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Racconto n° 671
Autore: Monella Altri racconti di Monella
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Besame mucho (Madrid - Milano)
Corre lentamente il treno verso binari che non conosco, le pareti dei muri delle stazioni sfregiati da sigle senza senso e dai colori sbiaditi.
Entra nel corridoio dello scompartimento un ragazzino dalla faccia monella, probabilmente uno zingaro.
In braccio una fisarmonica quasi più grande di lui, ma si muove con padronanza e inizia a suonare la vie en rose e subito dopo besame mucho..

Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dalla musica, tutto intorno l'atmosfera cambia all'improvviso e io mi ritrovo catapultata a Madrid, 10 ore fa.

Stazione Atocha, uno spettacolo come pochi. Le grandi navate in ferro battuto e lo spettacolo del giardino tropicale al centro. L'umidità generata da un impianto sofisticato che consente di mantenere bellissime e lucide le grandiose piante che svettano al centro della stazione.

Io che perdo l'aereo quella mattina e tu che mi offri di dividere con te il vagone che ti riporterà in Italia. Ci conosciamo davvero pochissimo, solo una cara amica in comune, che questa estate ci ha presentate ad una cena a casa tua. E mi viene in mente con quale padronanza ti ho vista girare nel tuo giardino, a lume di candela, dopo cena, e all'eleganza con la quale ti sei spogliata per entrare nella piscina illuminata, a come ho osservato la tua casa il giorno dopo, illuminata dal sole, curata nei dettagli, come te.

Il sapore e l'odore dell'estate sono piuttosto lontani ed è un cappotto scuro a tre quarti che ti abbraccia insieme alla sciarpa di seta appoggiata sulle spalle e mi vieni incontro, alla stazione, con un sorriso che ricambio con gioia.
Incontro nuovamente i tuoi occhi azzurri e ti abbraccio in maniera leggera quando ci salutiamo. Sei in splendida forma, come ti ricordavo e te lo dico. Abbassi leggermente lo sguardo e abbozzi un rossore che non ti appartiene.

Il treno è bellissimo, nonostante la livrea supermoderna mantiene un fascino retrò al suo interno, quasi da orient express. Il tuo vagone letto in realtà è un miniappartamento profumato, ordinato, con un tappeto per terra, un tavolo con tre poltroncine e un divano di vellutino bordeaux. Alla parete di sinistra si poggia il divano che si trasformerà in letto come pure una delle poltrone. Alle pareti alcune stampe con scene di caccia e due lampade. Niente a che vedere con i vagoni letto delle ferrovie italiane.

Mi guardo intorno come una bimba curiosa e vorrei toccare tutto, fotografare nella mia mente ogni più piccolo dettaglio. Mi osservi mentre esploro e sistemo le valige nello scomparto in alto, fuori dalla nostra vista. Accendo la radio e scelgo il canale rithm and blues. Un pianoforte e un sax accompagnano la voce calda di un black singer.

Sei a tuo agio, lo percepisco da come ti muovi, da come sfili le scarpe basse, sportive, le riponi in un armadietto da dove estrai delle pantofole di spugna come quelle offerte sugli aerei o negli alberghi.
Niente da dire, il servizio è impeccabile e lo sei anche tu.
Il bagno è ordinato, essenziale, moderno, perfino accogliente, lo spogliatoio con le pareti di legno scure, la stampa di una donna nuda voltata di spalle, che forse ti somiglia perfino un po'.. Ridiamo delle mie battute sull'allestimento del treno e il vagone comincia a muoversi lentamente.
Usciamo dalla stazione e il cielo è grigio, sono le 19 e la luce è cambiata. Il rumore ritmico del treno mi ipnotizza. Mi siedo sulla poltrona vicino al finestrino, tu rispondi ad una telefonata e mi sorridi mentre vai di la a cambiarti.

Mi riappari con un maglione grigio a collo alto, la collana sottile, i capelli scuri che si adagiano sulle spalle, le tue mani curate, un unico anello importante, i pantaloni a sigaretta chiari... niente trucco, un profumo leggero che conosco. Non perdo un dettaglio di te; mi piace osservare le persone, scoprirne i frammenti, immaginarne i pensieri.

Iniziamo a chiacchierare in attesa della cena, che consumeremo li.

A tratti questa inaspettata intimità mi imbarazza un po', e non è da me. Infondo era stato decisamente più intimo l'incontro ai bordi della tua piscina, ma sta di fatto che tu sei una donna molto interessante, dallo sguardo fiero, l'aria seria e uno charme naturale, e mi chiedo se qualche donna ha mai avuto l'ardire di dirtelo.
Questa aria seria da nobildonna, lo sguardo a tratti severo a mio avviso nasconde un lieve imbarazzo, una sorta di protezione della tua naturale dolcezza. Credo tu sia una donna che non si lascia avvicinare facilmente, ma da scoprire, conquistare, incuriosire, sedurre. Gioco con le parole e gli sguardi, i discorsi a doppio senso e ti guardo ridere e sorridere con me.

