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Racconto n° 774
Autore: Faber Altri racconti di Faber
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La bozza
Ti scrivo.
Perché lo sai a parlare non riesco a volte ad esserne capace.
Ti scrivo anche perché ti debbo spiegazioni anche e so che sei infelice.
Ti tradisco da tempo. Lo sai.
Di questo sai da solo, io non te no ho mai parlato.
Sai lui chi è, avevi sempre sospettato.
All'inizio era un gioco, malizia di una donna forse troppo accasata. La scoperta di piccole lusinghe e di muovere e piacere. Tanto.
Ancora.
No, allora non ti avevo ancora umiliato.
Lui scherzava soltanto in quei fine settimana, giocava. Non avrebbe mai fatto male ad un amico in quel modo.
Lui me l'ha spiegato, so che forse non capisci, o non credi, ma io so che è vero.
Se devi dare colpe dalle a me. Chiamami ancora troia e puttana.
Lui scherzava e io ero anche divertita delle tue stupida piccola gelosia quando vedevi.
Eravamo stanchi ricordi, allora? Un poco.. consumati.
Lui mi lusingava con quei giochi e tu, dopo, da soli, non ne parlavi ma avevi ardori vecchi, rinnovati.
Un giorno poi però lui mi ha scopata.
Sì, amore.. no.. solo scopata. Forse puoi immaginare circa quando, il giorno non importa. L'estate scorsa. Forse sai anche quando perché io sono sicura che, al mio ritorno a casa, avevo fortissimo l'odore suo, ancora addosso.
Come hai fatto a non sentirlo? Io mi sentivo addosso l'odore del suo sesso, anche dopo essermi lavata.
E tu, quel giorno, perché hai cominciato?
Era un gioco soltanto. E non faceva danno.
Ti ho scoperto geloso dopo. E spesso insofferente.
Geloso più di quanto io ti conoscevo.
Mi sono mancati tanto i nostri abbracci in questo tempo, i nostri giochi. Sono sincera.
All'inizio lottavi, ti battevi, mi piaceva essere l'oggetto fiero di una lotta di galli, sì mi piaceva.
Avevi domande negli occhi sempre quando tornavo a casa. E non domandavi. Ti dico adesso. Sì mi piaceva. E mi piace tanto quando mi mette sotto. Ha sesso di rapina, è macchina da sesso che travolge e spazza via. So che volevi saperlo e adesso te lo dico.
Non per ferirti oltre ma sai mi piaceva. E mi piace ancora. Adesso. Forse di più.

Questa è solo una bozza, una mia confessione a entrambi, la lettera che scrivo e non potrò spedire.
Mi sfogo qui, dopo salvo e non invio, ma non riesco più a tacere.
E allora dico a te, al ladro, al traditore, di lui.
Lo amo, sai.
Lo amo come sempre.
Amo il suo modo di amarmi, è caldo e lento e forte.
Mi vesto, dopo, lasciandoti nel letto ancora sfatto e corro a casa. Debbo lavarmi subito, prima del suo arrivo. Deve trovarmi lì quando rincasa.
Lascio l'odore della puttana nel tuo letto e vado a medicarlo, quando lui accetta il dottore. Nella sua rabbia odierna ho ritrovato anche quella sua lenta passione che me l'ha fatto amare.
Corro a casa, ogni volta. Mi chiedi sempre della casa, delle nostre cose. Mi chiedi se scopo ancora lui, sì, lo faccio ancora.
Quando mi lascia fare.
Mi chiedi come mi prende, quando, dove. Sei geloso anche tu ma di una casa da cui ti tengo fuori. Ti incazzi a volte dopo il sesso. E dici.. come puoi... perché... fermati stanotte, resta, non andare. Dormi qui una notte.
Sei geloso delle notti dormite nello stesso letto, del sesso del mattino appena svegli, quando la sua gelosia è ancora sul cuscino e dorme ancora e lui mi tocca, mi fruga con la mano, io mi struscio contro e poi mi riempie col buongiorno.

