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Racconto n° 4493
Autore: Greeneyes e Penelope Altri racconti di Greeneyes e Penelope
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Ode alla fonte pura
Mi lascio cullare dal dondolio del treno, lancio avanti nel tempo i miei occhi chiusi, ad immaginare il tuo sguardo; la fantasia è libera di spaziare, ho pochi elementi di te, una piccolissima foto icona di Messenger, parole sullo schermo, tracce allusive per mille possibili esiti, unica certezza il desiderio profondo di conoscerci e di legare le nostre esistenze, anche solo per un fugace incontro.
Sono serena, un po' trepidante, è la prima volta, è la prima volta, ripeto dentro di me, che finalmente il fascino misterioso dell'essere femminile potrà svelarsi alla mia inesauribile voglia di vita e di conoscenza.
So già che ciò che desidero non è solo un corpo speculare al mio, ma è altro, è la scoperta reciproca della pelle, del respiro interiore, del movimento lento e sinuoso, dolce ed accattivante, un'altra me che parla con me.
Qualche messaggio sul telefonino, colorati dettagli per riconoscerci alla stazione "ho un trench nero e stivali neri...sarà divertente ed anche eccitante cercarci tra la folla" mi scrivi.
Ho una sottile euforia, un po' di incoscienza forse, ma ancora un volta sono pronta a tuffarmi ed a vivere intensamente un'esperienza nuova ed eccitante, sicuramente arricchente.
Eccomi in stazione, tutti hanno una direzione precisa, traiettorie razionali ed io invece mi muovo casualmente, con gli occhi che cercano la meta, per ora solo "trench e stivali neri".
Finalmente ci individuiamo tra la gente, un reciproco sorriso, un caldo abbraccio ed un bacio sulla bocca, lì in mezzo alla gente; due marocchini ci guardano con gli occhi spalancati, ma noi due abbiamo già incominciato a chiudere il mondo fuori, indecentemente ed allegramente.
Per prima cosa mi colpiscono i tuoi occhi, il tuo sguardo dai riflessi iridescenti e liquidi mi sovrasta leggermente e sento subito il calore del tuo corpo che mi avvolge, senza timore alcuno, e la tua testa che accenna un tenero movimento fa ondeggiare i capelli scuri ad accarezzare le spalle.
Sul taxi le nostre mani si intrecciano e ci parliamo, come se ci conoscessimo da sempre; le mie dita accarezzano il dorso della tua mano e già desidero scorrere la tua pelle ambrata ed assaporarne il gusto.
Lascio che la tua voce mi racconti di te e mi concentro sulle parole, ma assorbo anche il tono, il modulato accento che mi riporta alle tue radici.
Di nuovo un viaggio, fuori e dentro di me, movimento verso i luoghi e le persone: l'immobilità del pensiero non mi è congeniale, sono magma emotivo e calore carnale.
La tua sensualità mi ha colpita immediatamente e ho capito subito che stavamo parlando lo stesso linguaggio, universale, dei sensi, un indagare nell'eros curioso e goloso, ed intenso.
Siamo finalmente sole, in albergo; la nostra allegria è naturale e l'attrazione fa il resto: ci togliamo gli stivali e ci tuffiamo sul letto, vicine, e continuiamo a parlarci mentre ci accarezziamo, teneramente, ma con una sottile voglia che cresce progressivamente e che presto diventerà audacia.
Quasi automaticamente prendo ad accarezzare i tuoi seni che si offrono dalla scollatura dell'abito e scendo a baciarli, lì dove la densità della tua femminilità è più prorompente e per la prima volta assaporo la bruna aureola dei seni giù turgidi.
Le mie mani li stringono e la bocca li percorre, la lingua ad alimentare la progressione del tuo piacere, lungo il tuo corpo; c'è un silenzio carico di tensione erotica che cresce in modo ondeggiante, come mare che avvolge i nostri corpi, abbracciati a danzare nel letto.


E' la vita. La danza della vita.

