Questa è una di quelle sere che io attendo con spasmodico desiderio. Parto in auto da Milano intorno alle diciannove per recarmi in una città vicina dove assisterò ad uno spettacolo teatrale.
Mi sono abbonata alla stagione di prosa, così da assicurarmi una dozzina di spettacoli, seguiti da nottate indimenticabili.
- Ma perché non fai l'abbonamento al Manzoni o in un altro teatro qui a Milano? – mi ha chiesto mio marito.
- Oh, caro, l'ho fatto anche lì ! – ho risposto sorridendo.
A mio marito non piace il teatro, così quando sono a Milano mi ci reco con amici comuni: impossibile sfuggire. Ecco perché è stato necessario fare l'abbonamento anche nell'altra città.
LUI possiede un bilocale delizioso nella parte antica della città, poco lontano dalla casa della mia amica presso la quale, ufficialmente, trascorro la notte.
- Sai, tornare a Milano in auto, di notte, da sola, non mi dà sicurezza – gli ho detto, mostrandomi dubbiosa – Marisa si offre di ospitarmi per la notte, ogni volta che ne avrò bisogno, ma tu che ne dici? Se venissi anche tu... -
So benissimo che lui non intende spostarsi da Milano per assistere ad uno spettacolo teatrale e che accoglierà con sollievo la proposta di Marisa. Ecco fatto.
Ecco come ho organizzato alcune notti fuori casa, da sfruttare con ingorda voluttà, trascorrendo insieme a LUI ore di intenso piacere.
Dopo lo spettacolo è d'obbligo una telefonata a casa: un mio commento in cui esprimo il mio gradimento o le mie critiche riguardo agli attori, alla scenografia, alla regia, i miei saluti e un
- Posso telefonarti più tardi? – ottengono sempre entusiastici assensi.
Posso ora dedicarmi interamente a LUI: insieme andiamo in un ristorante del centro, in cui una parete della sala da pranzo è costituita da una vetrata, dalla quale si gode una vista straordinaria della città e delle antiche mura illuminate.
Ci guardiamo negli occhi, mentre lui mi tocca le dita che reggono il calice del nostro primo brindisi. Il suo sguardo mi comunica l'intenso desiderio che lo arde, coltivato e accresciuto dalle email, dai messaggi che ci scambiamo e soprattutto dalle nostre telefonate con le quali diamo sfogo alla furia erotica che ci divora.
Mangiamo uno di fronte all'altra, gustando piano il cibo e diamo inizio ad uno dei nostri giochi.
Accosto alle labbra un involtino e ne stacco un pezzetto, mentre dico: - Gli do un piccolo morso, così, prima di assaporarlo tutto –
Lui a sua volta mi comunica che adora mangiucchiare i due piccoli capperi che decorano le tartine... le accosta l'una all'altra chiedendomi se si tratti di tette o di chiappette, ma poiché i capperi-capezzoli sono stati mangiati, propende per la seconda ipotesi.
-Ecco cosa mi piacerebbe fare – dice, infilandoci ritto in mezzo un pezzetto di grissino.
Io abbandono momentaneamente la mia scarpetta décolleté sotto il tavolo e allungo il piede destro verso di lui fino ad incontrare la sua patta.
Lui ha un sussulto che gli fa cadere il boccone dalla forchetta. Continuo imperturbabile a mangiare mentre gli accarezzo il cazzo col piede da sopra i calzoni.
Ma il sommelier si sta avvicinando al tavolo, perciò recupero la scarpa.
La cena prosegue mentre ci scambiamo battute a bassa voce, comunicandoci le fantasie che ognuno di noi vorrebbe porre in atto più tardi, cosicché siamo notevolmente eccitati quando usciamo dal locale.
Saliamo in auto diretti a casa sua, ma prima facciamo una sosta sotto l'abitazione di Marisa.
- Aspettami qui – gli dico e salgo dalla mia amica. Lei mi stava attendendo, mi abbraccia e insieme ci dirigiamo al telefono fisso.
Fa il numero di casa mia e saluta allegramente mio marito col quale scambia battute scherzose, gli comunica che stiamo andando a letto e mi passa la cornetta del telefono.
Io gli auguro la buonanotte e chiudo la comunicazione. E' fatta, ringrazio Marisa e volo giù in strada dove lui mi attende in auto.
Mentre lui guida, io mi arrotolo la gonna fino ai fianchi e metto in mostra le cosce. Poi, sollevandomi un poco dal sedile, mi sfilo gli slip di tulle neri, li appallottolo e li strofino sotto il suo naso. Me li strappa di mano con un morso e lentamente li prende dentro la bocca, in silenzio.
Lo guardo mentre si riempie le guance di tulle e lo intride di saliva... pare che stia masticando chewingum... la sua destra lascia per un attimo il cambio e mi fruga la fica mentre la mia gonna è ancora sollevata.
- Di questo passo andiamo a sbattere – penso, ma fortunatamente siamo arrivati, mettiamo l'auto in garage e saliamo in casa.
La porta d'ingresso non è ancora stata chiusa che la mia lunga gonna è di nuovo arrotolata sui fianchi, e lui mi sbatte con la faccia contro il muro dell'anticamera, mi allarga le gambe e si inginocchia ai miei piedi mettendo la testa tra le mie cosce.
Bacia, slingua e morde, strappandomi gemiti di piacere, mentre emette mugolii e ansima, poi comincia a leccarmi tutta, dal clitoride alla fica al perineo al buco e io perdo succo copioso e gli dico di continuare così, che è un amante meraviglioso, che mi fa godere come una vacca, che è mio mio mio.
