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Racconto n° 5241
Autore: Nikitaverdeveleno Altri racconti di Nikitaverdeveleno
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Presto e mai. Io resto
Io resto.

Anche se mi dai davvero poca speranza.
Anche se tra presto e mai, probabilmente farai vincere il mai.
Anche se mi fa..soffrire, cercare di accettarlo.
Anche se averti fisicamente per me è necessario più di quanto lo sarà mai per te.
Anche se a volte il desiderio di poter vedere nei tuoi occhi quell'abisso in cui voglio perdermi è quasi dolore fisico, tanto è mentale.

Non posso darti i ricordi che non hai.

Io però non posso dimenticare.

Che quella volta che di notte hai subito un furto...hai chiamato me, a casa, la mattina dopo.
Che quella sera nella tua casa sul lago mi hai messo in mano quei documenti come se io fossi nel tuo board.
Che nei giorni dopo dicevi di sentire ancora il profumo della mia pelle e di vedere i miei occhi in quella stanza.
Che conservo ancora lo studio di fattibilità che hai voluto tenessi.
Che quando non hai raggiunto l'obiettivo, in quella riunione, "per un pugno di azioni che anche una casalinga potrebbe avere", l'hai voluto dire a me.
Che la cena più bella della mia vita è stata quella con te in quel magico ristorante..
Che conservo ancora i ritagli di giornale con le tue foto.

Tutte cose che non sono nulla, per te.

Una sera mi hai chiamata e mi hai detto...posso darti più di quanto immagini.

Non ti ho chiesto nulla...sono fuggita.

Per poi tornare.
Indomabile...ma tornavo sempre a te.

Hai detto ti amo, eri geloso del mio mondo parallelo.

E sono fuggita, di nuovo

Orbite perennemente disallineate.

Spaventata dalla stessa cosa che oggi porta te a dire che non vuoi avermi per non smettere di desiderarmi.

Io resto, ora.

Non voglio perderti.
Non voglio smettere di sentirmi come mi fai sentire.
Non voglio.smettere di averti pensiero fisso che spinge a fare cose fuori luogo, per una razionale come me.

Perchè senza te io non sono io.

Perchè sei l'unico che riesce a domarmi, anche se non lo vuoi vedere.
Perchè sento che non finirà mai, questo legame che non riusciamo a definire.
Perchè mi muove l'egoismo, anche.
Perchè giochiamo, ma gioco non è.

Noi siamo fatti così, siamo tutto ed il suo contrario.

Come puoi credere che smetteresti di desiderare, una volta avuto, se io sono come migliaia di frammenti che non potrai mai incasellare?
Se non sono solo una donna, ma sono tante donne?
Se sono la tua sfida impossibile?
Se sono disposta ad essere la tua Salomè, dipingendo con le parole tutto quello che sono i tuoi desideri, sfumandoli nei miei?

Stasera ho immaginato di essere stesa, nuda, bendata, imbandita come la più invitante delle tavole, per te.

Il mio sesso risponde alla mia fantasia facendosi lago senza nemmeno bisogno che io lo sfiori.

Vedevo le tue dita portare il cibo alla tua bocca, magari qualcosa di piccante.
Che avrebbe lasciato traccia sulla tua lingua.
E la tua lingua avrebbe torturato me nel sottile confine tra il piacere ed il dolore, brucianti, lente, inesorabili, profonde leccate.

Lo sento fisicamente, adesso, mentre scrivo, quel piacere.

Pulsa nelle mie vene, gonfia il mio sesso.
Sarei stata bendata come piace a te, ma nella mia fantasia potevo vedere oltre la benda.
Vedevo la tua mano prendere un calice di bianco frizzante.
Avresti versato piccole gocce, partendo dall'incavo del collo che avrei immediatamente inarcato all'indietro, stimolata dal freddo della bevanda.
I rivoli sarebbero scivolati sui seni.
La tua bocca avrebbe succhiato il liquido...ed i miei capezzoli.
Vedevo un cubetto di ghiaccio tra le tue labbra.
Lo avresti usato al posto della lingua.
Saresti stato impietoso, avresti disegnato arabeschi partendo dalle gambe..risalendo verso il mio centro.
Avrei ansimato, quei gemiti che vorrei riempissero una stanza reale.
Perchè avresti preso altri cubetti di ghiacchio e li avresti infilati nel mio sesso..uno due tre.

Impazzisco anche ora, che è solo fantasia prodotta dalla mia

La mia mente frenetica ha visto le tue dita seguire quei cubetti.
Una masturbazione perfetta.
Il freddo del ghiaccio...il caldo dell'attrito.
Ho immaginato i miei umori colarti sulla mano.
Ho immaginato che il tuo membro avrebbe sostituito le tue dita.
Sublime...il tuo movimento, le mie gambe a stringerti a me.
La tua lingua sul volto sul collo in bocca.
Il cibo ormai sparso ovunque.

Vieni a reclamare la mia indecenza, ti appartiene.

Io resto, continuiamo a giocare...

Nikitaverdeveleno

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