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Racconto n° 856
Autore: Melablu Altri racconti di Melablu
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In auto
Giornata di sole, appena rinfrescata dall'arrivo dell'autunno.
La mia migliore amica sul sedile del passeggero, il suo ragazzo alla guida, io e il mio amore sui sedili dietro.
Stiamo tornando in facoltà, dopo il breve incontro dei nostri uomini. Questioni di lavoro.
Diciamo la verità... abbiamo fatto i bravi. Lui, fermo e attento alle istruzioni del capo, io seduta sulla mia sediolina al suo fianco, in silenzio.
Certo è che, appena accomodati sul sedile posteriore, vicini, stretti.
Mi guardi con quegli occhi che vogliono dire solo una cosa... e pensare che quella mattina, tutto raffreddato e sofferente dal malanno di stagione, mi avevi detto, mestamente: "Mi spiace. oggi non mi tira.".
E ora, con i tuoi occhioni fissi nei miei, la tua mano si arrampica su per la mia maglietta. La scavalchi senza complimenti e continui a muoverti, finché non trovi quello che cerchi... il mio capezzolo, che si inturgidisce al tuo tocco.
Lo stuzzichi, con insistenza, tanto che presto mi sfugge un sospiro. Intanto la mia amica, davanti, parla con il suo ragazzo, inconsapevole, o solo incurante di ciò che sta succedendo alle sue spalle.
Lei mi rivolge la parola, distrattamente rispondo, mentre tu ti sistemi contro di me, per raggiungere meglio la mia pelle.
Continuo a guardarti intensamente, mentre cerco di raggiungere i tuoi jeans, con studiata lentezza. Purtroppo non arrivo al mio obiettivo, ma riesco ad afferrarti i pantaloni poco sotto la cintura, e tiro verso l'alto, facendoti socchiudere gli occhi. Ti sussurro all'orecchio: "Allora? Chi ha vinto? Io o il raffreddore?" Senza parlare abbassi lo sguardo, e io faccio lo stesso. Un certo turgore laggiù tradisce la risposta. ho vinto io.
Il ragazzo al volante si volta un po' per fare manovra, e quasi come riflesso incondizionato, fermo la tua mano posata sul seno. Tu ti allontani da me, leggermente infastidito: "Uffa... non dai soddisfazione."
"Ah, no?", rispondo io un attimo dopo, in tono provocatorio, prendendoti la mano e posandola direttamente tra le mie gambe.
Cerco di coprire la tua mano che ora si muove e stringe con la mia giacca, posata in grembo. Ti vedo più che eccitato, e anche io non sono da meno... i nostri amici a pochi centimetri da noi, l'auto (non l'abbiamo mai fatto in macchina.), il fatto che in ogni momento i nostri movimenti potrebbero essere visti dai passanti, che camminano sui marciapiedi cittadini... sì, estremamente eccitante.
Tu stringi con forza, mi stimoli, ora risali i jeans e mi abbassi la zip. Con fatica ti infili nei miei pantaloni, superi gli slip e finalmente raggiungi la mia pelle.
Strusci con le dita la peluria che incontri, cerchi di farti strada nello spazio ristretto. Con voce un po' affannata mi chiedi "Dove sei?". poi scendi ancora un po' e finalmente mi trovi. Te ne accorgi da come muta il mio respiro, ormai mi conosci bene.
Premi, stuzzichi con decisione, un po' impacciato dalla posizione... io inizio a non rendermi più conto di nulla, neanche dei passanti vicini al finestrino e neppure della mia amica, che può vedere il mio viso nello specchietto retrovisore, né tantomeno del suo ragazzo, che potrebbe girarsi da un momento all'altro.
Forte, sempre più forte. il mio respiro e la mia voglia crescono, e sento che anche il tuo respiro si scalda. Vorrei che fossimo davvero da soli, in quest'auto sconosciuta, vorrei che tu ti gettassi con la tua irruenza così famigliare e sempre sconvolgente su di me. Vorrei poterti liberare dalle costrizioni dei vestiti, vorrei che le tue mani tremanti compissero il lavoro iniziato. Vorrei prenderti e guidarti dentro di me, fregandocene del tempo che passa, del posto, del mondo intero, occupandoci solo di soddisfare il nostro istinto e la nostra voglia. Vorrei fare l'amore con te, come più volte abbiamo fatto, con desiderio sempre nuovo. Vorrei te... te...
Butto un occhio fuori, siamo quasi arrivati, purtroppo. Anche tu te ne accorgi, abbandoni il nucleo caldo del mio piacere, permettendomi di ricompormi.
Il ragazzo fa manovra, la mia amica ci fa scendere. Ringraziamo, salutiamo e ripartono. Tu, mentre attraversiamo la strada, mi sussurri: "Ehem... ho evitato di dargli la mano, sai com'è. ;-)"
Ridacchiamo, poi ti tiro verso di me, ti bacio con forza secca, decisa, come a volte fai tu. Poi mi guardi, con espressione interrogativa, quando ti prendo il gomito e ti dirigo verso la fermata del bus, in direzione opposta alla facoltà.
"Ma non hai lezione, adesso?" mi chiedi. "No," rispondo, "adesso si va a casa tua."

Melablu

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