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Racconto n° 4709
Autore: fantasypervoi Altri racconti di fantasypervoi
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La clessidra
Trenta minuti. Solo trenta minuti!
Guardando il proprio corpo riflesso nello specchio di quell'ufficio enorme, pensò che tutto il suo futuro dipendeva da quei trenta minuti: poi, guardò lui.
Inutile pensare a come fosse finita in quel casino e inutile sperare di uscirne senza quei trenta minuti.
Immaginò la fine sabbia dentro una clessidra e il lento passaggio della stessa da una parte all'altra.
Cominciò a spogliarsi abbassando lo sguardo quando incrociò i suoi occhi: Maurizio la guardava intensamente ed era incuriosito di vedere fino a dove sarebbe arrivata la trentenne che aveva davanti.
Pochi minuti prima che lei entrasse nel suo ufficio, Paolo, un suo carissimo amico, gli aveva mandato un sms: - Sta arrivando una ragazza che mi deve molto e a cui ho chiesto una cosa particolare. Quando sarà lì non dire niente, lasciala fare, guardala e mandami degli sms su cosa sta combinando - .
Era una richiesta strana, ma il suo amico era sempre stato strano e sapeva sempre quello che faceva, quindi aspettò gli eventi mentre lei, adesso era lì davanti a lui e si stava spogliando.
- Che diavolo sta succedendo - pensò - e chi cavolo è questa stupenda ragazza - .
Restò in silenzio come promesso, l'unica cosa che fece fu di chiudere i pannelli elettrici dell'ufficio per isolare la stanza già ermetica per il resto.
Guardò il vestito nero a tubino scivolare dolcemente per terra lasciandola in reggiseno e slip dello stesso colore.
Quando la vide armeggiare sul reggiseno avrebbe voluto chiederle perché, ma resistette alla propria curiosità.
Rimase conturbato nel vedere il contrasto dell'abbronzato contro il pallido chiarore del seno.
Tutto sembrava un film irreale.
Se era uno scherzo, era ben fatto, ma che senso aveva?
Cercò d'incrociare i suoi occhi, ma inutilmente. Rimase silente a guardare le mani di lei accarezzare lo slip e spingerlo piano verso il pavimento.
Non avrebbe voluto violarle con lo sguardo le intimità, ma non era una sua idea, quella ragazza stava facendo tutto da sola: neanche nelle sue fantasie più erotiche avrebbe mai immaginato tanto.
Una volta, parlando con il suo amico, aveva accennato ad un suo desiderio erotico molto simile, ma mai avrebbe pensato si realizzasse.
- Te l'immagini una strafica che viene nel mio ufficio e si spoglia per esaudire le mie voglie? Questo sì, che sarebbe un bel modo d'iniziare la giornata... - .
Possibile che Paolo si ricordasse di quella frase?

Maurizio era perplesso e nello stesso tempo sempre più eccitato; la ragazza si era appoggiata alla scrivania e aspettava.
- Alza la testa - le ordinò, dubbioso che lei lo facesse, invece, lei la alzò e aspettò con una domanda silenziosa nei suoi occhi verdi mare.
- Accarezzati. -
Lisa era imbarazzata, sarebbe voluto scappare a milioni di chilometri di distanza, guardò l'orologio, le sembrava di essere dentro quella stanza da ore, invece, erano passati solo quattro minuti, ne rimanevano ventisei alla fine della sua agonia.
- Come mi devo accarezzare? - chiese tremando.
- Come una che si prepara a fare all'amore con il proprio uomo -
Amore? Pensò lei

Una parola più sbagliata non si poteva trovare in quel momento.
Quello sconosciuto era nel posto giusto al momento sbagliato, ma lei non poteva dirlo, doveva solo ubbidire, era l'unico modo per salvare la propria attività e la propria famiglia da un fallimento sicuro.
La sua famiglia era, in definitiva, solo suo padre, ma ne sarebbe morto di crepacuore se fosse successo, era una vita che aveva quella piccola impresa e lei aveva fatto investimenti sbagliati mettendone a rischio immediato la continuità.
La conseguenza, per uscirne, era quello che stava praticando da qualche minuto.

Da quel bastardo di Paolo si aspettava un'ulteriore richiesta di
denaro, non certo quello che stava facendo adesso.
Mentre le dita scivolavano piano sui seni per poi scendere tra le cosce strette, chiuse gli occhi per non guardarlo.
Immaginò l'ultima volta che si era spogliata per un uomo, era stato molto tempo prima, tanto tempo prima, poi, aveva scelto di stare vicino a suo padre nell'azienda sacrificando la sua vita privata; gli unici due uomini che erano stati con lei, dentro di lei, l'avevano lasciata per futili motivi:

