pronta-
Marco entra, richiude lentamente la porta e mi guarda, ipnotizzato.
Ha visto questo mio piccolo show un migliaio di volte, ma è sempre come fosse la prima.
Con un piede su uno sgabello sto tingendo le carnose labbra tra le cosce come fossero quelle della bocca: e l'effetto, tra la sottile striscia di peluria scura che ho risparmiato al rasoio, pare sia particolarmente eccitante.
-Sei bellissima, ogni volta che ti vedo così mi fai l'effetto della prima volta-
Così dicendo si avvicina, prende la mia mano e la posa sul sesso eretto sotto i pantaloni.
-Marco, che fai, e se arriva Alberto?-
-Alberto è impegnato a far conti, per ora, e tu inizi il numero tra dieci minuti: ti voglio da morire; dai, lo sai quanto sei più bella dopo aver fatto l'amore, splendi addirittura, per questo ti chiamo Splendore-
Marco è il factotum di Alberto, il padrone del Salon Kitty, il club molto, molto esclusivo dove lavoro; è bello, alto, scuro, senza scrupoli e mi fa l'amore così, di rapina e rischiando parecchio.
-Ma mi sciuperai il trucco che mi sono appena fatta, e se Alberto ci scopre, facciamo una brutta fine, lo sai quali sono le regole, qui dentro sono sua proprietà, non dimentichiamolo-
Lui non mi da ascolto, spinge me e la sedia contro il muro e si sbottona i pantaloni.
Lo voglio anche io, i nostri sono amplessi animaleschi, sempre di corsa e sul filo del rasoio per il timore di essere scoperti.
- Ora ti porto in paradiso, solo io so quello che ti piace-mi ansima all'orecchio.

Mi entra dentro violentemente mentre con una mano dalle dita d'acciaio mi sorregge la coscia avviluppata al suo fianco.
Sto per volare in cielo e oltre e glielo dico, mentre lo bacio furiosamente.
Intanto sussurra, artigliandomi i fianchi, con voce cattiva, stridula:
-Dillo ad Alberto come ti scopo, diglielo a quel vecchio, diglielo come godi con me-
E io esplodo davvero in un orgasmo cosmico; sempre così, son più veloce di lui.
Poi il ragazzo, con un gemito prolungato, si svuota dentro di me, le mani a stringermi i seni.

-Sapessi come sei ora, il tuo profumo è diverso, gli occhi sembrano aver cambiato colore e la bocca pare più grande, guardati, per questo ti chiamo Splendore - mormora Marco abbracciandomi e voltandomi verso il grande specchio.
-Vattene, devo lavarmi e rifarmi il trucco; avvisa Alberto che è arrivato il mio amico, che scenda a fare la parte dello zio, magari gli riesce anche bene-
E' vero, ha ragione Marco: nei miei occhi le pupille sono come allargate, i bordi sfumati, la pelle è lucida, splendente e un languore sottile, di femmina soddisfatta mi riempie facendomi sentire tutta morbida e calda.
Completamente nuda, a parte una catenella d'oro intorno ai fianchi e una farfalla tatuata sul fondoschiena, esco nel piccolo corridoio che mi porta alla piattaforma di acciaio con un palo al centro: la mia arena per l'abituale Lap Dance.

Contemporaneamente attacca la solita musica ritmica e ossessiva , ma il tono è basso, da club raffinato, non da discoteca.
I tavoli più ambiti dai clienti del Kitty sono quelli sotto la pedana: il motivo è ovvio.
Non guardo in basso, so che tu sei lì, tra quei visi dall'espressione famelica rivolti verso di me.
Allungo le braccia all'indietro, afferro il palo e contemporaneamente mi curvo in avanti , aprendo le gambe: le mie seconde labbra rossocorallo risaltano in tutto il loro splendore.
Facendo roteare i capelli guardo in basso: eccoti, nel tavolo che ti ho fatto assegnare, la fotografia non mentiva.
Mi accorgo che non sei un ragazzo, ma un uomo, con i capelli castani, scompigliati e uno strano sguardo, lievemente strabico, che ti rende irresistibile.
Sei alto, scivoli in avanti sulla sedia mentre mi guardi, sbalordito.
Non eri preparato a questo, lo so.
Tu sei venuto qui per incontrare una dolce ragazza, Margherita, conosciuta in web, che scrive tenere poesie e racconti di terre magiche odorose di spezie, studentessa universitaria iscritta alla facoltà di lettere.
Margherita, per racimolare qualche soldo, in alcuni giorni della settimana da una mano allo zio che possiede un club privato lussuoso, questo, il Salon Kitty, come cameriera.

