Era da qualche anno che non vedevo Padre Alberto. L'ultima volta mi sono recata nel monastero e passando davanti alla sua stanza avevo sentito dei rumori strani che mi hanno turbata. Mi sono fermata e, guardando dalla porta socchiusa, ho visto le sue mani che accompagnavano il cazzo su e giù, spalmando lacrime che continuavano a colare. Ansimava e questa scena mi ha eccitata moltissimo, mi sentivo strana e i capezzoli sono diventati duri spingendo contro la stoffa. Lo vidi godere emettendo un fiotto improvviso di caldo nettare che mi fece venire desideri inconfessabili. Corsi via turbata e piacevolmente eccitata.
- Buongiorno Suor Anna - Padre Alberto si avvicina a me e sorridendo mi tende la mano. Il suo contatto mi piace, è caldo, vorrei non finisse mai. Ci guardiamo negli occhi e rimaniamo in silenzio, mentre le sue dita accarezzano le mie.
Padre Alberto è qui per le confessioni di noi suore, così decido di presentarmi per ultima, in modo da avere il tempo di raccogliere i pensieri che mi riscaldano il corpo.
Il sole è ormai calato, ci sono giochi di ombre date dalla luce delle candele. Entro nel confessionale, una grata mi separa da lui. Respiro il suo odore di uomo. Decido di essere sincera, in fondo sono sempre una suora. Inizio a parlare, racconto del desiderio che ogni notte mi porta a sfiorare delicatamente il mio sesso e mi fa aprire le gambe, mentre con l'altra mano, gioco con i capezzoli. Dall'altra parte del divisorio, sento il respiro di Padre Alberto farsi pesante e, con voce tremante, mi esorta a continuare il discorso. Il suo calore, nel silenzio della chiesa, mi rincuora e proseguo, liberandomi dalle paure. Di notte, sotto le coperte, le mie dita entrano nel mio caldo sesso che immediatamente diventa bagnato. Spingono, esplorano, si fermano per farmi respirare e poi continuano portandomi al piacere più grande ... esplodo ansimando.
Non paga, porto le dita alla bocca e avida, lecco.
Improvvisamente sento una mano sulla mia veste, mi giro e vedo Padre Alberto davanti a me. Dalla sua tunica si vede una protuberanza, sono davvero eccitata. Incrociamo gli sguardi, mi inginocchio e sento le sue mani sul velo. Scosta la veste e vedo il suo cazzo libero e duro che attende solo una bocca calda che possa accoglierlo. Il suo odore, la sua vista mi travolge. Apro la bocca e lo avvolgo. Con la lingua lo spingo contro il palato sentendo tutta la sua rigidità. Le mani del Padre sono sulla mia testa che guidano il ritmo del piacere. Avanti e indietro, su e giù. Nel frattempo con una mano mi sono sollevata la veste e ho iniziato a toccarmi. Sento Padre Alberto prendere le mie dita e iniziare a leccarle impregnate dei miei umori. Questa immagine mi fa impazzire dal desiderio.
Piano mi solleva e si siede su una panca della chiesa. Mi avvicino sedendomi su di lui. Il suo cazzo strofina sul mio sesso bagnato, lentamente entra. Lo sento dentro fino in fondo, giù. Siamo fermi, i nostri respiri sono all'unisono, i nostri corpi uniti. Ondeggio sul suo cazzo, lo sento sulle mie pareti. Godo, mentre le mie unghie affondano nella sua carne. Inizia a muoversi facendomi impazzire di desiderio e inesorabilmente vengo abbracciata a lui. Mi stringe, sento le sue mani che mi danno calore, i suoi sussurri di gioia e i suoi baci che soffocano ogni mio dubbio. Senza timori, tra le sue braccia, mi sento appagata di ogni desiderio impuro mai confessato. Sono libera di respirare la vita.
Mi sfilo da lui e mi inginocchio, voglio gustare i nostri sapori. La mia lingua lecca assaporando il nostro sublime piacere. Piccoli colpetti al frenulo mentre la mano si muove accompagnando su e giù il cazzo. Sputo sopra, facendo colare la saliva, così scorre meglio. Lo guardo, i suoi respiri sono più accelerati, lo sento venire. Un getto caldo mi scorre tra le labbra, curiosa lecco, ingoio ... immaginando le prossime confessioni ...
Elle