Mi sono innamorata.
Ecco la cosa importante da dire. Ecco le prime parole da scrivere. Non - 'caro Vittorio' - o - 'non so come iniziare questa lettera' - o ancora - 'mi imbarazza doverti dire che...' -
No. Ciò che importa è che sono innamorata. Voglio che tu lo sappia.
Forse ci sono cose che è meglio non vengano dette... il semplice dirle crea la realtà.
Ma il silenzio è pesante. E la tua presenza nel cuore è dolorosa. Eri totalmente dentro il mio cuore a cui ponevi l'assedio. Andavi, venivi, legato a me da un filo sottile, che avrebbe potuto spezzarsi in qualsiasi momento. Te ne andavi, ed era una sentenza di addio che mi angosciava. Tornavi, e con te tornava la felicità. Ti ho amato moltissimo. Perché?
E dopo? Sono cambiata?
Mi sveglio in preda ad un sogno strano, che non mi so spiegare. Mi domando: - Dov'è lui? E l'amore? C'è ancora? E' aumentato o si è dileguato? -
Oggi sono felice. E' come se ridessi con tutta me stessa.
Nei giorni passati sentivo la tua assenza, sentivo la tua svogliatezza. Poi ti sei negato totalmente. Mi chiedevo perché. Poi non mi sono chiesta più niente.
Ti ho amato, ti amo. Ma mi sono abituata a non occuparmi più di te. Ho cercato di abituarmi alla tua mancanza. Ho incontrato un altro. Sollievo, felicità, senso di estraneità.
Un altro tempo, un altro sogno, un altro corpo, un altro.
Tutto è svanito ma rimane dentro di me. Fuoco estinto. Brace che brucia.
Ti ho amato. Non saprai mai quanto. Ti vorrò sempre bene. La promessa di esserti amica non si è spezzata.
I giorni della nostra vita volano e noi non siamo insieme. Ora sono felice, eppure mi manchi profondamente. Non mi scrivi, non mi parli, non so se mi sarai amico.
Non voglio dirti addio, né arrivederci. Dimmi tu ciò che vuoi.
Disorientata, ti dico solo che mi sono innamorata.
Mara
Con la lettera tra le mani, lui guarda fuori della finestra con gli occhi fissi ad un punto lontano oltre i tetti, oltre la linea sfumata dell'orizzonte.
Il vuoto nello stomaco si fa doloroso, i ricordi si accavallano portando echi di rancore e di rimpianto. Poco il rimorso ma profonda la ferita dell'orgoglio che gli fa sanguinare il cuore.
Anche se in fondo sente che lei ha ragione, che era inevitabile che finisse così la loro storia, che lei ha avuto fin troppa pazienza... ma il fatto è che ORA lui la desidera in una maniera così terribilmente dolorosa, spasmodica, come non gli sarebbe mai stato possibile immaginare PRIMA. Perché?
Deve telefonarle, deve dirglielo, deve parlarle, deve ascoltare la sua voce... dolce, languida, carezzevole voce.
Dunque farà il suo numero e dopo averla chiamata, tutto tornerà come prima.
Il suo membro turgido la chiama, la sua bocca ha sete di lei, le mani tremano nel desiderio di sfiorare la sua pelle di seta, gli occhi desiderano la vista sensuale del suo corpo nudo.
E' la sua donna, non può sfuggirgli così. Le altre non significano nulla per lui, sono solo un gioco, un diversivo, il soddisfacimento automatico di un bisogno fisiologico; è lei, lei sola, quella che conta, che lui ama, che ha sempre amato. Lei non può ignorarlo, lei che lo capisce così bene.
E poi l'ha sempre perdonato. Anche quella volta che l'aveva sentita piangere, al telefono, mentre lui stava con un'altra... il ricordo è fastidioso e lo scaccia. Cosa mai gli viene in mente ora? Si tratta di una cosa avvenuta almeno due anni fa, che c'entra ora? Non ricorda nemmeno più chi fosse l'altra!
