SERENA
Cazzo, un giorno alle stelle e poi un susseguirsi di alti e bassi che non riesco a capire. Anche stasera prevale quella tua aria da bastardo strafottente, hai risposto male pure a Ivan, che non ti ha fatto nulla se non fosse per il fatto che anche lui mi scopa, ma con tutti i diritti visto che è il mio ragazzo. Lui stravede per te ed ovviamente non ci ha fatto neanche caso, ma io mi sono accorta del tono scocciato della tua voce.
Non si fa così Diego, era la tua prima regola, ricordi? Mai mettere una femmina davanti ad un amico. Lo hai sempre ripetuto con ostinazione, come se il primo a non crederci fossi proprio tu, come se quella lezioncina che ripetevi a memoria servisse a ricacciare giù il desiderio di me. Perchè sono io la donna che desideri e che ormai è di un altro. Da quando me l'hai confessato qualche notte fa ho capito che mi sarebbe bastato mettere insieme gli indizi per accorgermene molto prima: le tue occhiate ardenti, le uscite insieme sempre più frequenti, le chiacchierate in un angolo annoiati dai soliti discorsi sul calcio e soprattutto lo scattare del tuo corpo ogni volta che involontariamente ci sfioravamo. Tuttavia, io per prima credevo nelle tue regole e non ho mai dato importanza a questi piccoli episodi.
Adesso invece non so più cosa pensare. Ti guardo negli occhi e vedo la voglia di farmi male ad ogni parola. Le calibri bene, perchè sai perfettamente dove andare a colpire e poi giù senza pietà. Da quando parli della bella rossa che hai rivisto lo scorso fine settimana dopo la festa, a quando racconti di qualche tua cliente particolarmente troia che ti apre la porta in vestaglia da camera e lo sguardo pieno di voglia.
Darei una randellata sul muso a Ivan, che ti ascolta perso, invidiando la tua professione di idraulico o forse semplicemente la tua libertà sentimentale, che ti permette di farti chi vuoi e quando vuoi.
Mi prende la voglia di andare a casa e rompere in due il condizionatore, solo per farti vedere quanto sarei mignotta io se ti presentassi a casa mia per una riparazione. Mi sta montando dentro un nervoso da paura e per non ascoltare più i vostri discorsi da adolescenti segaioli vado a prendermi da bere. Un coca e havana, ecco cosa mi ci vuole. Voglio affondare nel liquido marrone quel calore che mi ha preso di nuovo tra le gambe al pensiero di te che scopi con un'altra. Voglio strapparmi via questa perversione dall'anima, anestetizzando la mia lucidità nell'alcool.
DIEGO
Che tu sia maledetta strega bastarda, voglio vederti che mi implori in ginocchio di darti quello di cui hai bisogno. Mi hai praticamente estorto una confessione amorosa incantandomi con i tuoi occhioni scuri da cerbiatta, mi hai fatto tirare fuori tutta la dolcezza che avevo chiuso nel mio cuore, quando abbiamo fatto l'amore ti ho dato tutto me stesso senza remore, mi hai fatto passare la notte più bella della mia vita, e poi? Ti fai beccare a fare la zoccola con Ivan proprio davanti ai miei occhi. No, non l'ho dimenticato cara mia quel siparietto sconcio, ma non è solo questo che mi fa nascere da dentro questo bisogno di farti soffrire. E non è neppure una questione di orgoglio ferito, sai bella? La verità è che ti ho vista la notte della festa, ma non quando credi tu dopo che mi sono fatto quella rossa tutto pepe, ma molto prima. Non è la dolcezza quella che vuoi vero? Tu vuoi qualcosa che faccia vibrare in profondità le corde della tua anima. Altrimenti non si spiegherebbe la frenesia furiosa con cui ti smanettavi il clitoride, mentre mi guardavi montare la mia amichetta. E' vero, avevo la testa affondata prima nelle sue tette e poi nella massa riccia dei suoi capelli, ma potevo indovinare la tua presenza lì anche senza girarmi. Potevo sentire l'odore della tua fica salirmi alle narici ed arrivarmi direttamente alla punta del cazzo, come una scossa elettrica. Ti ho osservato di sottecchi, sulle prime ero convinto che te ne andassi via piagnucolando come una femminuccia, ma poi ho percepito la tua eccitazione e allora mi sono impegnato di brutto, cercando di offrirti uno spettacolo degno di essere guardato. Saperti lì, con gli occhi incollati al mio corpo fuso con quello di un'altra ha amplificato in modo esponenziale le mie sensazioni, e la sintonia con la quale abbiamo goduto, mi ha fatto capire ancora una volta che adesso che ti ho trovata non posso più lasciarti andare. Voglio il tuo cuore, voglio la tua anima e voglio anche le tue perversioni. Quindi soffri pure quanto ti pare, tanto lo so che tornerai da me.
