Quando mi chiesero di affiancare Caterina B... alla conduzione di - Mezzogiorno con noi - , non ci pensai un solo secondo e risposi sì. In passato, avevo lavorato alla Rai come critico gastronomico, in diversi programmi che avevano ottenuto buoni risultati di ascolto, ma da tempo nessuno mi invitava più in televisione.
- Mezzogiorno con noi - era uno dei programmi di punta di Telenord, ed era condotto da Caterina B... un'avvenente napoletana rossa di capelli che aveva avuto successo in un'edizione del GF. Purtroppo però, da qualche settimana, gli indici di ascolto del programma erano in calo. La produzione preoccupata aveva incaricato un'agenzia specializzata in ricerche di mercato, di indagarne il motivo. Risultò che - Mezzogiorno con noi - era giudicato soporifero e egoriferito. Inoltre, secondo questa ricerca, a non funzionare era soprattutto Caterina, il pubblico la considerava antipatica e saccente.
Per ovviare a tutto questo furono avanzate diverse proposte, ma nessuna sembrava convincente finché qualcuno avanzò l'idea della doppia conduzione. Ottenni così un contratto e ben presto incominciai il mio lavoro. Fin dal primo giorno mi resi conto che a Telenord erano tutti innamorati di Caterina. In effetti era difficile non innamorarsi di lei. Bastava guardarla quando arrivava in studio, ancheggiando su interminabili tacchi a spillo, oppure quando, al distributore dell'acqua minerale,si chinava per raccogliere la bottiglietta. Subito ti chiedevi come potesse quel culetto rotondo entrare in un paio di jeans tanto stretti.
Le prime puntate andarono bene: tra me e Caterina c'era una bella intesa tanto che a fine mese il programma aveva recuperato tre punti. Poi però lo share cominciò a diminuire. Provammo ad inserire i giochi telefonici e altre amenità, ma nulla sembrava funzionare. Poi arrivò un venerdì in cui era ospite uno chef toscano famoso anche per la sua suscettibilità. La scaletta del programma prevedeva che Caterina lo intervistasse mentre lui preparava uno dei suoi famosi piatti. Tutto sembrava andar bene finché, Caterina, gli fece un paio di domande inopportune che lo fecero irritare. Scoppiò un piccolo putiferio tanto che il cuoco lasciò lo studio imprecando contro tutti. Io intervenni cercando di trattenerlo, ma inutilmente, allora benché fossimo in diretta, persi il controllo dei nervi, afferrai Caterina per un braccio e la costrinsi fino ai fornelli. Poi presi un cappello da cuoco e glielo infilai in testa.
- Brava - le gridai - adesso cucini tu! -
Immagino che fosse una scena buffa, quasi grottesca, tutti si aspettavano una sua reazione isterica e invece lei , visibilmente sorpresa ed emozionata balbettò qualche parola incomprensibile, e rossa dall'imbarazzo si mise a trafficare ai fornelli cercando di rimediare al pasticcio che aveva combinato.
Alla fine del programma erano tutti sconcertati a cominciare dal pubblico in sala che, durante tutta la scenata, a stento aveva trattenuto le risa. Il regista e gli operatori erano ammutoliti, la produzione immagino fosse furibonda. Pensai che il giorno dopo mi avrebbero licenziato e prima di andarmene a casa bussai al camerino di Caterina per scusarmi. Mi aspettavo non mi ricevesse e invece mi aprì la porta.
Aveva gli occhi gonfi per il pianto ma era stranamente calma.
- Scusa Caterina, mi son saltati i nervi... -
- Dimmi la verità sono stata un disastro? - mi chiese e subito riprese a piangere nascondendosi la faccia con le mani. L'abbracciai cercando di calmarla .
- Ma no, che dici... semmai siamo stati un disastro entrambi. -
Lei si lasciò consolare abbandonandosi tra le mie braccia.
Il giorno dopo scoprimmo che la puntata aveva avuto un aumento di share del 6%.
