Racconti Erotici - RossoScarlatto Community
RossoScarlatto Community
.: :.
Racconto n° 4486
Autore: Mameha Altri racconti di Mameha
Aggiungi preferito Aggiungi come Racconto preferito
Contatto autore: Scrivi all'Autore
 
 
Lettori OnLine
 
Romanzi online
 
Manniquin
Brehat
Rebel
Friends
Orchid Club
Menage a trois
Remember
The best
Destiny
My Story
 
 
Inverno
Quell'uomo ti insegnò ad amare.

Eri bambina prima di lui.
Credevi nelle favole e nella realtà, che erano ben distinte.

Poi arrivò lui.
Il conquistatore, il seduttore, delle altre. Tu lo vedevi e non ci pensavi proprio, a entrare nel carnet.
Lui era il tuo amico.
Il tuo migliore amico, quello con cui infilarsi sotto un piumone in una tenda e dirsi tutto sino all'alba, e poi dormire sorridendo, felici di quell'intimità più che di qualsiasi malizia.
Sino a diventare indispensabili l'uno per l'altra.

Poi una notte, tu e un tuo nuovo ragazzo, lui e la sua ennesima conquista, una tua amica venuta da fuori per puro caso.
Cinema, panini, tutti a casa tua nel seminterrato, aprite il divano letto e vi infilate in quattro: tu e Riccardo, lui e Giuliana.
Solo che tu e lui siete amici, pane e burro, e questo è di più di quello che vi può attirare negli altri due.
Corpi che si spogliano e si accendono, ognuno su chi ha davanti, ma è troppo forte la vibrazione, il voyeurismo spinge forse loro due, non voi.

Mentre lui si struscia su Giuliana, senti la sua pelle nuda scorrere tangente alla tua. Lo senti e non focalizzi più l'uomo che ti sta accarezzando eccitato, sei ammaliata e avida di quei millimetri rubati. Finalmente avete febbre alta nelle vene, quella febbre che non vi aveva mai ammorbato vicini, sinora.
Spingi il polpaccio teso, la pelle lucida e morbida, ad allacciare una sua gamba.
Cupo presagio beffardamente ignorato, è così che finalmente si rompe la diga: rubando. Tu lo rubi alla tua amica, lui ti sottrae a quel ragazzo che per di più ti aveva presentato lui, bello scambio di favori!
Far rotolare Riccardo e Giuliana l'uno verso l'altra è sin troppo facile, siete sempre stati manipolatori tu e lui, abili a far credere agli altri che stanno facendo quello che vogliono loro, mentre calcano passo passo le briciole di Pollicino che disponete ad arte. Vi viene naturale, non è nemmeno calcolo, è puro e semplice istinto, indole di predazione.

I vostri amici sono presi dalla foga, dalla curiosità, dalla trasgressione. Voi state rompendo un millimetro alla volta un tabù molto più forte: la separazione che vi teneva a una distanza di presunta sicurezza.

C'è un momento ben preciso in cui tutto cambia.
Nulla di imprevedibile, nessun colpo di scena:
come nelle tradizioni più antiche, nella memoria più primitiva, è quando lui entra dentro di te.
È quando, un millimetro alla volta, tu apri le cosce ai suoi lombi, e lui lacera quell'imene immaginario che vi rendeva fratelli.




Da lì cambierà tutta la tua vita.

Iniziate a giocare. Ad amarvi.

Il sesso fra voi è una dimensione nuova.
Amici, fratelli, complici. Giocate, amate regalarvi sogni e sorprese, la fantasia spalanca porte, abbatte barricate e scopre scenari inediti.

Ricordi? Salse spalmate sul tuo corpo in una roulotte, nel gelo di febbraio, ma quanto ridevate? E quanto godevi tra una risata e l'altra, i sussulti che prendono il sopravvento e il gioco che diventa terremoto e urla, libere in quel cortile deserto, urla di piacere mentre lui ti sbatte e ti sconquassa?

Non perdete occasione per sorprendervi a vicenda. Tu sfoggi i tuoi modi deliziosi e ti fai regalare dal cinema il poster del film galeotto, che nascondi in un cespuglio, e lo porti in giro a cercarlo nel parco a suon di - Acqua, fuoco... - .
Lui parte in moto da Milano per farti trovare sul vetro della macchina una rosa mentre sei a Bormio per il weekend, senza farsi neanche vedere.
Spesso vi infilate nei multisala e vedete due film uno dopo l'altro, scegliendo i cinema che ancora fanno un intervallo tra primo e secondo tempo per poter scopare nei bagni senza perdere il filo della storia.

Tutto è epico, tutto è eroico.
I gesti sono intrisi di voglia di vivere, di gioia, di solitudine disperata che finalmente trova conforto. Di mani allacciate sempre, anche quando nemmeno sai dov'è. E sai sempre dov'è, è un cammino di stelle il vostro, basta alzare lo sguardo al cielo e le narici al vento per ritrovartelo accanto.