Cado sul pavimento, esausta, sussultando nell'orgasmo che mi ha travolto, improvviso e violento.
Allora lui mi raccoglie, mi prende fra le braccia, mi adagia sul letto, mi guarda mentre ancora il piacere mi attraversa tutta.
Sempre con gli occhi fissi a me, si spoglia lentamente, lasciando che gli abiti cadano sul pavimento.
Ora è nudo e bellissimo, col cazzo in erezione e pronto a combattere mille battaglie d'amore.
Con estrema dolcezza mi solleva di nuovo, mi mette in piedi e stavolta spoglia me, piano per non rovinare l'abito da sera. Srotola la gonna e la sfila dai fianchi, sbottona la camicia dorata di seta, apre pazientemente sulla schiena tutti i gancetti della guepière... ora anch'io sono nuda e allungo una mano a toccare il suo splendido cazzo, ma lui si tira indietro.
- Aspetta, non è ancora il momento. Vuoi giocare con me come ci siamo detti al ristorante? -
- Oh, sì, sì, sì ! –
Allora esce dalla camera e rientra subito dopo con in mano degli oggetti che pone su un tavolino.
Vedo una mascherina nera, ma senza le fessure per gli occhi, delle manette rivestite all'interno di velluto, un vibratore, una scatolina uguale a quelle in cui si conservano gioielli, un tubo di gel lubrificante.
Sono curiosa ed eccitata: non so da dove comincerà.
Una manetta mi aggancia la caviglia sinistra, l'altra viene attaccata alla spalliera ai piedi del letto, in basso. Un secondo paio di manette mi blocca allo stesso modo la caviglia destra.
Sono obbligata a tenere le gambe divaricate e lui mi pone sotto le reni un cuscino che mi rialza i glutei, esponendo completamente alla sua vista la fica e il culo.
Davanti a me c'è, in fondo al letto, un grande specchio a parete: mi vedo, squadernata in questo modo e mi rendo conto di quanto possa essere eccitante per lui questa posizione di splendida indecenza.
Mi sto eccitando anch'io di nuovo e comincio a desiderare di averlo dentro di me, di sentirmi il suo cazzo ruotare dentro e colpirmi in quel punto della vagina che mi fa godere pazzamente...
Invece lui si avvicina e mi mette sugli occhi quella mascherina che mi impedisce di vedere, di vederlo, di vedere il suo cazzo... protesto, ma non mi dà retta.
Invece sento il suo fiato caldo sul sesso. Fa come prima, morde, succhia, lecca, bacia, sputa saliva , succhia ancora, alterna morsi leggeri a vigorose leccate, finché penetra con la lingua nella fica, mentre con le dita titilla il clitoride. E quando è duro e gonfio, le dita lo lasciano e penetrano nella fica, ruotando, mentre la lingua si è spostata sul buco e spinge e penetra, ed io comincio a sbattermi, buttando la testa e le braccia all'indietro, o cercando di afferrare la testa di lui. Sto morendo dalla voglia di cazzo e glielo dico – hai deciso di farmi morire, ti vogliooo! -
Non mi dà ascolto, ma ora le dita sono nel culo e la lingua è sul clitoride che pare voglia scoppiare. Continuo a perdere succo che lui succhia mentre con voce roca mi dice che sono stupenda, la sua troia stupenda.
Non ne posso più, grido e mi inarco fin dove le manette strette ai piedi me lo consentono.
Il mio grido è soffocato dalla sua bocca sulla mia. Mi versa in bocca tutto il mio miele, mi avvince la lingua con la sua e sento premere il suo cazzo contro il mio sesso aperto.
Credo che ora lo avrò dentro di me, invece si allontana di nuovo e sento poco dopo nel mio buchetto una sensazione di gelo.
Mi ha spremuto dentro il lubrificante, e subito dopo sento entrare... no, non è il suo cazzo, è quel vibratore che ho visto prima. Molto lentamente, dolcemente, entra in profondità, senza farmi male, anzi, mi causa piacere e il clitoride si gonfia ancora di più, e anche i capezzoli si induriscono e si rizzano e io con le mani libere li accarezzo.
Sto godendo e in questo momento sento il suo cazzo duro e caldo che mi scivola nella fica.
E si torce e ruota dentro di me come un serpente e lui adesso accende il vibratore che mi fa sussultare mentre il suo cazzo mi pompa e mi sbatte con colpi continui sempre più forti e a questo punto qualcosa sembra rompersi dentro di me e io verso fuori un liquido chiaro e grido perché non ho mai provato un così intenso piacere, mai.
E anche lui si abbandona sopra di me, entrambi ansanti, pieni di sudore e di liquidi rilasciati da noi per noi, pieni di amore.
Allora mi libera, mi leva la maschera, mi bacia con la lingua nella bocca, mi accarezza il clitoride ancora gonfio e duro, prende dalla scatolina un gioiello dalla forma strana e dopo avermelo mostrato me lo applica al sesso.
E' un gioiello vaginale, si mette al clitoride e lo tiene dolcemente stretto e teso, e io potrò applicarmelo ogni volta che vorrò, quando vorrò masturbarmi per lui.
Mi dice così mentre io mi guardo allo specchio la fica così riccamente decorata e lui me la bacia con passione, prima di addormentarsi fra le mie braccia.
Nut