Il regista accende il cuore e la macchina mentale registra i ricordi.
Piccole gocce, i vestiti bagnati per aspettarti su quella panchina nascosta nel parco.
Ricordo...
Luci soffuse di un'avanzata notte a nascondere i nostri peccati.
Che emozione, quel primo incontro rubato ai nostri matrimoni.
Che palpitazione vederti arrivare.
Sempre bella e slanciata con quei tuoi tacchi alti, ogni volta, il pensiero, è lo stesso - Ma come fanno a stare in piedi senza sbilanciarsi e cadere -
Ancora non vedo il tuo viso, ma, la cadenza fisica la riconosco, mi sono innamorato anche di quella.
- Mi sono innamorato - è una frase impegnativa, ma riflettendoci, mentre t'avvicini, non trovo un pensiero migliore.
Non ci sono parole,
Gli abiti si uniscono insieme alle nostre bocche e, il desiderio libera le mani.
- Non dovremmo essere qui...
Parole dette tra un respiro e l'altro
Frasi ripetute per scacciare i sensi di colpa.
Non c'è tempo, ne luogo per noi.
T' appoggio all'albero trasformandolo in un letto duro e penetro il mio desiderio con la foga del ragazzino.
Non ferirò l'albero segnandone la corteccia perché il ricordo, è indelebile.
I gemiti di quella prima volta, gli abbracci, la passione, mi seguiranno ovunque.
Pazzia di momenti che non tornano.
Mi guardo attorno, tanti giorni sono passati da quella prima volta, la panchina,è la stessa: guardo l'albero in fiore in questa giornata calda.
Manchi solo tu.
Continuo a tornare dove il ricordo, è più forte: l'immagine del tuo viso sta sfocando lentamente e il tentativo di riavvolgere la pellicola prima che arrivi la parola - Fine - , è una battaglia persa.
Tornerò ancora in questo parco nella speranza di vederti arrivare in lontananza, perché, questo, è tutto quello che mi rimane di te e non riesco a staccarmi da questo ultimo sottile filo d' amore.
fantasypervoi