Più ci scivolo dentro più mi sentirò viva.

E allora esperienza. Mangiata, succhiata, leccata.

Perché è vita e tu sei come me.

Tuo il fascino della prima volta. Mia la meraviglia dello scoprire.

La tua tensione eccitante ed elettrica.

E la mia attenzione alta.

Non ferire, l'equilibrio portato oltre un limite già dimenticato .

I capelli tra le mani, la voglia trattenuta di stringere forte. Sentire che pulsi sotto di me .

Il collo. Da accarezzare e mordere.

Le parole sono diverse con una donna. Non meno sensuali o meno volgari.

Diverse.

Le labbra morbide. Tutte morbide, bagnate e scivolose .

La pelle che si struscia, le dita che scivolano, entrano.

Cercare quel punto. Trovare la forza primitiva che è in te e in me.

Anzi no. E' te e me assieme.

Le azioni sono diverse con una donna. Non meno penetranti o meno profonde.

Diverse.

Un uomo non sa cosa sente quel corpo mentre entra con un gesto sacro.

Io sì.

Amplificato. So di te e sento di me.

Non c'è confine ora tra il tuo piacere e il mio.

Tra la tua anima e la mia.

Facciamo l'amore dell'anima mi scriverai in seguito.

Facciamo l'amore nell'anima la mia risposta.

Forza dirompente e calda.

Scoppia l'energia in quel gemito.

Vorrei che urlassi e io vorrei urlare assieme a te.

Quanto c'è di antico atavico primordiale.

Il mio animale e il tuo usciti ora.

Senza più gabbia attorno sono fiere irrispettose e prendono.

La lussuria che hai quando mi dici che stai godendo.

La lupa se la mangia.

L'impudicizia quando mi sento venire.

La pantera se la lecca.

Gattine appena abbandonate sul materasso a miagolare di estasi.

Guardo il tuo respiro.

Splende il tuo corpo ai miei occhi.

Ne voglio ancora.

Sete e sete.. la gola asciutta alla vista di una fonte che non si esaurisce.

.......

Il tempo è sincopato dai picchi di piacere, ti assaporo, gusto per la prima volta il sapore del tuo sesso di donna, la mia lingua percorre ogni piega tra le tue gambe calde e prendo tra le labbra le tue labbra frementi; le mie dita penetrano dolcemente dentro di te e ti accarezzano, ti percorrono, imprigionano e liberano il mio piacere ed il tuo.
Poi desiderio di acqua, di rivoli d'acqua calda che scorrano lungo il tuo corpo ed il mio, per condividere insieme il flusso liquido, che ci scorre fuori e ci percorre dentro. Siamo sotto la doccia, ed accarezzarti, assaggiarti, leccarti, sentirti vibrare nel profondo del tuo godimento è eccitante e sacro al tempo stesso.
Vivo l'acqua come simbolo di vita, è rito ancestrale e propiziatorio, indica purificazione e rinascita. Il sedile della doccia è mosaico colorato e cangiante, con l'acqua che scroscia e riluce, "sembra un trono", penso. E' il momento più intenso del desiderio di te, ti accarezzo dappertutto, le mie dita a suonare il tuo piacere, la mia bocca tra le tue cosce, con l'acqua che mi batte sul volto e si mischia al gusto della tua femminilità. Il tuo corpo che si scuote, la tua voce che racconta in gemiti il mondo lontano e vicino del godimento senza confini, mi trasmette una sensazione di felicità profonda e sprigiona energia e piacere, anche per me.
La cascata d'acqua su di noi è interrotta, le tue braccia mi avvolgono in un candido asciugamano e sento il tuo abbraccio, le carezze che dissolvono le gocce d'acqua sul mio corpo, ma lasciano traccia della libidine e della passione. L'acqua non è più visibile, ma è dentro di noi, energia pulsante, fiume carsico che ci unisce fin nel profondo, fonte pura che suggella il nostro legame.

Greeneyes e Penelope

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