Non era mai successo che il programma ottenesse un tale gradimento. Ci fu subito una riunione per analizzare il fatto. Il regista era sicuro che fosse tutto a causa della mia reazione con Caterina. Secondo lui, il fatto che l'avessi in qualche modo strapazzata in diretta aveva fomentato il pubblico, specialmente quella parte che l'aveva in antipatia.
Si decise che per non perdere audience bisognava insistere su quella strada, solo che bisognava trovare il modo e, soprattutto, chiedere a Caterina se fosse d'accordo. Dissi al regista che a questo ci avrei pensato io.
L'arrendevolezza di Caterina dopo il fattaccio in trasmissione mi aveva fatto venire l'intuizione che quello strano comportamento fosse dovuto a una sua indole masochista che, fino ad allora, nessuno sospettava. Avevo bisogno di scoprire se questo buco nero esistesse davvero e decisi che l'avrei verificato subito.
Quel giorno, a Telenord, non si girava la diretta, però erano tutti presenti per prepararsi per la puntata del lunedì. Caterina era in un angolo che ripassava la scaletta. Aspettai che gli studi si svuotassero per la pausa pranzo e con una scusa la invitai a seguirmi nel mio camerino. Per metterla a proprio agio Incominciai prendendola alla lontana: parlammo del programma, dei nuovi ospiti, poi tornai sull'incidente del giorno prima:
- Certo che sei stata proprio perfida, fossi stato in lui invece di abbandonare lo studio ti avrei messo sulle ginocchia e ti avrei sculacciata in diretta. -
Stavo attentissimo ad ogni sua reazione per capire se la mia intuizione sul suo buco nero fosse giusta.
Divenne subito rossa, abbassando gli occhi e muovendosi sulla sedia come se scottasse. A questo punto mi sentii autorizzato a continuare.
- Non credi che avrebbe fatto bene? -
Lei prese un lungo respiro: - Forse sì... di certo sono stata un disastro. -
- Sì, un vero disastro, se non cambi registro finirà che chiudono la trasmissione e ci farai licenziare tutti. - Dissi fissandola negli occhi.
Mi sembrava completamente disarmata, trasparente e io mi sentivo in grado di leggerle i pensieri.
- Qui ci vuole qualcuno che ti insegni le buone maniere, - dissi ormai sicuro delle su reazioni.
- Sì... - rispose lei.
- Sì' cosa? -
- Penso di averne bisogno - balbettò infine.
- Bene è proprio quello che farò. -
In un istante me la rovesciai sulle ginocchia e le abbassai le mutandine. Non la sculacciai tanto forte: solo quanto bastava per farle il sedere rosso e per scoprire che anche lei era eccitata. Dopo la sculacciata la penetrai nella vulva da dietro, scivolando con estrema facilità perché era tutta bagnata e dilatata. Venimmo insieme. Io mi abbandonai sulla sua schiena schizzandola di gocce di sperma vischioso.
Ci eravamo soddisfatti a vicenda superando limiti e scavando in zone che non conoscevamo.
Poi ci furono istanti di immobilità assoluta, lei sembrava appagata, come rapita da quel furore erotico che ci aveva coinvolti.
Lunedì riprendemmo il programma. Tutto funzionò benissimo, bastava un battibecco, un rimprovero o la scherzosa minaccia di metterla in castigo in un angolo dello studio perché lo share andasse in doppia cifra.
Con Caterina non dovetti definire né tanto meno preparare un copione: la nostra intesa funzionava benissimo perché era naturale. Ci coinvolgemmo così tanto che arrivai a costringerla ad intervistare un importante attore con un doppio vibratore che le stimolava contemporaneamente vagina e ano. Oppure quando la obbligai a portare una pinza vaginale per tutta la durata della diretta. Ma questo lo sapevamo solo noi due.
Programma a parte io e Caterina continuavamo in privato il nostro speciale gioco erotico.
Io sapevo come eccitarla e lei aveva bisogno di uno come me per eccitarla. Le nostre libido si armonizzavano perfettamente.
Adesso non so quanto potrà durare tra di noi. Spero in eterno, ovviamente. Ma una cosa è certa, però: svelare tutta la nostra sessualità è stato rischioso, ma ne è valsa la pena.
daddy99