Arriva la cena. Il menu è quasi sofisticato. Un antipasto a base di Formaggio stagionato e miele, crema di sesamo e una salsa agrodolce ai peperoni. Guardo il miele scintillante che si adagia sul formaggio, abbracciandolo, avvolgendolo , stillando piccole gocce luminose sul piatto, lo sento fondersi sul palato insieme al formaggio. Ti osservo mentre parli, mi piace sostenere il tuo sguardo diretto, profondo, quasi come se fosse un braccio di ferro goliardico, sensuale, non posso fare a meno di giocare con te.

Mi rendo conto che ti sorprendi un po' di te: lo capisco da come reagisci spontaneamente e poi ti ascolti dire cose che non avresti immaginato dire a una donna. Le tue mani si muovono su di te in cerca di conferme, giocherelli con la collana, ogni tanto getti un occhiata a te stessa, riflessa nel vetro del finestrino, li è la tua immagine perfetta che quasi stenti a riconoscere. Si cara amica, stai giocando la parte di donna seduttiva, nel modo naturale come sai fare, ma di fronte a te hai una donna, che mette sul tavolo le tue stesse carte. Ti fa strano, lo immagino, ma stai cedendo alla naturale curiosità che ho intravisto nei tuoi occhi, e la complicità di questa inaspettata intimità e del vino ti aiutano a rilassarti e a lasciarti andare.

Io non perderò questa occasione, sarò una macchina fotografica in questo istante e tutto ciò che mi regaleranno le tue espressioni e i tuoi gesti, resteranno impressi nella mia mente.
La tua bocca che accoglie un piccolo boccone, il miele che si adagia sulle tue labbra, il tovagliolo che le massaggia, il vino chiaro che le abbevera.

Sei uno spettacolo e mi chiedo se forse il mio modo di osservarti ti stia mettendo a disagio, ma sinceramente non mi importa granchè.. lo so, sono un po' sfacciata, come al solito.

Il vino bianco che non sono abituata a bere comincia a fare il suo timido effetto. Sono euforica ma sono in buona compagnia, hai una luce differente negli occhi, e cominci a lasciarti andare, raccontando di te. Il cameriere ha lasciato tutto li e se n'è andato.
Le ore passano senza che nemmeno ce ne rendiamo conto e dalla tavola passiamo sedute sul divano.
Non riesco a convincerti a non accendere quella sigaretta che ti avvolge in una nuvola azzurrina dall'odore penetrante che mi disturba, perché copre quello del tuo profumo, intenso, avvolgente, che mi arrivava diretto alle narici ogni volta che prendevi in mano i capelli, mentre parlavi con me e li raccoglievi in una coda vaporosa.

Il nostro viaggio continua, penetra la notte velocemente questo treno che porta con se le nostre parole e i nostri sguardi, le risate soffocate, la complicità che nasce spontanea. Vorrei che questo tempo non finisse mai, come spesso desidero sia il tempo che trascorro con le persone che sento affini.
Scorre veloce la notte fuori dal finestrino, spegniamo le lampade dello scompartimento per vedere le luci che appaiono a tratti lontane immerse nel buio totale dei campi a tratti vicinissime su una strada o un ponte che porta nell'infinito e che fa tremare il pavimento, vibrazioni che a tratti cullano le nostre parole.
Lo so ormai che ti sei resa conto che la mia mano si è posata più volte sul tuo ginocchio e sul tuo braccio per dare risalto ad una affermazione, per cercare la tua complicità e sarei curiosa di sapere quale vibrazione ti ha attraversata anche solo per un momento.
Nemmeno sai quanto sarei capace di attendere per far scorrere le mie mani su di te e osare una carezza sul tuo viso.
Nemmeno puoi immaginare, quanto sarebbe dolce e delicato un bacio in questo momento. E le mie mani non perderebbero la rotta questa notte, saprebbero dove posarsi e vagherebbero per esplorarti tutta, per ricreare una mappa che porterei via con me . Bevo le tue parole come un bicchiere di porto che goccia a goccia si posa sulla lingua, il suo profumo forte, il colore intenso sembra il sangue di un patto, un patto d'amore e di complicità. Bevo le tue parole, che scendono piano nella gola e si fermano sul cuore, che scaldano come una goccia di alcool, che infiamma il destino. Ed è la mia voce che adesso si fa calda e profonda e che ti parla di desideri e anime che si intrecciano, di momenti che restano incollati all'anima.

Potrei desiderare da pazzi un momento come questo...
se non fosse già accaduto
Potrei restare ancora ore tra le tue braccia....
se non fossimo arrivati al capolinea
Potrei innamorarmi di te... se non lo fossi già.

Besame Mucho.. sono le note della fisarmonica che non accennano a finire e che mi riportano alla realtà. Scendo dal treno trascinandomi un trolley recalcitrante, senza nessuna voglia di rientrare nel mio oggi, e mentre il sole si appoggia delicato sulle mie spalle in un abbraccio consolatore, sulle labbra mi resta il sapore di un bacio rubato che difficilmente scorderò.

Monella

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