Lara entrò nel negozio con l'aria di chi sa esattamente cosa vuole dalla vita, si rigirò tra gli scaffali di vetro, poi andò dritta verso il ragazzo al bancone e gli sussurrò: - ...vorrei farmi delle foto... un po' sexi.
Lui non ci voleva credere, erano anni che sognava una simile occasione ed ora tutto si realizzava all'improvviso, come se avesse strofinato una lampada magica. Ebbe solo il coraggio di chiederle: -... quando? - e la sua agitazione raggiunse il culmine nel medesimo istante in cui lei rispose: -...adesso!
Era solo in negozio, ma per nulla al mondo poteva perdersi una simile occasione, quindi la pregò di accomodarsi nella piccola sala di posa, che liberò in tutta fretta dall'immancabile confusione. - Sa già come le vuole fare, lo sfondo, la luce?
- Sfondo nero come se fossi avvolta dal vuoto, il centro dell'attenzione voglio essere io... devo mandarle all'uomo che me le ha richieste e preferirei che usasse una macchina digitale, non voglio farlo attendere troppo.
Il ragazzo la guardò allibito, fece un piccolo cenno di assenso, e la lasciò sola un attimo per munirsi della sua inseparabile Canon. Quando tornò, Lara si era tolta l'impermeabile e si stava slacciando la camicetta. Rimase incantato ad ammirarla... silenzioso, attonito, rapito dalla sua disarmante complicità.
Lei gli sorrise e continuò a spogliarsi, finché restò con paio di culottes di seta nera ed un reggiseno in tinta che conteneva a fatica il suo seno prosperoso.
Bella, stupenda creatura lì davanti ai suoi occhi, non più giovane ma proprio per questo ancora più sensuale, come tutte le donne che acquistano fascino e personalità sopra i trent'anni.
Elegantemente seduta sul seggiolino dal sedile girevole, la lunga collana di perle adagiata sul seno e quelle labbra vermiglie che si schiudevano in un delizioso sorriso: - Sono pronta, - sussurrò - mi fido ciecamente di lei... spero non vorrà deludermi!
- Si spogli! - avrebbe voluto chiederle - Si tolga tutto e si lasci guardare...- ma la realtà non si lascia mai trascinare dai sogni e i sogni non seguono mai la realtà.
Il lampo del flash dettava i tempi della posa, piccoli movimenti, impalpabili correzioni, tutto sembrava seguire una prassi comune e la speranza del fotografo andava a perdersi col passare dei minuti.
Quando venne da me, quella sera, Lara aveva negli occhi la stessa luce e sulle labbra le stesse emozioni. Mi baciò con uno strano sorriso e subito dopo mi consegnò un sottile pacchetto avvolto con cura nella carta dorata; dentro c'era il CD con le sue immagini.
Mi misi seduto sulla comoda poltrona di pelle nera ed accesi il computer. Infilai nel lettore quel lucente disco dall'aria invitante ed attesi che mi mostrasse il suo segreto.
- Mettiti comodo, - disse lei, accovacciandosi in ginocchio tra le mie gambe - le foto sono montate in sequenza, trenta secondi per ognuna... dalla prima all'ultima...
Una musica dal ritmo latino inondò la stanza mentre le sue dita slacciavano la fibbia della mia cintura. Le immagini sullo schermo si susseguivano lentamente, quasi fosse un filmato a scatti, mostrandomi la cronaca fotografica dell'eccitante servizio fatto apposta per me.
Avvertii le sue dita sulla pelle del ventre, afferrarono l'elastico dei miei slip e lo attirarono verso i suoi denti. Uno strappo improvviso mi fece comprendere che quella sera sarebbe stata speciale, e la decima fotografia mi lasciò senza fiato. Sul primo piano delle culottes nere spiccava il rosso delle sue unghie che scostavano la seta di lato, poi le inquadrature si susseguirono finché la sua carne rosea cominciò ad apparire tra i corti peli.
Non era questo ciò che le avevo chiesto, mi sarei accontentato di saperla nuda davanti al fotografo, ma ormai era tardi per cambiare il corso degli eventi.
Trasalii quando vidi il suo indice sparire tra i petali carnosi... nello stesso istante mi sentii avvolgere da un calore intenso e non riuscii a parlare. Sapere che dall'altra parte dell'obiettivo ci fosse stato un altro uomo mi faceva impazzire di gelosia, ma la voglia che mi torturava era così grande da non riuscire a contenerla.
Reso ben visibile dagli scatti del flash, il luccichio dei suoi umori apparve all'improvviso sullo schermo, poi le dita si intinsero una dopo l'altra in quell'anfratto voglioso, schiudendolo ai miei occhi... ai suoi occhi.
Mai avrei immaginato di godere al pensiero che si mostrasse in quel modo ad un altro, ma ora ero prigioniero da quel susseguirsi di emozioni forti, tremende... mentre la sua bocca avvolgeva il mio sesso in una piacevole morsa.
- Ora ci sarà un momento di attesa, - sospirò Lara, concedendomi un attimo di pace - alcuni minuti di buio in cui non ha potuto fotografarmi perché mi stava scopando.
- Impossibile, - pensai - sta bleffando!- non l'avevo mai sentita parlare così.
Lo schermo nero mi eccitava ancora più delle fotografie, potevo immaginare ogni cosa e ciò che appariva alla mia mente era più perverso della realtà. Non potevo crederci... non volevo crederci, e se da un lato avrei preferito che non fosse mai accaduto, dall'altro ero attratto irrimediabilmente da quella prospettiva.
Quando le immagini ritornarono ad accendere di luce e colori il monitor, tutto sembrò ripetersi dall'inizio: stesso sguardo, stesse inquadrature. Ero certo che mi volesse lasciare nel dubbio, sicuro che quell'incertezza potesse divenire la scintilla che avrebbe riacceso il nostro rapporto, e tornai a seguire le sue dita con la stessa attenzione di prima, le osservai perlustrare ancora la sua carne, torturare la sua e la mia voglia.
Ma ancora una volta riuscì a stupirmi, le unghie rosse sprofondarono tra gli effluvi alla ricerca del piacere profondo, e riemersero intinte nei densi succhi che colmavano il suo sesso. Lo compresi immediatamente che rovistava nel piacere lasciato da un altro... e quella lunga scia di seme biancastro scivolava fuori dalla sua carne trascinando con sé i miei pensieri più torbidi... nello stesso modo in cui le sue labbra cingevano il mio glande risucchiandolo in gola.
I fotogrammi risalirono il suo corpo lenti e inesorabili, e l'ultima immagine si fissò nelle mie pupille nello stesso istante in cui il piacere divampò come un incendio nella mia mente. C'era il suo volto in primo piano, gli spigoli delle labbra tracimavano della stessa manna di cui si nutriva ora tra le mie gambe... ed io non potei fare a meno di scoppiarle in gola.
Anatas Dark