SERENA
Seduta al bancone del bar scambio due chiacchiere con la barista, mentre bevo un altro cocktail e un paio di birre. La testa mi si sta facendo pesante, era proprio la sensazione che cercavo e che solo l'alcool mi sa dare. Ma se la lucidità inizia a scarseggiare, la voglia di te no. Per lo meno adesso non mi sento in colpa per quello a cui sto pensando, ed è già un buon risultato.
Stasera non ho gli slip, sai? Volevo essere pronta nel caso si fosse presentata l'occasione, ma tu non sembri per nulla interessato e ora mi sento anche un po' stupida. I tuoi discorsi mi hanno eccitata a tal punto che ho iniziato a bagnarmi fra le gambe e adesso mi sembra che tutti possano sentire il mio profumo di donna, riempiendomi di imbarazzo.
Barcollando mi dirigo verso i bagni, sono certa che dopo aver fatto pipì ed essermi rinfrescata un po', tornerò come nuova, pronta per andare a casa e provare a dimenticare tra le braccia di Ivan il figlio di puttana che sei.
DIEGO
Certo che stai bevendo parecchio stasera, era da tempo che non lo facevi più. Ti ho guardato buttar giù cocktail e birre come se fossero acqua e mi immagino che adesso starai da schifo. Stai seduta sullo sgabello per darti un tono, ma sono sicuro che non capisci nemmeno una lettera di ciò che dice la barista. Anche Ivan sembra preoccupato, di solito ti guarda poco perchè sa che ti piace leggere il giornale e parlare con le altre ragazze, invece stasera sente il bisogno di informarmi ogni volta che ordini qualcosa, come se io non ti stessi fissando da più di un'ora e non lo sapessi benissimo da me cosa stai facendo. Chissà se li senti i nostri quattro occhi addosso.
Ora lui si è messo a parlare di calcio con gli altri ed è presissimo. Talmente preso che potrei perfino avvicinarmi a te e provarci spudoratamente che non se ne accorgerebbe nemmeno.
Mi alzo per andare a pagare, tutta una scusa ovviamente, ma quando arrivo al bancone vedo che tu non ci sei più, eppure un secondo fa, dalle poltroncine fuori dove siamo seduti noi ti ho vista qui. Ho capito, non hai retto l'alcool vero bambolina? Adesso vengo io in bagno a vedere come stai...
SERENA E DIEGO
- Come stai? -
La tua voce mi colpisce alle spalle, mentre mi sto sciacquando il viso sotto l'acqua bella fresca, e mi fa sobbalzare. Ti aspettavo o non ti aspettavo? In fondo non osavo sperarci, ma adesso sei qui. Reprimo l'impulso di buttarti le braccia al collo e di attaccarmi avida alle tue labbra.
- Non hai visto che è il bagno delle donne? - Metto i polsi sotto il getto freddo, come se questo bastasse a calmare il batticuore che mi hai scatenato dentro -. E comunque stavo meglio prima che arrivassi -.
- Non ci credo -. Lo dici avvicinandoti piano, come un grosso gatto indolente che aspetta di attaccare il topolino ormai in trappola.
- Sbagli caro mio, da quella sera non sono successi che guai. Inoltre tu mi eviti e io non so più cosa pensare. -
- Io non ti sto evitando, è solo che ho molto lavoro e a volte le clienti mi chiedono pure gli straordinari... -
Non ti lascio finire di parlare, la mia mano si abbatte sulla tua guancia prima ancora che il mio cervello abbia elaborato il pensiero, come mossa da vita propria. Una rabbia irrazionale si è impossessata di me. Io che non sapevo nemmeno cosa fosse la gelosia, adesso ne sono annientata.
