Scendo dall'autobus e mi incammino verso la facoltà. Ho appena sostenuto un esame che mi ha portato via tutta l'estate, quello schifosissimo esame è lasciato finalmente alle spalle. Ed ora, dopo tanta attesa, vado da lui.
Lo vedo sulle scale, ad attendermi. Bello come non mai, illuminato dal sole. Bello e innamorato. Riconosco un'espressione sorniona sul suo viso, la vedo già da lontano. So cos'ha in mente. Ma il mio ruolo è quello di fare l'innocente, perciò lo abbraccio, candidamente, avvertendo il suo profumo, gioendo della nostra vicinanza. Qualche parola, qualche casto bacetto, ancora il piacere di sentirlo di nuovo così vicino, di percepire il battito del suo cuore attraverso i nostri vestiti.
"Andiamo in bagno", mi sussurra all'orecchio. Sapevo già tutto ancor prima che aprisse bocca. Senza parlare lo prendo per mano e lo accompagno alla toilette della facoltà.
Lui mi aspetta fuori dalla porta, mentre io vado in ricognizione nel bagno delle ragazze.
Nessuno.
Entro, mi raggiunge, la serratura scatta.
Ecco il nostro piccolo angolo di mondo: piastrelle bianche e un wc.
Lui mi spinge contro il muro con decisa delicatezza, mentre inizia a baciarmi con passione. Le nostre lingue si incontrano, si massaggiano, accelerando i nostri palpiti di desiderio. Le sue mani si posano sulla mia vita e salgono, sollevando la maglietta leggera, mentre io lo avvicino ancor di più a me prendendolo per i glutei, sentendo già tutta la sua eccitazione premere contro di me. Ormai lo conosco troppo bene, so che gli basta sfiorare un mio capezzolo per non sapersi più tenere.
La sua mano sale e stringe, palpa, accarezza, mentre ci baciamo ancora.
Distolgo la bocca dalla sua per concentrarmi sul suo collo: lo lecco, lo mordo, lo bacio, mentre sento i suoi sospiri farsi sempre più profondi. Allungo una mano ed inizio a massaggiare il suo membro turgido attraverso i jeans. Lo sento distintamente, mentre lui fa lo stesso con me, toccandomi lì, dove sa che mi piace di più, proprio come solo lui sa fare.
Alla cieca, gli sbottono i pantaloni, so che è quello che vuole, e riprendo a massaggiarlo, ora pelle contro pelle. Accarezzo, stringo, salgo, scendo: ormai la sua voglia è pari alla mia.
Con voce orami soffocata dal desiderio mi sussurra: "Ti voglio".
Solo uno sguardo gli è già sufficiente: in un attimo mi abbassa i pantaloni e gli slip e io faccio lo stesso con lui. Subito si riavvicina, sento il suo pene lungo e duro in mezzo alle mie gambe. Lo voglio troppo. Mi volto e, appoggiandomi al muro, mi abbasso. Entra subito con facilità. Sono sua, completamente. Le sue mani corrono sui miei fianchi, sul mio seno, mentre io sento nel ventre ogni singola spinta. Mi bacia sul collo, sento il suo respiro caldo ed eccitato. Niente è più intimo di due amanti che consumano la propria passione tramite la passione dell'altro.
Esce, mi volto e gli dico di sedersi sulla tavoletta. Mi tolgo i pantaloni e in un attimo sono seduta su di lui, con tutta la sua virilità dentro di me. Inizio a muovermi, accompagnata dalle sue mani che spingono il mio sedere e mi guidano. Lui gradisce, molto. Mi guarda con occhi vitrei mentre mi dice "Ancora... sì, ancora.". Io godo del suo godimento.
Una porta, una ragazza è entrata nella toilette accanto. Lui mi dice di rallentare, obbedisco, anche se l'idea che qualcuno potesse sentire i nostri gemiti non mi spiaceva affatto.
Passato il pericolo, mi dice di rialzarmi. Mi prende nuovamente da dietro, come so che gli piace di più. Ora il suo ritmo è serrato, il fiato mi manca, il piacere sale. Poco dopo mi dice che sta per venire. Allora lo supplico di toccarmi, dove sa. Devo venire anch'io, e devo farlo avendolo dentro di me. Lo sento salire, mentre il ritmo di lui dentro cresce e la sua mano si muove veloce tra le mie gambe. Mi abbasso ancora di più, tenendomi al muro e vengo, spalancando la bocca in un grido silenzioso e devastante. Un attimo più tardi sento il suo respiro caldo sulle mie natiche nude e sudate farsi improvvisamente più veloce e, poi più lento e regolare.
Accaldati ed ansimanti ci appoggiamo al muro, e ci baciamo, mentre lui esce, seguito da un piccolo fiotto del suo seme.
"Ti amo", ci sussurriamo.
Poi sorridiamo. e se qualcuno ci avesse sentiti?
Forse è un po' tardi pensarci adesso.
Melablu