Si affretta a fare il numero di telefono e si appresta a parlare con lei.
Mara sta ancora sdraiata, languida dopo l'amore, pensa ancora all'amante, all'incontro pieno di abbracci appassionati, di baci divoranti, di mani protese a stringere, accarezzare, colpire, di lingue avide di leccare e penetrare, di bocche aperte a succhiare e mordere e a sospirare sconce, eccitanti, dolcissime oscenità.
L'aveva incontrato ad una festa di compleanno, una sera d'estate. C'era stata una cena raffinata dopo la quale tutti gli invitati – una cinquantina – erano usciti in giardino per gustare la torta mentre iniziavano le danze intorno alla piscina illuminata. Mara indossava un abito di voile senza spalline, color giallo oro che faceva risaltare la sua recente abbronzatura, e ondeggiava sui tacchi alti, ballando, quando aveva visto Lui.
- Che figura elegante! – aveva pensato, notando l'indolente scioltezza con la quale si muoveva fra i tavolini, reggendo un piattino e una flute di spumante. Quando l'uomo l'aveva guardata, i loro occhi si erano incontrati e Mara aveva provato un leggero brivido. E quando lei si era seduta per sorseggiare il suo drink, lui l'aveva raggiunta, si era presentato, le aveva sfiorato con le labbra la mano che lei gli porgeva e poi l'aveva trattenuta con la sua, carezzandole leggermente l'interno del polso con l'indice, in un gesto al tempo stesso casto e intimo che l'aveva fatta avvampare, mentre i loro occhi erano come incatenati. Era passata una corrente fortissima di attrazione fra loro due, tanto che Mara si era sentita bagnata.
Avevano conversato, si erano sfiorati mentre ballavano, sentendo crescere il reciproco desiderio e poi si erano baciati nella piccola anticamera che conduceva al guardaroba, e mentre lui la stringeva a sé, ansimando, penetrando con la lingua nella sua bocca, a Mara si erano piegate le ginocchia e aveva capito che quest'uomo stava cancellando il suo passato, il suo amore di un tempo, e che stava entrando prepotentemente nella sua vita.
Si erano rivisti, più e più volte. Mara, incerta e confusa, aveva cercato di parlarne a Vittorio, che però in quel periodo era molto preso dal lavoro – almeno così diceva – e non aveva il tempo di incontrarla.
E oggi Mara e quell'uomo hanno fatto l'amore per la prima volta.
Lui è giunto a casa di Mara in anticipo sull'ora fissata, visibilmente emozionato, l'ha presa fra le braccia affondandole il viso nel collo, carezzandole i capelli e la nuca con una mano, mentre con l'altra le tirava giù la lampo dell'abito sulla schiena.
Dolcemente glielo ha sfilato mentre la conduceva verso la camera da letto. Sotto, Mara vestiva solo un reggiseno e dei minuscoli slip. Lui l'ha guardata con adorazione, poi ha chiuso gli occhi, come stordito.
– Sono pazzo di te – le ha detto, mentre le affondava le mani nel reggiseno e poi lo strappava via, aprendo la bocca sul petto di lei.
Riversa sul letto, Mara ha goduto come da tempo non le accadeva.
Il suo nuovo amante le ha provocato il primo orgasmo stimolando a lungo i capezzoli con la bocca piena di saliva e mordendole i seni e mentre lei si inarcava mugolando di piacere le ha allargato le gambe e ha infilato la testa fra le sue cosce. Dopo avere scostato il perizoma, ha passato e ripassato la lingua sulle labbra e sul clitoride gonfio così che Mara si è sentita tutta bagnata e poi gliel'ha infilata profondamente nella fica mentre le sue mani le sollevavano i fianchi, per premerla contro di sé, e le avvinghiavano i glutei, e le dita le toccavano il buco, tamburellando, ed è stato il secondo orgasmo di Mara, quando ha gridato, contorcendosi come una serpe tra le sue braccia.
