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Racconto n° 48
Autore: Krys70 Altri racconti di Krys70
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Narcisa
Ciao tesoro,
ci lasciamo lasciati in modo brusco ieri sera e vorrei spiegarti le motivazioni del mio comportamento o almeno spero di poterci riuscire.
Quando troverai questa lettera nella tua posta elettronica, ti prego di stamparla e di leggerla con calma durante la pausa pranzo, voglio che tu ti sforzi di capire a fondo fra le righe, fra la mia anima.
Mi costa molta fatica aprirmi a te in questo modo, più che aprirti le porte della mia intimità ieri sera, la prima volta che abbiamo fatto l'amore.sono molto timida come hai potuto appurare, ma non si tratta di vergogna del mio corpo. E' vergogna dell'animo di come sono veramente del mio vero io, quello che tu hai conosciuto in parte.

Ti sei affacciato su di me per una frazione di secondo e come una pubblicità subliminale non hai assorbito subito il suo significato, forse lo hai accantonato (di proposito?).
Sei un uomo affascinante e sensuale, credimi non c'è nulla che non vada in te e anche nelle tue carezze e nel tuo modo di fare l'amore non c'è nulla di sbagliato.

Il vero errore sono io.

Ti è parsa molto strana la richiesta di fare l'amore in piedi davanti allo specchio? Immagino di si, almeno per essere la prima volta ti sarà sembrato un tantino bizzarra.
Ho voluto che mi prendessi da dietro mentre io con le mani appoggiate lateralmente allo specchio, fissavo i miei occhi e leccavo la mia lingua attraverso la liscia superficie.
Hai goduto schizzandomi la schiena col tuo seme caldo, qualche goccia è finita contro il vetro e non ha avuto il tempo di colare fino a terra che già la mia lingua golosa assaggiava. Volevo sentire il tuo sapore.
Non ho goduto e non ho voluto fingere, mi sembra sciocco e ipocrita e poi non sono una brava attrice; il mio viso è trasparente come un vetro puoi scorgervi le emozioni come attraverso un video di una tv.

Sei andato a farti una doccia, forse per mascherare il velo cupo di imbarazzo sceso fra di noi, il peso di quella domanda sospesa a mezz'aria. c'è qualcosa che non va?
Hai sentito i miei gemiti allora.mentre mi davo piacere con le mie stesse mani, l'ho capito dal tuo sguardo ferito, mentre ti aggiravi per la camera con l'asciugamano avvolto in vita.

Oggi ho goduto, ma non come pensi tu.continua a leggere ti prego.
Ho frugato nell'armadio e ho indossato una minigonna elasticizzata blu elettrico, un ridottissimo perizoma nero, sandali coi tacchi, camicia bianca trasparente. Mi sono pettinata con cura i lunghi capelli castano chiari .

Ho passeggiato per la casa vestita in modo così provocante e sostavo davanti a tutti gli specchi della casa per ammirarmi, persino nelle vetrinette del mobile del salotto.
Ammiravo ora i grossi capezzoli ovali che si stagliavano netti contro la stoffa leggera, le gambe armoniose e i piedi infilati in quei sandali da equilibrista.

Mi sono piegata facendo finta di raccogliere una borsetta immaginaria davanti a me e ho controllato fra le mie gambe divaricate quanto era salita la minigonna, quel tanto da scoprire il perizoma incastrato fra le mie grandi labbra e il sedere.
A quel punto ho preso una poltrona e l'ho accostata davanti allo specchio grande dell'ingresso, mi sono seduta e mi sono accesa una sigaretta.

Attraverso le nuvole di fumo sbirciavo fra le gambe semidivaricate, scoprendo un frutto rosa diviso perfettamente in due da una striscia nera. Il pelo chiaro e rado è molto piacevole, e non nasconde nulla all'occhio curioso.
Sospirando ho spento la sigaretta e mi sono tolta il perizoma accarezzandomi le pieghe umide ed esplorando le cavità. Che bella cosa che ho fra le gambe e che buon profumo che ha. vorrei tanto baciarla.

Ho aperto la camicetta e sono sgusciati due splendidi meloni che ho strizzato con entrambe le mani fino a farmi male; è bella la sensazione che si ha stringendo quella carne calda e morbida come se non mi appartenesse.
Mi sono pizzicata i capezzoli fra l'indice e il pollice fino a farli diventare di marmo.

Adoro leccare lo specchio, baciare l'altra "io" abitante di un mondo parallelo, sento il suo (mio) sapore, perle di saliva scendono lentamente verso il basso, torbida rugiada della mia voglia.
L'alito caldo bagna la fredda superficie levigata e ci fissiamo attraverso il vapore squarciando l'essenza più profonda mettendo a fuoco il nostro vero io.
Tu non ci crederai ma a un certo punto l'altra prende vita, non imita più specularmente i miei gesti riflessi.

Ho infilato rapida l'indice il medio e l'anulare di sbieco nella umida fessura, con la gamba appoggiata al bracciolo e facendo passare il gomito al di sotto del ginocchio; col pollice ho stuzzicato il clitoride e la punta del mignolo è entrata nel buchino stretto del sedere.
Ho cambiato inclinazione e velocità e lei a un certo punto sbagliava il movimento: un attimo in ritardo o leggermente in anticipo.

Arriva il momento in cui lei ha il bel volto stravolto dalla lussuria e non ragiona più lucidamente, so come farla impazzire.
Ti confesso che mi piace giocare con gli oggetti e mi applico con fantasia.
Oggi siccome avevo appena steso il bucato avevo sottomano le mollette e ne ho applicate due alle grande labbra che hanno rapidamente cambiato colore, passando dal rosa al rosso acceso.
Le parti di morbida carne strette nella morsa apparivano deformate e ridicole.
Lei godeva nel mostrarsi così a me e ho rincarato la dose applicando altre due mollette e tirando al massimo i lembi di carne fino ad aprirla oscenamente; il contrasto del giallo limone della plastica col rosso mi ha fatto andare fuori di testa e ho parlato (lo faccio raramente) senza smettere di masturbarla con la mano.

- Sei così bella e troia. Ti amo-

E poi è stato il paradiso delle sensazioni, degli odori e dei gemiti, quel frammento di tempo in cui ciascuna incontra l'altra, intenso ma troppo breve.
Come tutte le altre volte quando riapro gli occhi lei è ritornata al suo posto nel suo mondo riflesso e spesso mi chiedo se non sia io il torbido riflesso della sua vita.

Spero che tu capisca o almeno ti sforzi di capire, non riesco a fare l'amore se non con lei, non intendo giustificarmi e tu sei libero di credermi oppure di pensare semplicemente che io mi sia inventata tutto quanto.

Baci tua

Narcisa.

Krys70

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