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Racconto n° 5103
Autore: Donnamatura Altri racconti di Donnamatura
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Body... Building
Insomma, bene o male alla fine, a forza di frequentare la mia palestra nature, ero riuscita a metter su quel che si dice un discreto fisico. Niente più ciccia antiestetica nei posti chiave, una buona tonicità generale e perfino iniziava ad affiorare qualche muscolo in superficie tanto che qualche maschietto, con la scusa di constatarne i progressi, ogni tanto chiedeva di saggiarne la consistenza. Con questa palpazione ero riuscita ad ottenere: un' erezione immediata da parte di un sessantenne costretto alla fuga precipitosa nello spogliatoio onde evitare la cacciata immediata da parte della direzione, una dichiarazione di matrimonio poeticamente elargitami da un efebo da me soprannominato "microchip" e, per ovvi motivi, per quanto lusingata, rispedita al mittente e, infine, un artistico lavoro di lingua donatomi sotto la doccia da un giovane fusto bronzeo al quale, purtroppo, non ero riuscita a ricambiare il favore per sopraggiunto affollamento nel locale deputato alla pulizia post-allenamento. Va da se che a quel punto la sala pesi era diventata per me come una seconda casa e le attenzioni del trainer non facevano altro che rinsaldare in me il desiderio di impegnarmi sempre più strenuamente; certo effettuare i sollevamenti del bilanciere sulla panca piana con il suo notevole pisello corredato da due palle degne di figurare su una maxi coppa di gelato a trenta centimetri dai miei occhi poteva rappresentare uno stimolo ulteriore; alzare l' asta da terra con il cosidetto culo a pizzo con lui dietro che mettendomi le mani sui fianchi impediva alla mia schiena di sollevarsi per eseguire correttamente il movimento, mi procurava un brivido spinale niente male anche perché inevitabilmente il suo pacco andava spesso a finire contro il solco delle mie natiche; insomma oltre ad allenarmi come una matta mi ero ripromessa prima o poi di far assaggiare alle mie calde aperture quel manganello che presumevo assai rigido e prestante anche nella sua configurazione più consistente. Immaginate con quale delusione accolsi la notizia della sua sostituzione annunciatami all' entrata della sala dalla Betty con un' allenatrice! Con il morale sotto i talloni andai a presentarmi alla suddetta che stava seduta dietro la scrivania: capigliatura castana leonina con dei riccioli che proseguivano oltre la spalle, due bellissimi occhi color foglia d' acero ed un' accattivante sorriso, dandomi la mano si alzò e potei vederla a figura intera. Cavolo! Non immaginavo proprio che una donna con un visino così incantevole potesse avere il fisico di una quercia. Le spalle liberate dai capelli mostravano due deltoidi superbamente sviluppati, bicipiti e tricipiti si armonizzavano ad ogni movimento delle braccia e, al centro di due dorsali meravigliosamente a V, campeggiavano due seni spettacolari tenuti su da potenti pettorali ed una serie di dadini addominali da esposizione fotografica. Le coscie mostravano la curve dei quadricipiti che ricordavano la consistenza del granito e identica era la sensazione per quanto riguardava i polpacci, praticamente due colonne. Nell' attesa che girandosi mi mostrasse il culo che presumevo prodigioso, non potevo fare a meno di catalizzare il mio sguardo su una fica completamente depilata e assolutamente sovraesposta. Ora devo confessare una mia debolezza: la mia passerina è completamente interna e quando mi trovo di fronte a queste attrezzature sguainate ho la stessa sensazione che penso debba provare un uomo al cospetto di un cazzone molto più gosso del suo: una notevole invidia alla quale aggiungo un folle desiderio di succhiare voluttuosamente quelle labbra esterne e infilare la lingua alla ricerca di un clitoride presumibilmente proporzionato a tutto il resto. Quando si voltò per dirigersi verso i macchinari il suo culo fece capitolare in me qualsiasi proponimento di non effettuare tentativi per scoparmi quel prodigioso agglomerato di muscoli mascolini e caratteristiche sessuali di assoluta femminilità. Divenimmo inseparabili, praticamente avevo una personal trainer che se ne impipava degli altri e mi