Allora anche lui si è spogliato, mentre Mara stava ancora godendo, e cercava di tenere gli occhi aperti per bere la vista del corpo dell'uomo, ma gli spasimi di voluttà la costringevano a socchiuderli, e la testa le girava. E si è sentita strappare via anche il minuscolo perizoma, che prima era stato solo scostato... lui l'ha appallottolato nella mano e se lo è messo in bocca e si è afferrato il cazzo duro, proteso, con entrambe le mani per masturbarsi davanti a lei che gemeva, eccitata alla follia dai gesti di lui.
Dopo le loro bocche si sono incontrate nei baci profondi, con le lingue avviluppate, come volessero divorarsi, mentre i corpi strisciavano l'uno sull'altro, avvinghiati dalle mani vogliose...
Le loro labbra si staccavano solo per trarre respiri intervallati da parole di indecente fulgore.
E poi lui si è girato sopra il corpo di Mara, cercando con la bocca la sua fica e di nuovo le ha leccato il clitoride pulsante e le labbra gonfie e il perineo, giungendo fino al suo buchetto, infilandoci la lingua, le dita.
Allora Mara ha sentito sulla sua bocca il cazzo odoroso di lui, ed è stata travolta dal desiderio di averlo dentro di sé, nella bocca, nella fica, nelle viscere, ed è stato un susseguirsi travolgente di coiti ansimanti, di gemiti, di grida e di sussulti, finché lui ha sparso il suo seme sul corpo di lei mentre giungevano insieme al culmine. Mara pensa a quando si è sentita piena di lui, col suo cazzo che le penetrava lentamente nelle viscere, le dita di una sua mano che le stantuffavano nella fica, strofinando il clitoride, mentre l'altra mano le artigliava i seni, tormentando i capezzoli duri... Poi il cazzo per un tempo deliziosamente lungo è andato su e giù, dentro e fuori e il piacere è stato così forte da farla piangere mentre godeva, come impazzita, pronunciando parole sconnesse. E le carezze di dopo... e le parole dolci di lui e il tepore del suo corpo stretto a quello di Mara e i baci delicati sul suo viso...
E' stato meraviglioso e Mara sta ora rivivendo l'incanto erotico che l'ha stordita, quando sente ronzare il cellulare.
- Sì? -
La voce di Mara è morbida e sensuale mentre risponde, immersa com'è nella sua atmosfera di sogno.
- Ciao Mara... cara -
La voce di Vittorio strappa Mara al suo sogno.
- Oh, Vittorio. Hai ricevuto la mia lettera? -
- Sì, l'ho ricevuta. Mara... ti desidero. -
- Oh, immagino... Posso capire, è una reazione normale -
La voce di Mara ora ha un tono materno e comprensivo.
- Non vuoi vedermi? Ho BISOGNO di fare l'amore con te. -
L'intonazione di Vittorio è lievemente ansiosa.
- Non sarebbe di alcuna utilità, caro. Vuoi rimanermi amico? Ti voglio bene. Tu sai che ti vorrò SEMPRE bene -
- Ti prego, Mara. E' importante che ti veda subito. Ti prego -
- Mi dispiace Vittorio... non posso. -
Un CLIC avverte Mara che la comunicazione è stata interrotta.
Lei scrolla il capo e si immerge di nuovo nel suo sogno.
Vittorio è in preda a una rabbiosa frustrazione. Non si aspettava questa reazione da lei. Non sono state tanto le parole che l'hanno ferito, o il suo rifiuto di vederlo ora... no, è stato il suo tono, svagato, lontano, perduto in un'altra dimensione... lui l'ha riconosciuto: era il tono di una donna innamorata.
Allora è vero, è proprio come diceva nella lettera: si è innamorata di un altro.
Vittorio si prende la testa fra le mani, sentendosi impotente e disperato, poi entra in camera da letto e apre la ribaltina dello scrittoio antico. Aziona una leva nascosta che apre un cassetto segreto dal quale estrae una pistola e dei proiettili con cui la carica, mettendosela in tasca.
Poi esce di casa, diretto alla casa di Mara.
Nut