Alla fine, si era convinta che fosse meglio così.
I suoi ricordi gli esplosero in testa mentre accarezzava il suo pube glabro, istintivamente divaricò leggermente le cosce lasciando passare le dite affusolate oltre il monte di Venere sporgente.
Ricordò le poche volte che nel buio della sua stanza s'accarezzava cercando il piacere, era raro, ma quando lo faceva, era veramente intenso.
Adesso, in quel momento, si vergognò di sentirsi umida tra le strette labbra.
Era strana quella situazione, mai avrebbe pensato che essere guardata, l'avrebbe eccitata, era una parte di lei che non conosceva, eppure aprì gli occhi, lui la stava ancora guardando, anzi, la stava mangiando con gli occhi, si ritrovò con le gambe ancora più aperte e si ascoltò parlare:
- Va bene così ?è quello che volevi? -
- Non so cosa volevo, sto decidendo sul momento, ma mi sembra che a te piaccia, visto che io non sono il tuo uomo: devo immaginare che lo fai per te stessa.
- Che stronzo - , pensò Lisa - Sono qui a prostituirmi e mi prende anche in giro. -
Mancavano ancora venti minuti
- Sei molto bella, - disse Maurizio, sia vestita che nuda. Perché fai questa teatrata? Intendiamoci, non mi dispiace affatto quello che vedo, ma preferirei fosse una donna che lo desidera, a proporre lo spettacolo
- Deficiente! Deficiente!! - Pensò di se stesso. - Non era riuscito a stare zitto come promesso.
Lei lo guardò basita: possibile non sapesse niente? Possibile che anche lui fosse parte di un gioco ordito da quel bastardo di Paolo?
Lo guardò meglio, notò subito l'eccitazione evidente nei calzoni e questo, tutto sommato, le dava anche soddisfazione, poi, salì con lo sguardo sul suo viso e vide che era all'incirca della sua età e suoi lineamenti erano anche belli.
In un'altra situazione avrebbe potuto essere anche gradevole conoscerlo
- Cosa vuoi? - chiese Maurizio.
- Cosa voglio io? Ma mi prendi in giro? Già è difficile farlo, quindi, fai di me quello che vuoi per altri quindici minuti e poi sparisco per sempre dalla tua vita! -
Maurizio la guardò divertito e nello stesso tempo irritato: quella pazza era arrivata lì nel suo ufficio, si era spogliata, si toccava davanti a lui e diceva che era a sua disposizione ancora per quindici minuti.
Certo che quindici minuti erano pochi per tutto quello che avrebbe voluto lui...
- Perché hai smesso d'accarezzarti? - disse con la rabbia di chi non sa che fare.
Lei lo guardò furiosa, nei suoi occhi passò un lampo d'odio, spinse le dita tra le labbra bagnate facendo sparire le unghie tra la tenera carne:
- Se è questo che vuoi, eccoti accontentato. - pensò.
Reclinò la testa all'indietro e chiuse gli occhi cercando l'immagine di un uomo che la portasse al suo piacere e rimase sconcertata quando nella sua mente apparve lui, lo sconosciuto che aveva davanti.
Cercò di scacciare il suo presunto incubo, poi, si rassegnò e cercò di prendere il meglio da quella situazione, mancava ancora poco alla scadenza del saldo del debito.

Maurizio prese una sedia e si sedette al centro della stanza, era sudato e tremava come un bambino, quella ragazza era entrata come un proiettile nella sua vita e doveva decidere cosa fare; erano rimasti solo dieci minuti a sentire quello che aveva detto e lui voleva conoscerla meglio.
Guardava affascinato le lunghe dita giocare con il proprio corpo, si capiva che le piaceva, non vedeva sofferenza, né forzature, anzi...
Lisa si accorse che l'orgasmo era vicino, avrebbe voluto fermarsi, ma, se poi quel ragazzo avesse detto a Paolo che non aveva fatto fino in fondo quello che le era stato richiesto?
Cercò mille motivi per non fermare il suo piacere che cresceva e li accettò tutti.
Maurizio vide il corpo di lei che sinuosamente seguiva le movenze delle dita, capì che stava per vedere il piacere di lei esplodere in quella stanza, trattenne il respiro per il desiderio e aspettò gli eventi.
Era tanto che non vedeva una donna godere, esattamente da un anno, la sera prima che sua moglie avesse quell'incidente assurdo che l'aveva portata via da lui per sempre: giusto il giorno del suo compleanno...
- Un anno di vita senza vita - pensò
Maurizio si accorse che non aveva scritto niente al suo più caro amico, mandò veloce un sms proprio mentre lei esplodeva nel suo piacere
- Ma chi è questo portento della natura? -
Paolo sorrise leggendo il messaggio.

- Questo, è il mio regalo per te. Auguri amico, è ora che ritorni a vivere. -
Lisa era trafelata, aveva raggiunto un orgasmo incredibile davanti ad uno sconosciuto, cercò di ricomporsi mentre guardava l'orologio: il tempo era scaduto.

Cominciò a vestirsi, quasi dispiaciuta.
Lui aspettò che lei finisse di coprire il corpo, quando vide che stava per andare verso la porta le si parò davanti e allungò la mano:
- Piacere, Maurizio, è un modo insolito per conoscersi, ma, se lei è d'accordo, che ne dice di girare la clessidra e ripartire dall'inizio per vedere se sono capace di farglielo rifare senza costrizioni, magari perché sono diventato veramente il suo uomo? -
Lisa guardò il ragazzo dagli occhi dolci, non era colpa sua se lei era lì e, a pensarci bene non le aveva neanche chiesto di godere, era stata lei che non si era fermata.

Le venne da ridere per l'imbarazzo e la situazione grottesca.
- Piacere Lisa, di me conosce già molto, quello che ancora non sa, è che quando faccio certe cose, mi viene sempre una gran fame.Che ne dice di conoscerci meglio davanti ad una lauta cena? -
Maurizio guardò l'orologio, mancava ancora molto tempo prima che quella giornata di lavoro finisse, ma decise che era ora di tornare a vivere, da subito.




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