Anche stanotte ho dormito con te... mi son svegliato varie volte, pure troppe; avevo preso il mio Oniriade, ti avevo letto l'incipit ma avevo dovuto smettere quasi subito... eravamo stanchi, molto stanchi. Ho spento la luce, ti ho coccolata un poco ma ci siamo addormentati, io supino, tu accoccolata al mio fianco con una gamba su di me e la testa sulla mia spalla. Verso mezzanotte mi son svegliato e ho ascoltato il tuo respiro, la tua luce... lì, in quella veglia ho pensato
m'illumino di TE!
E sto meglio di Ungaretti!
Volevo perfino alzarmi a scriverlo ma per non svegliarti, ho cercato di marcarlo nella mente. Mi son riaddormentato pensando mille volte: m'illumino di TE!
La seconda volta saranno state le tre e mezza... avevo una grande voglia di te ma non volevo ancora svegliarti... mi sono accontentato di far l'amore coi tuoi sogni... esperienza sublime... lacerante. Non mi aiutava a dormire ma entrare nei tuoi sogni è stato troppo bello.... mi sono riaddormentato, ma la mia voglia era enorme.
Dovevano essere passate da poco le cinque, tu sempre addosso a quel modo, in cui non è possibile. La tua coscia a impedire ogni mio assalto, il tuo sesso lontano. Delicatamente, piano piano, ti ho indotto a muoverti, a girarti nel sonno. Hai ubbidito, senza neppure saper, hai ubbidito. Ritrovandomi dietro di te ho sentito suonare la pendola in soggiorno... erano le cinque e mezza... ancora troppo presto... avrei dovuto torturarmi ancora un poco di tutto quel mondo che avevo addosso. Per non pensare alla mia voglia di te, ma per non perderla, continuavo a vederti nel buio, a carezzare la tua schiena, delicato, da non farmi sentire, mi gustavo l'anca, la coscia e perfino la chiappa, ma sempre pensando:
m'illumino di TE!
E sto meglio di Ungaretti!
Non era ancora ora... troppo presto. Vero! Ti sentivo fremere sotto le dita come se tu fossi sveglia, più m'avvicinavo a punti sempre più sensibili, più fremeva la tua pelle. Ogni tanto, perfino un gemito, sottile, delicato... ovvio: nel tuo sogno c'ero e non ero così delicato, impastavo con più energia tutto questo tuo dissolverti. Qui no! Non potevo. Rischiavo di svegliarti troppo presto, di non lasciarti abbastanza appesa a quel sogno per non sentirlo così, come lo sento io: troppo vero... le mie dita veleggiavano leggere sulla pelle delicata del sedere, sempre più allargando il giro, sempre più arrivando vicino. Allo scoccare delle sei, al primo rintocco, già avevo raggiunto il solco, ma in alto, in cima... scesi, lo percorsi. Al secondo rintocco già il mio dito era vicino, al terzo avevo appena superato, nel tuo sussulto angelico, nel tuo inarcare il busto e reclinare il capo, quel piccolo pertugio... al quarto coccolavo delicatamente con tre dita la carne che lo separa dalla sua Regina. La raggiunsi, la Divina, al quinto rintoccare del vecchio orologio; ignaro, mi guidava con maestosa lentezza a prenderti per portarti, prenderti dal sonno, portarti nella luce oggi, domani, sempre. La Regina era, me l'aspettavo, sudata e calda, viscida e profumata. I suoi manti si aprono sotto il mio tocco, come valve d'ostrica che sanno del loro mare. Dormi ancora, lavoro quasi perfetto, al sesto rintocco entro... no, non deciso, non come vorrei... delicato... piano, un pollice alla volta, secondo il tuo richiamo. Son sei ore che ti voglio, che non ne posso più. Mi pare che siano almeno le stesse sei ore che mi cerchi, che allaghi la Divina di nettare e di sogni... adesso sono dentro, profondo, intenso... tu dormi ancora ma farfugli, mugoli, godi. Non ho idea di quanto possa durare, questo trascinarti da un sogno all'altro senza farti svegliare, non so. So che ti muovi, piano dolcemente, assecondi le manovre, mi cerchi sempre più a fondo.
Credo che non lo sappia nemmeno tu, se sei sveglia o meno, la mia mano sulla nuca, la mia mano sul tuo seno, che spesso scende, pancia, pube... la tua mano che la insegue e la preme forte, proprio lì, sul pube, come per ancorarti, come per straziarmi. Non credo tu sia sveglia, ancora... eppure esplodi di un orgasmo dolcissimo e violento... lunghissimo e profondo, affondando le unghie sul dorso della mia mano, arroccata sul tuo pube.
Adesso sì. Sì che ti sei svegliata! Ti giri sorridendo nelle prime luci del mattino, m'invadi di te stessa e vuoi portarmi via... via da dove, perché? Esce quel po' di me dalla tua Regina, più umida, più calda, più viscida che mai... ti giri ancora meglio, mi trovo il tuo viso addosso, mi travolgi di baci e di sorrisi e, mentre l'orologio batte la mezz'ora, mi dici dentro un bacio:
- Adesso ti bevo io... -
10 settembre 2011
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