Prenderete due cani così formerete un branco, farete tutto insieme e Dio non avrà più creato l'uomo e la donna nel vostro mondo, perché voi siete una cosa sola e un universo intero.

Siete una cosa sola anche quando lui gioca con le altre, e tu lo sai e ne godi, mentre le vedi cadere squagliate dai suoi trucchi da Casanova.
Ne godi perché ogni altra donna che lui assaggia non è te, e vedi che le altre perdono anche quel poco sapore che avevano prima che tu ci fossi.
Ne godi perché ora lui le vuole con te, e impari a volerle anche tu, rapita dal piacere che gli leggi nella voce rauca quando vi guarda salire e scendere su di lui, coprendolo di saliva e umori e immagini indelebili.

Rifiuterai sempre gli altri uomini che lui ti proporrà: sai che non reggerebbe, che si spezzerebbe qualcosa, anche se lui è alluvione e vento e tempesta e cerca proprio il limite, sempre convinto di essere il più forte. Tu però sei donna e sai preservare, sai fermarti sul ciglio.

È lui che ti inizierà.
Lui che ti presenterà a te stessa. Che ti insegnerà a trovare la strada al buio. Sapeva da sempre che ne eri capace, non doveva far altro che svelarti a te stessa.







Ti capita ancora di sentire nelle spalle l'eco di quella stanchezza profonda, incolmabile. Quella condizione di sfinimento scoraggiato, di anima lesa, l'inerzia del mettere un passo dopo l'altro rileggendo in un angolo di coscienza il mantra che il tempo aiuterà, che l'importante è superare questo momento, venirne fuori un giorno dopo l'altro, un passo senza di lui dopo l'altro.

Lui ti aiuta. Si fa odiare. Si fa nemico. Il tuo nemico peggiore, perché ha radici dentro di te che nessuno estirperà mai, nemmeno tu. L'unico modo di allontanarti da lui è iniziare ad amare altre parti di te. Scegliere il giorno e sbarrare le porte alla notte. Ignorare le stelle, il canto dei lupi, le correnti marine, e scegliere sempre solo terra, fertile terra, solida terra.

Sì, mi capita ancora di sentirmi addosso quella stanchezza malata, la sento nelle spalle che sembravano non riuscire più a portare se stesse, nei polmoni che non riuscivano più a riempirsi davvero. È passato ora, ho vissuto dieci vite diverse da allora ad oggi, ma le cicatrici si arrosseranno ancora e sempre al cambiare del tempo.

Separarmi da te è la fatica più immensa, dolorosa e straziante che abbia mai dovuto portare a termine.
Sono passati quasi dodici anni.
Eppure ancora, quando vedo un diciotto in un film, ti sorrido.
Ancora la superstizione dei numeri, ancora il sorriso complice.
Ci sono legami che diventano ossa, scheletro dentro di te.
La nostra personale versione dello scheletro nell'armadio...

Sei tu che mi hai iniziata, amore mio sepolto.
Sei tu che mi hai insegnato a vivere il corpo come frutto, la pelle miele, lo sperma latte. Re Mida che trasformavi ogni gesto in canto, in festa.

Forse non era una droga, certo era dipendenza.
Io e te eravamo tutto, tutto.
Tutto ciò che conta.
Quello che succedeva fuori, il mondo, cosa poteva mai interessarci o importare, al di là di noi?

Ricordo tutto sai?
Ricordo lo schiaffo che ti diedi in risposta al tuo, e tuo fratello piccolo che dannazione da dietro la macchina aveva visto solo la mia mano contro il tuo viso e si era convinto che io ti maltrattassi!
E i calci, quando ero già a terra.
E l'anello che mi strappasti dal dito con una rabbia tale da farmi paura, gettato per terra, poi calpestato dall'ambulanza che non era neppure per me, ma per qualcuno di ben più fragile, che soffriva l'uragano del nostro disperato amore.

Oggi sono invecchiata dentro e fuori, e ne sono felice.
Sono bimba, donna, madre, figlia, combattente e pacifista, pigra e iperattiva.
Mi hai forgiata. Non l'unico certo, ma imprescindibile.

Ora, dodici anni dopo, ora che ho ricominciato a dormire sotto le stelle e nuotare nell'abisso, a riemergere e giocare e respirare nell'acqua e nel cielo e nel mare, posso finalmente rivolgere uno sguardo onesto sino a dentro ciò che siamo stati. Posso concedermi l'inammissibile lusso della nostalgia di quell'amore immenso. Posso ringraziarti, almeno da qui, dove spero che non mi leggerai mai.

Mameha

Biblioteca
 
Community
Redazione RS
Biblioteca

Biblioteca

 
.: RossoScarlatto Community :.