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Racconto n° 4481
Autore: Thierry59 Altri racconti di Thierry59
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Era un desiderio antico al quale non avrei volto rinunciare. Perché, nonostante tutto, il mio bisogno di sguardi altamente millesimati e feroci era indegno e non si arrendeva alle ore di sesso goloso ed opulento che comunque possedevo. Lei mi regalava qualsiasi desiderio, ma volevo godere ... nel buio di quelle mura dagli occhi della pece. Avevo bisogno di essere immersa nel nero e nell'oscurità, volevo le mani, la bocca, e il sapore del tradimento. Con i sensi in allarme, con solo un paio di jeans ed una maglietta bucata, con la libertà che hanno delle natiche scoperte appoggiate ad un muro scrostato, volevo godere dentro alle stanze della depravazione massima e non avrei rinunciato, avessi perso mille anni della mia esistenza. Io, libera di vivere e di esistere. In un'orgia di profumi ed oscurità mescolata a gemiti ed urla di piacere e di dolore, avrei immolato la parte del mio sacrificio più nascosto, rendendomi complice e protagonista di orgasmi che avrei dato e preso senza limite.
Quindi entrai.
Sola e forte.
L'aria elettrica e nera da subito amica. Una mano in tasca, l'altra che strisciava lungo il muro caldo.
Sabato notte. Le tre appena passate.
Cammino adagio, con eleganza. Sono un'ospite fortemente indesiderata, ma continuo ed avanzo nel buio con la voglia che cresce sempre più, esasperata dall'eccitazione che mi bagna già. Nero totale, nero assoluto, nero dentro quelle anime perdute fra catene e bracciali di cuoio... Mi giro e ascolto un orgasmo imminente a due millimetri da me. Lo ascolto attentamente, ascolto quelle voci maschili e forti che insieme esultano. Me lo regalo e mi sporco del loro stesso piacere, quindi proseguo, piano.
Una mano mi ferma e si appoggia sul mio seno. Lo accarezza, lo tocca, poi una voce sussurra di andare via... fa parte del gioco. Mi sposto un po', percorrendo il corridoio stretto fino alla fine, dove intuisco delle piccole stanze già tutte occupate. Due, tre, quattro uomini nudi che si amano selvaggiamente, mordendo la vita e succhiando le loro stesse anime... belli, oltraggiosi e infinitamente sporchi, che indossano solo un paio di anfibi di cuoio nero.
Mi faccio largo con un gesto veloce, proseguo ed infine mi appoggio appena su due meraviglie che appena intuisco. Sono le anime che cercavo, e fanno parte della mia, di quella che mi chiede di liberarla, perché presa in ostaggio da troppo tempo. L'oscurità è totale e gli odori fortissimi come la mia voglia che ora non resiste più.
Due corpi scolpiti e lisci, uno accanto all'altro, un vortice la mia testa, le mie mani sulle loro labbra, sul loro petto, poi più giù, mi rimbalzano attorno, in silenzio assoluto i miei jeans scendono. Insieme mi afferrano per i fianchi piegandomi in avanti con incredula gentilezza, sento la lingua fra le mie natiche che mi bagna piano, le gambe tremano mentre aspetto che mi prendano con una forza che non conosco, ma che so mi avrebbe regalato un orgasmo impietoso ed incantevole. Mi sporgo in avanti ed accolgo il loro sesso con immensa gratitudine.
Li sentivo entrare ed uscire da me, prima uno, poi l'altro, con alternanza perfetta. Un gioco erotico fantastico, dove io non potevo nulla ed aspettavo solo le loro spinte che potevo riconoscere e distinguere. Il loro piacere era il mio, i miei gemiti erano parte della loro eccitazione che cresceva sempre più ed io sentivo il mio orgasmo arrivare senza ritegno, come desideravo da tempo, come avrei sempre voluto. Gridai forte per il piacere che mi squartò le reni. Poi il loro piacere su di me, in sincronia perfetta, caldo ed immensamente maschio.
La testa in paradiso, il mio sesso all'inferno.
Non una parola, solo sospiri e fiato corto.
Il tempo di un pensiero e sparirono, ma riconobbi poco dopo il loro orgasmo, pochi metri più in là, fatto di spinte fortissime per riacquistare la potenza per un secondo sedata. Atto gentile e misurato che ora sfociava nelle pieghe di sessualità maschile che non lasciava tregua e prendeva natiche spingendo e godendo con massima virilità.
Cammino ancora.
Poi torno sui miei passi, ho bisogno di bere qualcosa, ma... una mano mi afferra e mi tira addosso ad un corpo completamente nudo che profuma di terra.
Mi parla.
Mi dice che ha sentito come godevo e vuole che goda insieme a lui. Naturalmente ci sto. Ed inizia subito la danza ma stavolta nel modo che più conosco e che a lui forse piace meno, ma non oppone resistenza e mi penetra veloce, sicuro ed appagante.
Veniamo assieme, dopo pochissimo. L'eccitazione è a livelli inaccettabili, sublimata ed invadente, complice di atti impuri dettati dalla mia anima cacciatrice di verità che nemmeno io capisco.
E lui che mi bacia, come un vecchio amante che, ringraziando, se ne va.
Penso.
E sono sporca di umori e sapori. Mi piaccio in questa veste, con i jeans e la maglietta bucata, e le mani che odorano di sesso.
Chissà di che colore erano i loro occhi, i miei di sicuro ora sono più chiari e, chissà, più sinceri.
Sono passati pochi istanti, o forse delle ore ...
Poco importa perché nell'orgia che contiene la mia anima ci sto bene e continuo a passi ora più decisi e sicuri a camminare come se quel buio non ci fosse più, come se ora vedessi chiaro dentro di me.
Voglio ancora sesso, voglio ancora che i miei sensi si accendano di fuoco, di quel fuoco che tanto mi arde e mi incanta. Voglio baci e carezze e sguardi ed occhi dentro ai miei. Mani che mi toccano piano e mi fanno godere lente. Chiudo gli occhi, una musica improvvisa, e
avvolta in un abbraccio che toglie il fiato, mi immagino fra le sue braccia, che calde mi accolgono e mi stringono forte.
Allora me ne vado.
E lasciando la stanza nera come i miei pensieri appagati e stolti, con lo sguardo saluto e ringrazio quelle anime che come la mia, comprano attimi di meraviglia, senza vergogna.
La notte è trascorsa fra urla di piacere nero.
Tornerò.
Con lei.

Thierry59

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