Fa caldo in questa stanza.
Sto sudando.
Le finestre sono aperte, ma, non tira un filo di vento.
Non posso nemmeno spogliarmi, sono già nudo.
Guardo i miei vestiti appoggiati disordinatamente sul divano a pochi passi.
Ho caldo, mentre, le dita dei piedi appoggiate al pavimento, sono fredde.
Ho visualizzato ogni centimetro di questa stanza nell'attesa che lei decide cosa fare con me.
Questo era il patto: un giorno intero a sua disposizione, come tante volte lo era stata lei.
Questo il suo desiderio nascosto.
Tremo al pensiero di cosa potrebbe volere e, spero di riuscire a mantenere la mia promessa.
Facile chiedere, difficile dare.
Se solo riuscirò a darle la metà di quello che ho avuto, sarò un eroe.
Questo pensiero mi turba.
Penso a quello che ho preteso da lei in questi mesi e il minimo che mi dedico, è - bastardo - .
La guardo, nuda con il suo fallo di plastica ben piantato tra le cosce e il brivido torna violento a scuotere il mio corpo.
Non c'è cattiveria nel suo viso, solo curiosità e desiderio, forse passione, forse.
Guardo il seno danzare sotto un inizio di tachicardia legata all'eccitazione.
Ha uno sguardo sensuale, gli occhi mi parlano, so cosa vuole e tremo come un bambino.
Si muove verso di me e io, istintivamente, ammiro il suo corpo e sudo.
Ha in mano una specie di righello lungo, si avvicina quanto basta per appoggiare il freddo strumento sul mio corpo e, piano, delicatamente, lo lascia scivolare.
Non pensavo di eccitarmi, sono molto nervoso, mi sento indifeso, ho lasciato che mi legasse al tavolo e adesso, maledico la mia decisione di sottomissione.
Percepisco il sesso turgido, mentre, lei arriva ad un centimetro dalla mia bocca, sento il suo alito caldo, il suo profumo, il suo odore di donna in calore e sento la mia paura crescere.
Non sono mai stato con un uomo, né con una donna che vuole provare la sensazione d'essere uomo...
Ho sempre amato e profanato il suo corpo a mio piacere, così, quando lei mi ha chiesto le mie sensazioni, dopo avermi ascoltato, ha detto.
- Bello, dovrebbe essere bello quello che mi hai descritto, mi piacerebbe provare.
- Quando vuoi...
La mia risposta sussurrata dopo un orgasmo violento, ma, nella mia risposta non rientravo io come l'oggetto del desiderio.
Ed eccomi qui, trascinato dagli eventi e dalla lussuria a sudare per quello che avverrà.
Il righello è sceso sui fianchi e lei gira attorno al tavolo, torco il collo per seguirla e comincio a dimenarmi nel tentativo inutile di svincolarmi da quella situazione.
Il righello accarezza le natiche e improvvisamente si stacca per poi abbattersi deciso sulla carne tesa.
Un sibilo veloce, un urlo, più di sorpresa che di dolore.
Lei non parla: l'azione si ripete diverse volte, sento la pelle bruciare, mentre chiedo tregua.
Il dolore, è cresciuto, sono talmente preso da questo vortice di sensazioni nuove, che ho dimenticato quello che mi spetta, il vero motivo dell'incontro: provare per capire.
Il righello ha smesso di colpirmi: sento le sue lunghe dita affusolate giocare con le mie natiche.
Qualcosa di rinfrescante e olioso attenua il mio dolore; le dita, indecentemente, giocano con il mio sfintere e ne lubrificano la carne, dolcemente, le dita penetrano la mia intimità come nessuno ha mai fatto.
Seguo teso il processo di lubrificazione, il fastidio, è minimo, il terrore, è massimo.
Mille pensieri s'intrecciano nell'attesa.
Dieci minuti dopo, steso sul letto, dolorante, la guardo con consapevolezze diverse, un mondo nuovo d'esperienze sessuali si è aperto nel mio futuro.
Non so se diventerò bisex, trisex, scambista o cukloid, certo è, che è più facile dare che prendere.
Almeno per me...
fantasypervoi