Vedi questa è una lettera che non può proprio partire.
La salverò, una bozza solo su un dischetto.
Non posso dirti dell'emozione forte di sentirsi un po' puttana, forse non capiresti.
Credimi però a volte è dura. Esser la donna che conforta, il sesso che rassicura e poi cambiare cuore, dividersi ed essere l'inquietudine, la coscia spalancata e la fessura.
So che avete entrambi anche una paura. Che vi confronti nel letto. Che misuri. Che allinei i vostri cazzi nella mente e paragoni nel pensiero un orgasmo lento e potente e uno violento e rapido, e battagliero.
So che non ci credete ma per me non è problema. Non confronto, raccolgo.
Avete gusti differenti e come sapete non riesco a fare scelte.
Da bambina avevo un gioco, con uno zio lontano. Arrivava a trovarci per le feste dal paese e per me portava sempre due pacchetti. Aveva anche poca fantasia.
Sapevo dalle prime volte in poi che un pacchetto erano palline di cioccolato amaro e l'altro caramelle dure, cuore di frutta morbido all'interno. Gli stessi pacchetti e lo stesso contenuto.
E stesso rituale.. scegli.. quale vuoi?
Sapevamo entrambi poi la fine di quel gioco. Andavo via felice con caramelle e cioccolato.
E allora, visto che è una bozza. Che non leggerete. Una proposta che sta nascendo dentro.
Lasciate che io succhi il cioccolato, lento si scioglie in bocca, è un gusto che avvolge il palato e che io amo.
E voglio anche quelle caramelle. Le ho sempre mangiate a morsi, rotte tra i denti in furia e in fretta. Senza resistere e aspettare, né sciogliere e succhiare, per ricevere sulla lingua subito, la crema d'agrumi che vi era nascosta.
Vi farei un regalo, uno ad entrambi.
A te regalerei l'entrata nella casa. Un sonno dentro un letto e non la fuga affrettata. Vedresti le risposte alle domande su una donna che non lo lascia e non ti sceglie.
A te regalerei la forza sconvolgente di una compagna puttana che non ti nega niente. Neanche di guardare.

Allora la proposta, tanto è un bozza e solo un sogno.
Vado alla casa di campagna, quella che entrambi conoscete. Dove con entrambi ho giocato a questo gioco.
Vi aspetto là sul letto, con le persiane chiuse alla vergogna. Nuda sul letto.
Aspetto che veniate a cogliermi, se lo volete insieme. Scenderò dal letto al rumore di porta disserrata.
Vi verrò incontro guarderò in silenzio mentre vi spogliate.
Scenderò del letto e vi verrò incontro a dar coraggio.
Avrò due cazzi tesi nelle mani al mio ritorno verso il materasso di crine.
Mi scoperete a turno o se volete e ce la fate, insieme.
Mi guarderete mentre godo con l'altro o aspettando i vostri tempi per un secondo tempo mi masturbo.
Sarò per voi un dono da puttana.
Avrò bocca per baciare mentre l'altro mi prende e poi se ci riuscite e non scappate mi siederò su te, ti accoglierò. Poi mi chinerò in avanti... e a lui offrirò altre caverne e altri umori. Se accettate e non scappate, sarete entrambi, voglio in un solo istante tutti e due, i miei amanti che mi scoppiano dentro.
Sarò donna di entrambi in quella casa e gran puttana e donna generosa e buona amante.
Immagino anche un bacio che forse non avrete.
Che forse è troppo. Entrambi sulle mie labbra insieme.
Adesso chiudo questa bozza. Salvo sul floppy e scappo in centro per le spese.
Sognare fa anche male.

Anna


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Ho fatto un piccolo guaio, mi conoscete!
Sono una pasticciona, lo sapete.
Invece di chiudere la bozza della mail ho schiacciato invio!
E ora oltre che della pasticciona che sono.. altro sapete..
Scrivo queste due righe in fretta, allora, un'altra mail per voi, allora e scappo.
Vado alla casa di campagna.
Quella che conoscete.
Onoro questo patto che vi offro. Che offro.. per errore?
Per il piacere mio senz'altro e spero il vostro. Sono sicura.. il vostro.
Vi aspetterò nuda su quel letto di crine un po' pungente.
La stanza offuscata, quasi buia a nascondere ogni imbarazzo. Vestita solo di pelle mia, nuda e in attesa, come in un appartamento a ore aspetta la puttana.
Vado e vi aspetto.
Anna

Ah.. dimenticavo... tengo le mutandine che ho indosso ora.
Ve le contenderete su quel letto. Sono bagnate dalla mia fantasia e dall'umore che ho spremuto prima con le dita, mentre scrivevo quella bozza, che era destinata a non partire.
So che anche di questo poi non siete così sicuri. Che fosse scritta per restare chiusa tra le bozze solamente e fosse errore il mio sopra quel tasto. Pensate quello che volete.
Io intanto vado, vi aspetto.
Anna

Moglie ed amante, ma solamente Anna.

Faber

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