Che incoerenza tra fisico e intelligenza, penso, mentre contrariato cerco le parole per rispondere alla morettina che ho davanti.
Mi prude il naso e, non solo quello, mentre, la squadro per bene.
Dieci minuti prima, ero intento a sorseggiarmi il mio primo cafè giornaliero, uno dei tanti che mi permettono un giusto connubio tra problemi e piacere, quando, arriva questa piccola tempesta fisica.
Piccola, è il termine giusto, sarà alta al massimo un metro e sessanta e, visto che io sono un metro e ottantaquattro, la guardo dall'alto verso il basso; probabilmente l'avrei fatto anche a parità d'altezza w sarebbe stato meglio, avrei nascosto meglio il mio tentativo di guardare sotto la camicetta bianca semi aperta per la fantasia del mio eros.
- Quindi, è lei lo stronzo che ha deciso che non sono affidabile com'essere imano?
Sono abituato a questi discorsi adirati, fare il direttore di banca nel duemiladodici, non è facile.
- Io non giudico la persona, valuto se un prestito può essere rimborsato regolarmente e basta.
- E con quali criteri? Quelli che se ho centomila euro, me ne può prestare cinquemila?
Che buon profumo emana con i suoi pori dilatati per la rabbia.
La gonna di jeans mostra delle cosce abbronzate, esteticamente piacevoli a vedersi:
La cura delle unghie dei piedi maliziosamente colorate con un rosa tenue.
Cerco di mantenere la concentrazione sulle sue parole, ma, il seno che si agita a seguire il suo parlare nervoso, mi distrae spesso.
- Sarà una terza abbondante -
- Bisogna essere dei deficenti per chiedere una garanzia venti volte superiore ad una prestito richiesto, se n'avessi, non li chiederei!
Che occhi intensi e incazzati, veramente pieni di luce .
Io devo tutelare gli interessi della banca, dico, mentre gli occhi cadono ancora sui seni, - non ha il reggiseno, penso, guardando i capezzoli irti che sfregano sulla camicia.
Non basta chiedere, bisogna anche garantire.
La garanzia sono io e la mia voglia di lavorare.
Due belle cose, ma, purtroppo non bastano.
- Ho bisogno di quel prestito.
- Anche io ho bisogno di tante cose, ma, non basta volerle.
Lo sguardo si sposta continuamente dagli occhi al corpo e la frase, è detta in modo suadente, quasi lascivo, impudicamente sensuale.
Lei, mi brucia con il suo sguardo fiero, non parla: sembra riflettere, poi, il suo atteggiamento cambia, diventa mielosa, consona dei ruoli, muove un piccolo passo verso di me, la distanza, è minima;
- Cerchiamo un punto d'incontro...
Sento il suo alito fresco: so che non dovrei, come lo sapevo tante altre volte, ma nessuno è perfetto, tanto meno io, ossessionato dalle donne.
Mi appoggio con il sedere alla scrivania e lascio dondolare le gambe, la distanza, è tornata quella di sicurezza, la voglia invece, è alla soglia massima del pericolo.
Lei muove un altro mezzo passo verso me e io, sento il cazzo e la mente fondersi nell'attesa.
- Che cosa può valere tanto da farmi cambiare idea?
Lo dico, mentre indecentemente allargo le gambe facendo capire il significato delle mie parole.
Un altro piccolo passo e le sue mani sono sulle mie cosce.
Non parla più.
Gli occhi continuano a guardarmi fieri, anche mentre apre la cerniera dei calzoni e struscia il palmo contro la mia evidente erezione.
L'ultimo pensiero intelligente che ho, quando le sue dita prendono in mano il mio sesso, è quello di controllare che le tapparelle dell'ufficio siano ben chiuse.
Spingo il bottone del citofono interno;
- Signora Anna non mi passi nessuna chiamata per i prossimi dieci minuti.
Non aspetto la risposta dalla segretaria e so bene che me ne bastano molti meno di dieci minuti per raggiungere il piacere che voglio, ma, meglio essere prudenti e ottimisti.
Cerco di vedere la sua bocca che s'appoggia alla punta del mio glande, ma, i capelli nascondono il movimento.
Rabbrividisco al primo contatto, sento le unghie spingere sulle mie cosce, quando affonda su di me, istintivamente le metto le mani sui capelli, lei, esce violentemente dal mio sesso;
- Non voglio essere toccata!
Un lieve assenso di testa e ritorna il piacere di labbra morbide.
Sento la lingua giocare con il prepuzio.
Guardo estasiato il movimento dei capelli ondeggiare avanti e indietro. Assaporo le forti sensazioni che la sua bocca produce: vorrei toccare i capelli e stringere i seni, mentre, sento salire il piacere, ma gli accordi sono chiari e io sono un serio direttore di banca cui, è stato insegnato di rispettare gli impegni.
Il ritmo cresce.
Sono vicino all'orgasmo, spingo il corpo verso quel dolce calore, ascolto il suo respiro affannoso.
Una mano e scesa sullo scroto e accarezza la pelle.
Chiudo gli occhi e godo il momento: secondi di piacere estremi e una riflessione ironica - Giusto prestare soldi a giovani tanto decisi e convinti dei propri mezzi - ...
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