Anna mi aveva telefonato in ufficio per dirmi che sarebbe passata a casa mia la mattina seguente, giorno di pausa dal lavoro.
L'idea mi piacque subito, perché era trascorso molto tempo dall'ultima volta che ci eravamo viste e portavo ancora dentro di me il ricordo di piccoli segnali, come impercettibili battiti di ciglia, che Anna mi aveva regalato. Una contrazione allo stomaco e più in basso, solo al pensiero...
Non avevo mai fatto l'amore con una donna né avrei mai avuto l'ardire di proporre una cosa simile ad un'amica, ma con Anna mi ero sempre trovata a mio agio nella mia intimità e molte volte avevamo anche condiviso la doccia insieme, più che altro scherzose considerazioni sul nostro corpo, spalmandoci la crema reciprocamente, prendendoci un pò in giro. Come accade, quasi sempre, tra donne, complici inespresse dei loro segreti.
Più tardi nella serata, ho tardato ad addormentarmi, presa inconsciamente - ma forse era il contrario - dalla voglia che il tempo passasse più in fretta, che arrivasse il momento del suo arrivo, motivando la mia frenesia più che altro al piacere di stare insieme, come era accaduto molte volte. Avrei voluto accendere il sole...
Arrivano i primi chiarori ed io, tra un sogno mozzato e la ricerca di posizioni comode nel letto, mi alzo per gettarmi sotto il getto della doccia mentre mio figlio e mio marito stanno ancora dormendo, ma ancora per poco...
Finalmente sono sola, dopo la colazione, la scelta dei vestiti, le coccole e i baci... finalmente posso dedicarmi a riordinare la casa, cosa che faccio abbastanza in fretta. Ho il cuore a mille. Fermati, rallenta... manca ancora un pò... riprendi fiato... mi accorgo di respirare affannosamente... e cerco di concentrarmi sulle piccole attività quotidiane.
Finalmente... non faccio in tempo a pronunciarlo che suona il citofono.. è già qui...
Apro il portoncino senza neanche chiedere chi è e mi precipito ad indossare i pantaloni di una tutina di cotone... La porta... lei che si staglia, l'abbraccio e convenevoli vari.
Lei entra, si sbarazza della borsa e si infila in cucina per preparare il caffé. Santi numi... mi guarda in un modo...
Mentre accende il fornello mi chiede di mio marito e di mio figlio. Ovvio che non ci sono, ovvio che torneranno, almeno, per l'ora di pranzo. Ovvio che abbiamo almeno quattro ore per parlare, per raccontarci tante cose... per......
No, non parliamo più: ci abbracciamo, lente, fluide, soavi... labbra che si cercano... la sua lingua che parte dall'angolo destro della mia bocca, la attraversa e si ferma per poi aprire le mie labbra, si intrufola, abbraccia la mia lingua... ed è un freneticare incessante. Mentre questo accade, le sue mani si infilano sotto la maglietta, trovano i seni, dove i capezzoli stentano a darsi un contegno, ma chi se ne frega del contegno. Sono duri, il desiderio li fa apparire più grandi, l'aureola increspata da mille onde.
La maglietta viene tolta in un battito di ciglia e io faccio altrettanto con la sua. Ricordavo i suoi seni, altrettanto maestosi nella loro dolce ampiezza. Ci abbracciamo, i seni dell'una contro l'altra...
Adesso sono io che prendo l'iniziativa: la mia lingua va da sé, non ha binari preordinati da percorrere, lascio che inventi le sue strade... il suo collo, piccoli colpi di lingua, dove lascio scie di saliva, la strada mi porta ai suoi seni.... indugio intorno all'aureola, mi faccio strada sul suo ventre e le mie mani iniziano a sfilarle i pantaloni... che si rovesciano in terra...
Il suo sesso è lì, davanti a me, ricoperto da quel pezzo di stoffa... sopra quel pezzo di stoffa ci passo la mia lingua, avidamente. Voglio sentire il suo odore. Mescolo la mia saliva al uso umore che sento salato, ma dolce.
Non è ancora la carne... non ancora... ma lei mi alza, mi fa girare e mi trattiene a sé, la mia schiena contro i suoi seni... li sento penetrare in me, tra le mie scapole e le sue mani percorrere quel che resta del mio corpo... La sua lingua un frullìo di sensazioni, delicata, forte, prepotente. Contrazioni nello stomaco e più in basso.. ho il desiderio di farmi masturbare da lei.
Anna capisce, intuisce che non posso più aspettare. La sua mano scavalca gli slip... sento il suo dito aprire le grandi labbra, già umide, gonfie di desiderio. Un piccolo gemito al contatto della sua mano, come la mia, ma diversa.
Sa dove toccarmi, sa come toccarmi, conosce l'intensità del tatto, l'unicità del tocco... ma il suo dito va oltre. Penetra in me, lussurioso serpentello, un piccolo pene delizioso, deciso, nella mia vagina. Ne esce colmo del mio umore che Anna lecca con avidità.
Poi continua il suo gioco sul mio clitoride.... sto per impazzire... impazzisco mentre mi toglie quel che poco che ancora indosso... e affonda la sua lingua dentro di me e si gira affinché il suo sesso sia a portata della mia bocca. La lecco, dove so, conosco il suo sesso come il mio. Lei è me in quel momento. Mi basta ricordare i momenti dei miei amplessi solitari.
I suoi fianchi si muovono, aumentano l'intensità della spinta verso la mia lingua e io faccio altrettanto.. e l'orgasmo ci prende, vigoroso, lungo... senza fine...
Rimaniamo esauste ma abbracciate, non so per quanto tempo... continuando a regalare, l'una all'altra, le nostre lingue muschiate dei sessi reciproci...
In me sento di aver compiuto un rito, una magia irripetibile. Non credo che farò l'amore con un'altra donna, ma dentro di me ho la convinzione che con lei sarà sempre così.
Enchantra