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Racconto n° 5190
Autore: LordGrenville Altri racconti di LordGrenville
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Solerte indolenza
Ti amo perché amo la solerte indolenza con cui disdegni i miei tentativi di conquistarti. Io mi ingegno, come un cavaliere medievale, costretto a praticare l'arte dell'assedio senza bombarda e palle incendiarie. Adeguandomi ai tempi, muovo all'assedio della tua virtù, con whatsApp e skype al posto del cavallo e del cimiero. E tu spesso mi respingi, senza troppa convinzione, sapendo bene che invece lo vuoi, mi vuoi. Un onesto rifiuto, pronunciato solo per accrescere il desiderio, nell'attesa.
Cerco di attrarre la tua attenzione in molti modi, anche inviandoti raccontini erotici, perché so che tu sei adusa a questo genere di lettura. Voglio farti capire che la carne è viva e pulsante, anche attraverso il filtro della carta o di un file sul pc. E, quando ti aggrada, mi blandisci soffermandoti su qualche particolare o qualche dotto confronto, spiluccato qua e là tra la letteratura di tutto il mondo, preferibilmente francese. E non manchi di stuzzicarmi. Come quando mi hai scritto, con nonchalance, che una tua giovane conoscente, Isabella, in una serata tra donne ti ha fatto capire, senza mezzi termini, di essere attratta da te, dalla tua bocca, dal tuo corpo. E alla mia replica, un po' scontata, speranzosa e scioccamente maliziosa, hai solo precisato che sarebbe potuto succedere tutto oppure niente. Aggiungendo, con un tocco sublime di classe, che un goccio d'alcol non fa primavera. E dilungandoti, con pochi, sapienti tocchi sulla forma del suo seno e del suo collo, che sembra fatto per essere baciato.
Ma la tua successiva reticenza sull'argomento è promettente. Tanto più ora, che sono finalmente tornato in città e possiamo vederci a casa mia. E potrai raccontarmi tutto, il detto e il pensato o quanto hai solo desiderato, tra le tue ombre. Che forse è la sola cosa importante. E ai miei messaggi sempre più pressanti che ti ho inviato in viaggio hai risposto seccamente: - Voglio lasciarti a bocca aperta, quando mi vedrai.
Lo so che non serve a niente provocarti con sms o cercare di stimolare la tua gelosia. Una parola che non ti appartiene o che, almeno, non ti ho mai sentito pronunciare. E quindi aspetto, e guardo l'orologio come un adolescente al primo appuntamento.
Già pregustavi sicuramente il mio stupore, nel vederti entrare con lei, Isabella. Isabella: solo un nome, evocato da te en passant in qualche tua mail, senza alcuna sottolineatura o apprezzamento. Una tra le tue tante conoscenze, ho pensato leggendo. Ma subito, vedendola entrare, ho capito che i tuoi apprezzamenti sono spesso sottotraccia, messaggi subliminali che vuoi mandarmi, per prepararmi.
E ora che è qui davanti a me, non le distolgo gli occhi di dosso e guardo i suoi lunghi capelli biondi, la sua perfetta scriminatura. E quel volto che sembra uscito da un pittore toscano del Trecento o del Quattrocento, come permeato di una lieve, soffusa ingenuità. Non è il mio ideale femminile, e lo sai bene. Io preferisco tutt'altro, affezionato ai miei archetipi. Ma forse proprio per questo me l'hai portata, senza dirmi nulla di lei. Solo per vedere la mia reazione di fronte a una madonna che sembra dipinta dal Beato Angelico.
Già avevi immaginato come sciogliere il mio e il suo imbarazzo. Con quella risata contagiosa che a volte hai, e quella complicità che trasmetti, ad intermittenza. In quei momenti la donna algida a cui sono abituato si trasforma completamente e diventa una femmina latina, irresistibile. Quasi il suo doppio. E vedo che ti impegni nel metterci a nostro agio, e ci riesci con un'eleganza naturale. Come una signora che conduce i suoi ospiti nella sua bella casa e trova subito lo spunto per accendere la conversazione tra due perfetti conosciuti. Una signora che si allontana e poi torna, felice di ritrovare i due intenti a scambiarsi occhiate d'intesa.
E ora siamo tutti insieme a bere moscato e a giocare una partita a poker con le nostre pulsioni. Con calma però, senza fretta perché la serata è appena iniziata e niente è scontato. Niente deve essere scontato. Immersi nelle schermaglie verbali ecco che decidi di calare un full, accarezzando i capelli biondi di Isabella e dicendo, rivolto a me, che lei è proprio come ti immagini che fossero le donne del dolce Stilnovo. E aggiungi, divertita:
- Perché... non è forse vero che Beatrice ha fatto impazzire d'amore Dante? Generazioni e generazioni di studenti non hanno davvero capito nulla, traviate da insegnanti che non volevano capire e far capire nulla! Esprits rétrécis! Anche se Dante era bravo a sublimare!