Ti chiami Simone e sei un poeta: componi poesie a volte intrise di un sottile e coinvolgente erotismo. Vi siete incontrati per caso , internauti vaganti, lei si è innamorata delle tue parole anche quelle banali delle mails che avete cominciato a scambiarvi, nelle quali il sesso è del tutto escluso; tu parli di quanto ti piace il mare e lei sente le tue mani accarezzarla.
L'uso sapiente e forse involontario che sai fare della scrittura ha conquistato la ragazza e tu ti sei sentito attratto e lusingato dall'ammirazione di quella giovane e romantica donna.
Così, quando ti ha proposto di conoscerti, hai accettato, anzi l'idea del Salon Kitty ti ha intrigato, non credo tu fossi mai entrato prima in un locale del genere.

Però, vedi Simone, poeta evocatore di sogni amorosi, Margherita non esiste, è una creatura virtuale, Margherita sono io, una ballerina di dubbia moralità che si esibisce tre sere alla settimana in questo locale nella Lap Dance, che stai vedendo, e a richiesta e su congruo compenso anche nella Love Dance, che vedrai tra poco te lo prometto.
Probabilmente, in questo momento, non stai pensando alla dolce studentessa, vero?
Forse non ti chiedi neppure quando arriverà, infatti ci ha pensato Marco a dirti che ha avuto un contrattempo e che sarà qui tra poco.
La musica incalza, diventa più veloce e i miei contorcimenti si fanno più espliciti per arrivare al momento clou della danza, quando aprendo al massimo le cosce, aderisco tutta al palo,un amante davvero gelido, te l'assicuro.
Ma è proprio il freddo del metallo insieme al desiderio palpabile del pubblico a eccitarmi; mi stacco, per poi ritornare nella stessa posizione: guardami ora Francesco, un palo e una pedana ci separano, ma mi meraviglio che tu non senta il mio odore di femmina lì dove stai seduto.
Ora Alberto ti sta parlando, anche lui recita la commedia che ho scritto io: sua nipote si scusa, arriverà più tardi, etc, etc.

Tu annuisci, senza staccarmi gli occhi di dosso, ormai tutti devono essersi accorti che ballo solo per te, che il mio ventre proteso verso il pubblico è un'offerta al tuo corpo, sto realizzando la mia fantasia, Simone, quella di farti l'amore, ora, in questo momento, qui...
L'orgasmo mi colpisce all'improvviso, facendomi scivolare lungo il palo; silenzio assoluto in sala, il mio pubblico sente che non fingo, che ogni sera divido il mio piacere con lui in un rito di comunione pagana.
Poi riprendo a respirare normalmente all'unisono con gli spettatori e termino il mio numero.
Alberto è tornato nel buio, al suo solito tavolo in fondo alla piccola sala, da dove controlla tutto.
Lui pensa che tu, il mio poeta, sarai il prossimo cliente per la Love Dance.
Sai, gli ho raccontato qualche bugia, per esempio che sei molto ricco e non sa proprio come ti ho conosciuto, in Internet sì, ma non certo attraverso un sito di scrittura creativa.
Vedo un cliente fare un cenno di intesa a Marco, che mi guarda, mentre mi sto allontanando; con un movimento della mano convenuto gli dico di prendere tempo e di condurti da me.

La mia specialità, al Kitty Salon, è soprattutto la Love Dance, la Lap è solo preparatoria ad altri piaceri riservati a clienti danarosi e particolari, sia maschi che femmine; in quest'ultimo caso il prezzo sale se anche una donna vuole partecipare; neanche lei può toccarmi, ma masturbarsi sì , mentre io mi adopero con il suo compagno.
Costo cara, molto cara, ma nessuno è mai rimasto insoddisfatto, dopo una Love.
L'idea è stata mia, l'ho presa da un filmetto di serie C: l'ho esposta ad Alberto gli è piaciuta, facciamo a metà dei guadagni; per questo sto diventando una fanciulla decisamente ben messa a danaro.
Funziona così: il cliente paga prima direttamente a Marco la somma pattuita e viene fatto accomodare in una piccola stanza, attigua alla mia, dove ci sono solamente due sedie (una è per l'eventuale guardone) e un piccolo tavolino.
Si siede e viene ammanettato al fondo della spalliera: niente mani su di me, solo gli occhi possono saziarsi e qualche volta la bocca.
Mi avvicino, nuda, e mi metto a cavalcioni su di lui poi al solito ritmo ossessivo della Lap mi agito, in una perfetta simulazione dell'amplesso, accarezzandogli con il sesso il grembo, più e più volte, facendogli balenare davanti agli occhi i seni pieni, stretti tra le mani; a volte gli permetto di succhiare per un secondo i capezzoli, mentre lo guardo fisso negli occhi.
E' questo il mio piacere: in quegli occhi riesco a leggere più cose che se il cliente parlasse e quando se ne viene nei pantaloni, oh, che sensazione di potere infinito e anche di tenerezza; per un attimo, poco prima dell'orgasmo, nelle sue pupille scorgo un baratro, un vuoto assoluto, un annullamento totale che mi affascina.