dedicava tutte le attenzioni: allenamenti spaccamuscoli, aminoacidi, bibitoni energetici, alimentazione bilanciatissima fino al punto che palpeggiandomi virilmente mi disse di non aver mai avuto un' allieva talmente diligente e capace di ottenere risultati notevoli in così poco tempo. Mi abbracciò con trasporto e le nostre fiche vennero a contatto, lo shock adrenalico mi diede la faccia tosta di imbastire un confuso discorso di ringraziamento concluso con un invito per un week end all' insegna di sport e salute. Accettò con entusiasmo con l' unica postilla di scegliere un centro fkk riservato ai nudisti. Figuriamoci: era come invitarmi a nozze! Programmai tutto alla perfezione e quando giungemmo nel nostro bungalow, gettati i vestiti, decidemmo di fare un giro esplorativo della struttura. Se qualcuno non è mai stato in un centro del genere non può immaginare l' atmosfera di libertà assoluta che si vive lì, non si tratta di prendere il sole o fare il bagno come mamma ti ha fatto, è proprio vivere nudi h24, sedersi al ristorante, giocare a beach-volley, conversare ambilmente con simpatiche signore panciute con niente altro addosso che la propria pelle. Con un po' di fanatismo posso dire che dopo la cura pesi ero visibilmente occhieggiata quasi quanto la mia strepitosa collega, svariati maschietti cercarono l' approccio, tentennai anche di fronte ad un tedesco con un cazzo fenomenale grosso da moscio come un notevole pisellone eretto, ma ormai la mia attenzione era solo verso i bicipiti di Ester (questo era il nome della mia preparatrice) ed il mio piano era già pronto. A cena mi comportai come si fa in genere in questi casi: ostriche e champagne in abbondanza, ballammo un romantico lento a fine cena baciandoci sulla bocca e, presumo, provocando notevoli innalzamenti sotto i tavoli, poi finalmente in stanza ci gettammo fameliche l' una sull' altra. Toccare il suo corpo d' acciaio era una sensazione indescrivibile: avere tra le braccia un uomo con una fica oversize! Iniziai a baciarla dappertutto mentre lei prendeva un po' di fiato dopo l' intontimento alcolico, passai la lingua sui suoi addominali scalinati e finalmente assaporai la sua fantastica passera, praticamente me la ingoiai come fosse un pisello ed iniziai a succhiare vigorosamente, la cosa la faceva impazzire, bastò un paio di linguate su un clitoride duro come un cazzo per farla venire con un guaito animalesco, ma stavamo solo all' inizio, la lasciai supina e le misi la testa tra le mie coscie portando la mia fica a portata di bocca, lei si abbrancò alle mie chiappe e cominciò letteralmente a divorarmi la passera, l' orgasmo che ne seguì non la fermò un attimo, mi girò a pancia in giù con una facilità estrema ed iniziò a leccarmi il buco del culo alternando penetrazioni con l' indice, venni di nuovo, avrei voluto restituire le attenzioni, ma la sua forza mi sovrastava, mi girò sulla schiena e comincia a montarmi come un maschio e, dico la verità, quel suo inguine duro faceva magnificamente le veci di un discreto cazzo, venivo di nuovo, ma mi rendevo conto che lei era in preda ad una sequenza orgasmica parossistica tanto che ad un certo punto si accasciò su di me stremata. Iniziai dolcemente a carezzarla, mi sfilai delicatamente da sotto e finalmente potei cominciare a baciarle il culo, addentai i glutei duri di muscoli, ma meravigliosamente lisci, la costrinsi con tutto il tatto possibile a mettrsi nella posizione della pecorina e iniziai a inserire la lingua nel suo orifizio, un delizioso contorno scuro che risaltava nel candore della pelle circostante. Quando la sentii di nuovo eccitata con una mano presi a titillare la fica e usando l' altra infilai indice e medio nell' ormai lubrificatissimo orifizio. Le feci raggiungere un orgasmo in maniera talmente progressiva e graduale che accasciandosi sul letto alla fine alzò le mani in gesto di resa: - Basta!- gemette - un altro e muoio stecchita, cavolo! Ti ho trasformato in macchina da guerra! - Scoppiai a ridere, troneggiai su di lui sedendomi sui suoi addominali d' acciaio e gonfiai il bicipite. Anche lei iniziò a ridere, si alzò facendomi scivolare sulla sua fica e mi diede un lunghissimo, dolcissimo, appassionato bacio sulla bocca.

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