Non potevo crederci, era vero ! Quell'uomo alto, prestante e premuroso conosciuto al diving, che era diventato il mio compagno di immersioni in quelle vacanze, era un prete ! Mi aveva persino fatto vedere il tesserino Padi, con tanto di foto in abito talare con il collare bianco ! Nei due giorni precedenti passati in barca, mi aveva dato l'impressione di essere un uomo molto colto. Avevamo spaziato in argomenti tra il serio e il faceto, ma sempre con grande intelligenza e profondità. Non avevo indagato sulla vita personale. Francamente non mi interessava. Era un ottimo e affidabile sub, educato e gentile sopra e sotto l'acqua. Per il resto sembrava uno riservato. Appena scesi dalla barca salutava con un sorriso e spariva fino al mattino successivo. Pensavo fosse lì con moglie e figli. E invece, guarda cosa scoprivo dalla battuta di una ragazza: - mi raccomando voi due, a non fare la replica di Uccelli di Rovo ! - . Se doveva essere un modo per scoraggiare le mie intenzioni, sortiva l'opposto intento. Un prete mi mancava nella collezione ! Gli feci l'occhiolino di femmina attizzata da questa sorpresa. Lui rispose con uguale segnale, di uomo vissuto e abituato a queste provocazioni del diavolo tentatore. Credo fosse divertito dalla mia reazione. Meglio di uno psicologo conosceva l'animo umano e le sue debolezze. In fondo i sacerdoti, sono solo uomini che hanno fatto voto di celibato, non di castità, a differenza delle colleghe di sesso femminile. Lo so perché una come me, non può che aver studiato in un collegio cattolico, ovviamente.
Da quel momento cambiò tutto. Il modo di togliermi i vestiti per restare in costume in barca. Il modo di sdraiarmi accanto a lui a prendere il sole, chiedendogli di spalmarmi la crema sulla schiena. Il modo di farmi aiutare a chiudere la cerniera della muta, pregandolo di fare attenzione a non pizzicarmi. Tutto era finalizzato a sedurlo. Provocazioni sottili, mai volgari. Ero intenzionata a strisciare nei suoi pensieri lascivamente, come soltanto una serpe sa fare. Padre mi perdoni, perché fra non molto, avrò peccato. E lei con me !
La regola della settimana di ferie la conosciamo tutti. La sera ideale per realizzare la meta è quella del giorno prima della partenza. Se va tutto bene, resta un bel ricordo. Al contrario se l'avventura di una notte si rivela un disastro, ognuno torna a casa sua entro poche ore, evitando imbarazzanti saluti ti circostanza. Quindi sapevo che quella sera era quella giusta. Passai tutto il giorno a lanciare ami e lui ad abboccare. Prima di me aveva capito dove volevo arrivare e perché. Era una sfida a chi cedeva per primo. E visto che era lui la mia preda, non fece una mossa. Aveva delegato a me il ruolo di cacciatrice e io abituata e determinata, ci sguazzavo. Arrivati al molo, prima dei saluti, gli disis: - 7 1 3 2 1 - , lui mi chiese ironicamente se era il mio numero di scarpe. - I primi tre numeri ti dicono dove trovarmi, gli ultimi due a che ora ti aspetto - Sorrisi e me ne andai. Dentro di me un fuoco divampò e qualcosa ne escì fuori, passando tra le gambe. Rientrai in camera, mi sdraiai sul letto per dormire un po', dovevo essere in forma per la serata. Quando mi svegliai era tardi, mancava un'ora all'appuntamento e non avevo cenato. Mi infilai in doccia, passai il rasoio in fretta, mi asciugai e scelsi cosa indossare. Che gusti avrà un prete ? Era un tipo misurato, ma lo sguardo era quello birichino di un uomo, non di un santo. So che mi aveva guardata il seno, deglutendo l'acquolina che gli aveva inondato la bocca. Qualcosa di scollato, decisi. Minigonna bianca senza intimo, sandali e top neri. Uscii in fretta per mangiare qualcosa al volo. Quella sera la gente mi guarda con più insistenza. Forse avevo esagerato, la gonna è davvero troppo corta, pensai. - Chissenefrega, domani questi non li ricorderò neppure ! - . Trangugiai qualcosa e tornai verso la camera. Sulle scale in penombra, sentii dei passi scendere verso di me. - Stavo venendo a cercarti - mi disse il prete, si fermò e mi sorrise. Alzai lo sguardo e con tutta la sfrontatezza possibile risposi: - Oppure te ne stavi scappando con la coda tra le gambe per non affrontare le tentazioni del diavolo ? - .