Ridiamo tutti e tre per quel bizzarro modo di riscrivere la letteratura e subito mi sussurri, fissandomi, che Isabella farebbe impazzire qualunque uomo. E, dopo una piccola pausa, aggiungi: - Anche qualunque donna.
Lei ha fatto finta di ignorare il tuo sfacciato complimento. Ma quando tu ti avvicini, e i vostri capelli si sfiorano, sento che il suo respiro si ferma. Come aspettando qualcosa. E la provochi, la vuoi provocare, dicendo: - Nessun uomo avrà mai la dolcezza di Saffo nel descrivere la grazia di un corpo femminile, bello come il tuo. Tanto meno Dante.
Isabella capisce e risponde alle tue carezze. È l'inizio di un bacio, profondo, intenso, come di due amanti che si ritrovano dopo tanto tempo e si lasciano travolgere dai sensi. E si baciano in mezzo ad una piazza, tra la gente che passa, incuranti di tutto. Presi solo l'uno dall'altra. Anzi l'una dall'altra. Io vi guardo, seduto sull'altro divano. Unico spettatore ammesso alla vostra esplosione di sensualità. Continuate il vostro gioco, spogliandovi a vicenda e gettando platealmente i vostri indumenti profumati davanti a me. A me che devo restare al mio posto, perché me lo hai ordinato con un gesto indolente, un semplice cenno con la mano.
E non mi muovo, ma fremo. Fremo, vedendo che ora tu sei diventata l'altra, la donna latina, che vuole portare al massimo della tensione erotica la sua compagna. Che si abbandona alle tue cure, alla tua bocca che esplora ogni angolo e si concentra sul seno. Perché sai, è chiaro a me spettatore, che quello che è il suo punto più erogeno. E io fantastico su come e dove l'hai conquistata, dolce preda angelicata. Isabella geme sotto i tuoi baci e cerca di accarezzare il tuo corpo. Tu le dai tregua per un momento, giocando a tua volta con il tuo seno sul suo volto. E la vedo subito inebriata, persa nella tua voglia e nella sua, dolcemente mischiate. Sai bene come proseguire. E lei ti asseconda, ora che l'hai trasformata da angelo a Lucifero, mettendosi a carponi e offrendosi completamente alla tua lingua. E mentre tu la sfiori sapiente e lei si lascia andare, io sento il cuore e la testa pulsare, e la mia impotenza accresce il mio desiderio.
Poi decidi che è il momento di passare ad altro. Prendi per mano la tua compagna e la porti di fronte a me. Io seduto e voi in piedi, a pochi centimetri dai vostri corpi. Mi denudi e ti diverti a descriverle la mia eccitazione, ora e in altri momenti, mentre lei ti osserva e mi osserva, impaziente. Poi decidi di stuzzicarmi ricorrendo agli altri sensi, nel modo che conosci bene.
Ma a metà ti fermi. Ti inginocchi verso di lei e cominci a baciarla sui fianchi e poi ti concentri di nuovo sul suo pube. Isabella non ha più freni. Vorrebbe essere parte attiva, come lo vorrei essere io. Se prima le sue parole avevano ancora una misura, ora hanno perso ogni ritegno. Ti implora di poterti baciare e leccare a sua volta, di rendere partecipe anche me. E tu ti scosti e ti abbandoni, quasi con pigrizia, sull'altro divano, ordinandole di soddisfare il mio desiderio, il desiderio che ora è comune a tutti e due. Lei ora esplora il mio corpo, senza alcun freno, ma col volto e la sua nudità rivolta verso di te. Perché tu possa guardarla.
Ho finalmente capito qual è la vera sorpresa che avevi in serbo. Perché tu non sei mai banale e sai giocare sempre al rialzo. E la tua perversione odierna è vederla mentre prova il piacere con un uomo, non importa quale uomo, anche il tuo. Come se gli aggettivi possessivi avessero ancora un valore! Vederla e provare tu stessa piacere in quello spettacolo di cui sei regista. Anche se non importa se lei è attrice inconsapevole o se ha letto il copione. Del resto, non è forse vero che i migliori registi guidano i loro attori scena per scena, in una scoperta continua del film e della vita?
Ci guidi e ci ecciti con le tue parole, colte e vellutate. E intanto, senza pudore, tormenti blandamente il tuo pube con la tua mano laccata, strofinandovi l'anello che ti ho regalato in tempi romantici.
E mentre raggiungete a poco a poco l'apice, continui a ripeterle che neppure Saffo riuscirebbe a descriverla così bella e così vera, così trasfigurata. Come la vera Beatrice di dantesca memoria. Benedetta indolenza.

LordGrenville

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