Tu hai perso tutta la pazienza ora, lo sento da come mi spingi contro il muro, mi blocchi le braccia sopra la testa e mi mordi un labbro. Il mio bacino traditore ondeggia contro di te, facendoti capire che quel trattamento non mi dispiace affatto.
- Bastava dirlo che ti piacciono i modi bruschi, piccola -.
Ora mi blocchi entrambi i polsi con una mano, sei forte e ci riesci senza alcun problema, mentre con l'altra scendi giù tra le mie gambe. Quando senti che sono senza slip mi sussurri in un orecchio: - e così la mia topina non aspettava altro, eh? Ci scommetto che è tutta la sera che pensi a questo momento, vero? E come sei bagnata, è davvero un piacere - Così dicendo affondi due dita dentro di me, strappandomi un mugolio di approvazione e di nuovo i miei fianchi si agitano sulle tue dita, per prenderle sempre più a fondo.
Mi lasci andare le mani ora e io ti abbraccio, ti graffio, ti accarezzo. Ti attiro verso di me, come se non fossimo abbastanza incollati, come se volessi farti entrare in me con tutto il corpo. Ti slaccio i pantaloni e metto una mano nei tuoi boxer, per liberare la tua potente erezione.
- Scopami Diego -
Chini la testa all'indietro come per ricacciare indietro la voglia di assecondarmi. E' difficile mantenere l'autocontrollo ora che la mia mano si muove veloce sul tuo bel cazzo, vero? Ma è solo un attimo e poi mi spiazzi di nuovo con le tue parole: - Dimmi come vuoi essere scopata... come ho scopato quella ragazza alla festa? Lo so cosa hai fatto, sai? Credevi davvero che fossi così preso da non accorgermi della tua presenza eccitata? Da non sentirmi i tuoi occhi puntati addosso? Da non capire cosa facevi con una mano nelle mutande? -
Mi giri faccia al muro adesso e mi fai aprire bene le gambe. Avvicini la bocca al mio orecchio. Posso sentire la tua voglia fluida colarmi sul culo, mentre mi dici: - Dimmelo Serena, dimmi quanto ti ha eccitata quella scena e metterò fine a questa tortura -.
In questo momento ti direi qualsiasi cosa per sentirti di nuovo dentro di me, inoltre l'alcool ha sciolto i miei freni inibitori e certe ammissioni non mi sembrano più così vergognose. Ovviamente avrò tempo domani per pentirmene. - Non penso ad altro tesoro, non pensavo che guardarti mi scatenasse dentro quel misto di piacere e dolore che a quanto pare è proprio ciò che stavo cercando. Mi sono sentita sporca, per questo mi hai trovata in lacrime, ma l'orgasmo è stato travolgente, oh sì... così... - Finalmente sei di nuovo dentro di me, sento le tue spinte poderose riempirmi di piacere e dopo pochi affondi devo arrendermi al prepotente orgasmo che mi assale. Anche tu ti stai avvicinando al punto di non ritorno, lo sento dal tuo respiro che si fa corto e dalle spinte sempre più veloci e forti. Appoggi la testa alla mia mentre sospirando forte riversi dentro di me tutto il tuo piacere. Ti appoggi di peso a me, mentre ti riprendi un attimo, poi ti pulisci in fretta e dandomi un bacio sulle labbra te ne vai. - Ci penso io a Ivan, non preoccuparti. -
Faccio appena in tempo a ripulirmi del tuo sperma e a rilavarmi viso e mani, che arrivate tutti e due. Tu mi fai l'occhiolino e il mio ragazzo mi chiede preoccupato se va tutto bene, perchè tu gli hai detto che mi sono sentita male. Lo sento ringraziarti di essere passato di qua e mi sento veramente male. Alcool e sensi di colpa, brutto mix. Mi libero dal suo abbraccio amorevole e corro verso il water a liberarmi davvero lo stomaco.
Serendipities