Mi prese la mano, mi tirò a sé per darmi un bacio. Mi girai di lato, sentii la sua lingua sul collo e un sussurro all'orecchio: - Lasciamo le questioni teologiche ai vescovi e concediamoci ai piaceri della carne, donnina indisponente - .
Mi infilò una mano sotto la gonna e alzò il sopraciglio sentendo la pelle del mio sedere nudo scivolare sotto alle sue dita. Mi spinse contro il muro, baciandomi. Si sbottonò in fretta e mi penetrò lì sulle scale. Tutto il villaggio turistico stava cenando, mentre io avevo lasciato intingere la particola di un prete, nel mio calice di desiderio.
La cosa durò poco. Con mia grande soddisfazione, mentale e non carnale. Ero riuscita a far perdere il controllo ad un uomo che dell'autocontrollo aveva fatto la sua missione di vita. Ma non ero sazia, ora dovevo godere io. Lo baciai, a lungo. E poi gli dissi di entrare in camera mia. Mi chiese di andare in bagno. Lo lasciai tranquillo per qualche minuto, poi lo raggiunsi. Era stupito dalla mia mossa, forse pensava che la cosa si fosse conclusa con la sveltina di prima. Entrai e guardandolo, mi sfilai la gonna, slacciai il reggiseno, tolsi il top e restai nuda davanti a lui. Entrai in doccia: - devo lavarmi dal peccato - e con sensualità mi feci bagnare dall'acqua, accarezzandomi dolcemente tutto il corpo. Lui se ne stava fisso a guardarmi. Pietrificato. Le carezze divennero più intime. Lì davanti a lui una donna si stava masturbando sotto la doccia. Non si decise a muoversi. Allora uscii io, lo feci sedere sul water e mi sedetti sopra. Bagnata fradicia di acqua e di desiderio, gli inzuppai i vestiti. Gli tolsi la camicia, sbottonai i pantaloni e feci uscire il suo pene. Cominciai a strusciami, facendolo trasalire di desiderio. Credo non avesse mai nemmeno immaginato che il diavolo potesse arrivare a tanto! Rincarai la dose, inginocchiandomi davanti a lui e prendendoglielo in bocca. Solo così il vigore di qualche minuto prima, tornò a renderglielo duro. Sapevo che non era abituato a misurarsi, quindi non mi ci dedicai molto, non volevo rischiare di finire troppo in fretta. Mi alzai, mi voltai e dandogli le spalle, mi sedetti sopra di lui, facendolo entrare in me. Le mie mani stringevano le sue ginocchia e le sue i miei fianchi. Restai così qualche secondo. Poi iniziò la mia danza. Lentamente mi concentrai sul ritmo delle penetrazioni. Cinque veloci e una lenta, profonda. Quattro veloci e due lente. Scalando via, via fino a farle diventare solo un'interminabile lunga spinta dentro di me. In quell'istante venne e anch'io. Restammo immobili, sfiniti e attoniti da quanto intenso era stato. Mi alzai e uscii dal bagno, sentii l'acqua della doccia scrosciare e dopo qualche minuto, uscì con l'asciugamano legato in vita e i vestiti in mano. Se ne andò senza dire una parola. Con un senso di colpa stampato in faccia. L'indomani, le solite trafile del rientro. Valige nell'atrio, pulmini stracolmi, strade impolverate. Lo cercai inutilmente tra gli imbarchi. Pensai si stesse nascondendo da me, la testimone del misfatto compiuto. Solo giunti all'aeroporto, sbucò da una fila di gente, mi raggiunse, mi guardò dolcemente e mi disse: - ho lasciato il sacerdozio un anno fa. Mi dispiace per la tua collezione, ma sono soltanto un uomo! - .
Alicedellemeraviglie