- ...Guendalina, che fai - ?
- Guendalina.... -
Che dire di lei, di lei che ti guarda con quegli occhioni scuri, e non capisci se sta pensando o sta già agendo...
Mi risale come l'alta marea, persino il calore del suo corpo è diverso.
Diverso come? Diverso e basta.
Lei avanza, avanza sempre, lenta e inesorabile come la marea... e anneghi per lei, tra il bicchiere di barricato che tiene in mano e il vetro quasi opaco attraverso il quale ti guarda... ti arriva dentro, tra un battito e l'altro delle ciglia... arriva, arriva sempre, come se la strada che tu hai tenuto nascosto al meglio delle tue possibilità, fosse per lei polvere battuta dai suoi molteplici passaggi.
La guardo mentre mi risale, mentre combacia ai miei vestiti riscaldati dal suo corpo, sinuosa tra le spire del serpente che ora diventa e mi guarda, mi guarda sempre...
Quegli occhi ridono, della mia titubanza, della sua allegria.
Guendalina è sempre allegra, se una situazione non lo è, lei trova il modo per cambiarla, e gioca.
Barando sempre. Lei vince, tu perdi.
E' inevitabile, è il suo giocare che in fondo ti piace, e ti fa rimanere, perché anche da sconfitti, non si sta male, perché Guendalina sa che se sei triste non sei più divertente...
Si aprirà una nuova partita, la provocazione del suo essere così spudoratamente candida e demoniaca, mi porterà ancora su quella strada, dove mi ha raccolto una sera d'inverno, mentre parlavo al cellulare, perso in una città di persi...
Se ti morde col suo bacio, se ti brucia coi suoi occhi, fidati: non scappare.
Ti troverà comunque...
Alemar