Ci abbandoniamo sul divano mollemente, pigre e scomposte come uomini davanti alla televisione.
Prendo in mano il libretto sottile, così piccolo che mai diresti possa contenere tanta forza, tanta immaginazione. Io so cosa aspettarmi, lei chissà. Lo apro in corrispondenza del segno, sul terzo racconto. E inizio a leggere, piano, quieta, di strade affollate, di artisti, modelle, caffè e salotti di una soffusa Parigi anni Trenta.
C'è una tale grazia nel tono, nella forma, pare definire i contorni di una cartolina d'epoca in bianco e nero, scritta in bella calligrafia da una donna al proprio amante.
Le scene prendono forma in sfumature tenui nella mia mente, prive di descrizioni pretenziose, ma percorse da un delicato languore di fondo; svelano desideri nascosti e inquietudini mal celate.
Leggo - non per me sola - leggiamo, di colazioni romantiche, trofei di caccia in terre selvagge, fianchi e cosce tornite.
Le calde atmosfere bohémiennes colorano la luce della stanza di porpora, le tende di semplice cotone paiono pregiati drappi scuri, il tessuto del divano, un morbido velluto nel quale sprofondiamo tra i cuscini, adescate e accarezzate da sottili descrizioni.
Leggiamo di camicie leggere, di sottovesti lunghe e raffinate, di amicizie intime e soffici seduzioni. Di baci particolari e carezze private; spiamo fantasie altrui, stregate dal fascino che esercitano, dall'abilità nel trascinarci in un vortice di morbide sensazioni.
Adagiata molle sul cuscino, il suo sguardo si perde docile su un punto imprecisato della parete, o forse oltre, forse sulle nubi spumose. Sento il mio corpo teso ed ugualmente rilassato, insieme grave e sciolto, in qualche modo ipnotizzata e ubriaca.
Tento di recuperare lucidità per leggere, ci provo, non senza fatica. La bocca secca, il respiro breve, la mente altrove.
Lei mi guarda, seria come non l'ho mai vista, imbronciata, quasi assente, drogata.
Mi mancano le forze per formare un sorriso, e appoggio il libro aperto sul cuscino accanto a me. Il suo sguardo adesso è caduto sul tappeto; prima che possa accorgermene, col braccio teso sto accarezzandole piano la guancia, poi le labbra tenere. Mi chino sul suo viso, dapprima incerta, poi non incontrando alcuna resistenza assaggio piano la sua bocca.
La sua espressione resta grave e seria, gli occhi socchiusi e liquidi. Proseguo a baciarla, più decisa mentre le cingo e le carezzo le spalle, poi il collo. Lei risponde ai miei gesti, finalmente accettandomi; avverto il mio sesso impormi segnali, impulsi elettrici, incuriosito dalla situazione inedita.
Le infilo una mano sotto la camicia e le sfioro i fianchi mentre sento le sue percorrermi la schiena. Non raggiungo nemmeno i suoi seni, temendo che possa ricredersi da un momento all'altro ho già entrambe le mie mani sui suoi pantaloni, adoperandomi per aprirli; lei mi aiuta ad abbassarli alle caviglie, mentre guarda altrove.
Mi porto vicino a lei come non lo sono mai stata. Provo un'emozione insolita mentre vedo la mia mano muoversi sotto i suoi slip. Sfioro le sue labbra tenere e lisce, gentilmente ornate dalla soffice peluria. Trovo splendido ciò che sto toccando, come un delicato segreto svelato.
Raggiungo le sue labbra là dove sono schiuse e bagnate, e mi paralizzo per un istante. La vedo chiudere gli occhi e la sento sospirare piano, come se attendesse. Non mi scaccia e lascio che le mie dita si facciano risucchiare in quel vaso che conosco bene, ma che pure ora mi pare così misterioso. Faccio ciò che credo vorrei fosse fatto a me, ciò che ho sempre solo ricevuto e mai dato.
Le accarezzo ripetutamente l'ingresso della vulva, andando e venendo sulle sue labbra morbide, dal suo piccolo clitoride fino a dove iniziano ad aprirsi, e vi entro piano, cauta, solleticandole all'interno; resto un poco, poi esco per ripetere lo stesso gesto, spingendomi ogni volta un po' più in profondità, facendomi coraggio, il viso avvampato e vinta la tensione che provavo.
La sento gemere appena, voglio che desideri ciò che le sto facendo. L'idea di essere la fonte del suo godimento mi lusinga e mi sconvolge. Vorrei narcotizzarla coi miei gesti, trascinarla con me in un limbo di piacere dove restare per ore, sfinirla di carezze fino a portarla sull'orlo dell'isterismo.
Non voglio essere da meno degli uomini che ha avuto. Voglio che per ora li dimentichi tutti.
Insisto sul clitoride, aumento velocità, baciandola ancora; lei ricambia languida, la sento libera, scorrere completamente fluida accanto a me, e a me intrecciarsi.
Sotto la mia insistenza, la sua eccitazione sale per arrivare al culmine. E' la prima volta che osservo l'estasi sul volto di una donna, così più seducente e intensa che su quello teso di un uomo. Mi rivela il suo piacere spontaneo, incontenibile, aperto. Quel piacere reso ancora più sconveniente dal fatto che sia stata io a procurarle, e che a me appare semplicemente incantevole.
Fiorisce tra le mie mani, venendo con qualche gemito sommesso. La guardo con occhi increduli e ammirati, io stessa ormai allo stremo fisico ed emozionale.
Mi sento completamente liquefatta, del mio nucleo fuso rimasto un nulla.
Le chiedo 'Toccami'. Lei molle e decadente, si tira a sedere sul divano e si toglie i pantaloni. Li sfila del tutto lasciandoli cadere sul tappeto. Poi aspetta che io abbassi i miei, ricomponendosi i capelli.
Sento il mio sesso dilatato e lubrico al punto che temo possa perdervisi dentro; lei mi raggiunge tra le gambe, e senza alcun preambolo inizia a farmi.
Con la punta delle dita mi titilla dolcemente le labbra del sesso, con devastante lentezza; sorpresa, avverto sopraggiungere squisite sensazioni provocate da mani femminili non mie.
Mentre mi lavora premurosa dentro e fuori, sento il suono fradicio e osceno delle sue dita dedicate al piacere della mia vulva rorida; sono sconvolta dalla novità di saperla intenta su di me, dalla sua carezza dolce ed esperta, non ultimo, dalle soffici sensazioni a cui il mio corpo si arrende impotente; assecondo le sue azioni chiamando a rapporto fantasie, parole, racconti, implorando il mio corpo affinché catalizzi tutto in un'esplosione indomabile e redentrice.
Le labbra della mia vagina fremono cercando di catturare una qualsiasi delle deliziose sensazioni che vi si rincorrono intorno.
Mi sento salire, inizio a muovermi un po', chiamando esasperata l'orgasmo che mi spetta, mentre lei cerca di portarmi sempre più in alto. Una magnifica energia fluida si irradia dal mio ventre lungo i miei arti e pompa vigorosa nel mio petto. E vengo superbamente.
Il suo viso appare dolcemente imbarazzato, e pure complice e divertito. Io mi getto al suo collo stringendola forte, il cuore mi batte impazzito; mentre lei mi restituisce affettuosa l'abbraccio, carezzandole i capelli istintivamente mi sfugge dalle labbra, lieve e spontaneo, un grato "Ti amo".
Inside Susan