Per te Simone la Love Dance sarà gratis, il mio regalo per i sogni che sai regalare a Margherita.
Sento dei rumori, Marco ti ha portato da me, la porta si richiude, con un rumore secco.
Eccoci qui, uno di fronte all'altro.
-Chi sei? e Margherita, che fine ha fatto?-
-Non saprei, non stava bene, ti scriverà, vedrai, io sono solo una ballerina di un certo genere, voglio molto bene a quella ragazza; per questo desidero farti un regalo, come si dice, gli amici dei miei amici sono i miei amici-
Mi guardi imbambolato, poi :
-Non ci posso credere, tu sei bellissima, e senza tacchi quasi abbordabile; vista da vicino sembri parecchio più giovane-
-Vieni Simone, ti chiami così vero? non aver paura, ti piacerà, siediti qui-

Ti tocco una mano e mi accorgo di desiderarti disperatamente, deve essere una faccenda biochimica di ormoni impazziti; comunque sia, Splendore e Margherita stanno convivendo con difficoltà.
Mi guardi preoccupato quando ti ammanetto, poi sorridi, il sorriso più bello del mondo.
Allora inizio la danza sul tuo grembo ma il mio amplesso simulato è vorticoso, i capezzoli non sono mai stati così eretti e mi sto bagnando, mi basta guardarti negli occhi color delle castagne per aver voglia di venire.
Rallento i movimenti sul tuo grembo fino a sfiorati lentamente con le labbra del sesso nudo: sei eccitato, non parli, ma mi supplichi con lo sguardo.
Ti porgo i seni, fanne quello che vuoi, brividi di eccitazione mi percorrono fino al ventre.
Tu sollevi il bacino, come a cercarmi, poi mormorando:
- Ma chi sei?- vieni con un gemito.
No, non finisce così, al diavolo le regole della casa, guardare e non toccare, nessun rapporto fisico con i clienti, ora non esistono più.

Così ti tolgo le manette, mi inginocchio tra le tue gambe e ti prendo in bocca, ripulendoti piano piano con rapide leccate; come fai presto a ritornare rigido: mi infili le mani nei capelli e gemi forte, il viso rovesciato sulla spalliera.
All'improvviso mi rendo conto di desiderare che tu mi abbracci, e mi baci, ora sono Margherita, tutti gli uomini che ho avuto non sono mai esistiti.
Ti faccio alzare e:
–Spogliati-
Non te lo fai ripetere, ti porto verso il divano nell'altra stanza e mi sei sopra, entri dentro di me lentamente, come Margherita ha sempre sognato, mi abbracci, mi baci e continui a chiamarmi con il suo nome, come una litania: in questo momento hai capito tutto.
Quando ti svuoti in me non provo il solito violento orgasmo, ma piuttosto un piacere lungo che mi annulla, arriva fino alle parti più lontane del mio corpo, facendomi navigare in un mare di beatitudine infinita.
Intanto il telefono interno continua a suonare, è di sicuro la voce del padrone, so anche il perché chiama: ho trascorso troppo tempo con un cliente, la faccenda insospettisce, sono una professionsita incapace di perdermi in inutili romanticherie.
-Alzati, Simone , vattene, passa da questa porta, ti troverai direttamente fuori-
-Dimmi che sei Lei, ti prego, non lasciarmi così-

-Non sono Margherita, te l'ho già detto, scrivo a malapena il mio nome, figurati, la ragazza invece è davvero brava, per quanto posso capire.
Spesso mi fa leggere quello che scrive, siamo molto amiche anche se può sembrarti strano; ti darà sue notizie, vedrai-
E lo spingo fuori, mentre dentro di me c'è una luccicanza nuova, un tepore come di nido, una dolcezza mai provata.
Ora Alberto vuole entrare, gli apro, mi guarda sospettoso, mentre mi avvio al bagno; vuole sapere perché mi sono trattenuta tanto con te, gli rispondo che non ti riusciva di venire e questo non va bene, il cliente deve uscir di qui soddisfatto. Poi:
-Non sto bene- dico-forse ho un po' di febbre; stop clienti, per questa sera-

Devo andare a casa a scriverti una mail di scusa per il mancato appuntamento; così ti chiederò se, nonostante la mia assenza, ti sei trovato bene al Salon Kitty.





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