Smettila. Basta. Finiscila.
Non essere così pesante.
Quanto la fai lunga.
Ti ho tradito. E allora?
Tu lo fai ogni giorno. Non fare l'innocente.
Quando guardi quella del secondo piano scendere le scale: ti vedo, sai, che con la coda dell'occhio guardi in su per vedere che mutandine porta sotto alla minigonna. Non è un caso che tu esca alla stessa ora in cui esce di casa lei, non è un caso. Come se non ti conoscessi. Come se non sapessi che punti la sveglia e cronometri l'orologio per incontrarla casualmente nella tromba delle scale. Come se non ti conoscessi.
O quando vai al bar con gli amici, dove ti trasformi e inizi ad ascoltare rapito le loro prodezze sessuali, a raccontare le tue per non essere da meno, e a commentare le belle ragazze che passano lì davanti: quanto siete stupidi, voi uomini. Prendete coraggio solo quando fate branco, siete dei pecoroni che hanno bisogno di sentire attorno a sé il gruppo per caricarvi, per gridare "a' bbona!" alla prima che passa con tacchi a spillo e occhiali da sole. Quanto siete stupidi.
E quando camminiamo tranquilli in centro io e te? Se passa una bionda con le tette grosse ti volti a fissarla con la bava alla bocca, e sembra quasi che tu voglia inalare tutta quanta la scia di profumo che lascia dietro di sé. Non sei dissimile dagli altri uomini. E fingi di essere diverso quando sei con me. E' questo che non sopporto. Avessi almeno il coraggio di mostrarmi ciò che sei, se davvero sei fiero di essere come sei. Nemmeno questo.
Poi le scuse, quelle che non beve più nessuno e che tutti conoscono a menadito, anche chi non le usa più perchè ha la fantasia per inventarne altre. Le scuse del tipo "Ma lo sai che non ho occhi che per te". Oppure "Ma amore, non fare la visionaria, non ho fatto nulla".
Nulla, dici. Non hai fatto nulla. Ma se nella tua mente in un nanosecondo te la sei scopata in tutte le posizioni! Certo, non hai fatto nulla di concreto, ma se allarghiamo il discorso all'astratto ce ne sono da dire, di cosette...
Tu mi dirai ora che io l'ho fatto sul serio, al contrario di te. Certo, che l'ho fatto. Quando faccio una cosa, la faccio bene. Non a metà, come fai tu per codardìa. Non la lascio lì a metà. Io la faccio bene.
La prima settimana sembrava un pulcino. Timido.
La seconda settimana s'è fatto avanti. Dolce.
La terza settimana s'è fatto più audace. Intrigante.
La quarta settimana è diventato come lo volevo. Passionale.
Siamo entrati in ascensore, ci siamo ritrovati lì per caso.
No, stai tranquillo: non è un caso come quelli che fai capitare tu con quella del secondo piano. Non era studiata. Ci siamo ritrovati lì davvero casualmente.
E' stato un attimo: ci siamo guardati negli occhi, ci siamo capiti e ci siamo fatti male. Desideravamo talmente tanto la stessa cosa che entrambi ci siamo slanciati in avanti per baciarci, l'uno addosso all'altra. Io ho rimediato un taglio sul labbro interno, ma era così dolce il sapore del mio sangue mischiato con la sua saliva che non ci siamo fermati. Quando ha infilato la mano sotto alla gonna e ho sentito le sue dita frugare dentro ai miei slip, ho capito che la corsa dell'ascensore non sarebbe bastata. Serviva più tempo.
Siamo scesi all'ultimo piano cambiando i programmi: lui doveva andare al terzo, dal grande capo, io al quarto nella sala del computer. Siamo arrivati nei rispettivi uffici una mezz'ora dopo. Abbiamo continuato nel bagno dell'ultimo piano, quello triste che viene usato solo dal personale di servizio, perchè l'ultimo piano è ancora in fase di completamento.
E una volta arrivati lì ci siamo scopati a vicenda. Ed è stato intenso, avvolgente, focoso. Non godevo così da tempo. Da troppo tempo. E' troppo brutale, detta così? Io non credo. Rende l'idea, questo sì. Dopotutto è quello che vorresti fare con tutte le bonazze che vedi in giro, no? Metterglielo dentro. Farle godere.
Forse mi vuoi dire che tu puoi usare il termine scopare, e io no? E da quando in qua la lingua italiana ha regole così sessiste? Mi dissocio.
Dimmi ora: quanto male fa essere presi in giro, essere traditi nella fiducia, capire che chi hai davanti non è la stessa persona che credevi di conoscere?
Te lo dico io: fa molto male.
Ci si sente umiliati, feriti, delusi, straziati, scavati, svuotati.
Ci si sente impotenti, inutili, azzerati, annullati, annientati.
E' una sensazione che conosco bene, perchè me l'hai fatta provare tante volte. E non mi importa se qualche volta, invece di andare al bar coi tuoi amici ti sei incontrato con quella del secondo piano. Non mi importa se quella bionda con le tette grosse l'hai agganciata e te la sei portata a letto per sapere cosa si prova a scopare con una bionda con le tette grosse. Mi sono bastate le occhiate che scambiavi con loro e che ho colto. M'è bastato quello per capire che se te le fossi trovate davanti non avresti detto no alla loro offerta. E forse l'hai fatto. Hai detto sì.
Ho capito che non sei tanto diverso da me: anche io quando vedo un paio di belle scarpe non riesco a resistere e le compro, ben sapendo che nell'armadio ne ho già venti paia. Quelle che compro sono comunque diverse, e hanno un'attrattiva a cui non so resistere. Il tuo comportamento con le donne non è dissimile da quello che io ho con le scarpe. L'unica differenza in questo, tra noi, è che le scarpe sono oggetti.
Sappi comunque che è stata solo una volta. Dopo quella non l'abbiamo più fatto, siamo rimasti solo amici.
Perchè te l'ho detto?
Ho avuto l'ardire di rovinarti questa cenetta a base di pesce non perchè sono particolarmente perfida e cattiva, o perchè sono bastarda, nemmeno perchè oggi ho le mestruazioni e quindi oggi sono lunatica. E' capitato. E' arrivata l'occasione e l'ho colta.
Volevo semplicemente farti capire che non è bello quello che fai. Farmi passare da sclerotica indisponente e gelosa visionaria solo perchè ti piace fare l'occhiolino alle biondone, o fare il latin lover con quelle che abitano nel tuo palazzo. Spero che ora tu l'abbia capito.
E spero che ora, se non ti va più di stare con me perchè ti senti tradito, tu me lo dica. E' ora di prendere una decisione, di smettere di tenere i piedi su due staffe. Scegli: o me o la tua vita da macho latino. E scegli bene.
Eliselle